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Renzo Borella – Il tempo ritrovato
La mostra ci propone le creazioni realizzate negli ultimi anni di attività dal pittore spezzino. Ogni immagine pittorica nasce come una sorta di rappresentazione della dinamicità del tempo, del divenire della vita umana, senza però l’interesse a raffigurare un particolare attimo. La pittura diviene per Borella il mezzo per indagare quei legami invisibili che permettono ad ogni cosa di sopravvivere al tempo che passa
Comunicato stampa
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Il Palazzo dell’Abbondanza, a conclusione di un anno ricco di appuntamenti legati al mondo dell’arte contemporanea, ospita un nuovo evento con la mostra personale dello spezzino Renzo Borella. L’esposizione – promossa e organizzata dal Comune di Massa Marittima in collaborazione con la Galleria Menhir Arte Contemporanea di La Spezia – dal titolo “Il tempo ritrovato”, curata dal museologo e critico d’arte Maurizio Vanni, si apre al pubblico giovedì 13 dicembre alle ore 18 e prosegue sino al 13 gennaio 2008.
Il nucleo di opere dell’artista Renzo Borella viene ospitato all’interno delle sale dello storico Palazzo dell’Abbondanza di Massa Marittima: un nuovo spazio espositivo che il Comune ha voluto dedicare con continuità agli eventi artistici della nostra contemporaneità. La mostra ci propone le creazioni realizzate negli ultimi anni di attività dal pittore spezzino. Ogni immagine pittorica nasce come una sorta di rappresentazione della dinamicità del tempo, del divenire della vita umana, senza però l’interesse a raffigurare un particolare attimo. La pittura diviene per Borella il mezzo per indagare quei legami invisibili che permettono ad ogni cosa di sopravvivere al tempo che passa.
I suoi lavori non hanno la pretesa di bloccare la corsa del tempo o di presagire il futuro, sono invece delle visioni di un eterno presente in continuo divenire: ecco che le opere si strutturano attraverso diverse immagini proposte in uno stesso momento, oppure come medesime forme diluite in spazi temporali contigui, ma differenti.
Su supporti lignei nascono illogici rapporti figurativi, dove ogni soggetto si trova a dialogare con l’altro solo perché conviventi in uno stesso spazio materiale, quello della tavola, ma totalmente in antitesi per la loro appartenenza a mondi divergenti. I quadri ci appaiono così come delle sovra-impressioni iconografiche, dove la stessa icona si è trasformata in traccia, in indice, in una registrazione più formale e spirituale che obiettiva e imitativa.
Le forme delle dinamiche visioni di Borella, anche quando rimangono riconoscibili, perdono la loro incisività iconografica a vantaggio di quel magnetismo trasmesso dal lento movimento della scena. Sensazioni e cose sono immerse nel flusso della transitorietà e dell’effimero, sottoposte alle leggi di quel tempo che disintegra, travolge, nega e fa rinascere.
Il pittore spezzino dipinge forme essenziali, deflagrate dalla luce, aggredite con la materia e profanate da profonde incisioni sulla superficie-palinsesto.
Le tracce incisive e i segni corroboranti di Borella sono paragonabili all’archetipo di ogni segno: al glifo, a quel codice dei codici che, come afferma Maurizio Vanni, costituisce quel “metalinguaggio che ci riporta indietro nel tempo…”. I glifi dell’artista ricordano “i granelli di sabbia che scorrono da una parte all’altra della clessidra: un passaggio inesorabile che ci ricorda la fugacità del nostro presente, ma al tempo stesso ammicca all’imprevedibilità di ogni istante che si trova nel tempo in divenire”.
Borella è come colui che, “un po’ come Proust, condanna ogni forma di piatto realismo, dando alla creazione artistica la funzione di fissare ed eternare le conquiste immaginative.
L’artista con queste opere spinge lo spettatore a non avere paura di misurarsi con il tempo, a non temere il suo trascorrere, anzi induce il fruitore ancora di più a soffermarsi sul proprio presente, per ritrovare maggiore consapevolezza del proprio io e dell’attimo che sta vivendo.
Il catalogo “Renzo Borella. Il tempo ritrovato”, curato da Maurizio Vanni, è edito da Carlo Cambi Editore (pp. 64). Testi di Lidia Bai, Maurizio Vanni, Flora Rovigo e Michela Cicchinè.
Note biografiche
Renzo Borella, figlio del noto artista-paesaggista Giuseppe Borella, è nato a La Spezia il 10 giugno 1948. Nel 1968 si diploma al Liceo artistico di Carrara. Dal 1995 dirige a La Spezia una scuola d’arte, “Officina-Botteghe d’Arte”, che, tutt’oggi, conta numerosi iscritti.
La sua prima esposizione si è tenuta nel 1971 alla Galleria La Sprugola di La Spezia. Nel 1975 ha preso parte alla Rassegna internazionale della giovane pittura italiana al Palazzo delle Esposizioni di Roma, ha partecipato alle mostre internazionali “Città di Faenza” e di Torre Pellice, ed è stato premiato alla Rassegna nazionale di pittura di Campi Bisenzio e a quella di “Borgate della Lunigiana”. Altri riconoscimenti e premi sono arrivati l’anno successivo con la partecipazione alla Rassegna dei giovani artisti liguri nella Biennale di Castelnuovo Magra e nel 1977 con la IX Biennale di pittura “Colori della Lunigiana” a Sarzana, nel 1978 vincendo il primo premio al concorso nazionale di pittura di Cutigliano (Pistoia). Nel 1979 viene inaugurata una sua mostra al Palazzo della Permanente a Milano, città dove l’artista si trasferisce per un decennio per poi tornare, all’inizio degli anni Novanta, a La Spezia.
In questi ultimi trent’anni ha esposto nelle maggiori città italiane (Roma, Milano, Venezia, Genova, Verona, Chiavari, Savona, Viareggio, Carrara, Imperia, Portovenere, Sarzana, Forte dei Marmi, ecc.) e alcune sue opere sono ospitate in permanenza nel Museo d’Arte Contemporanea di Busto Arsizio, di Gallarate e in quello di La Spezia.
Attualmente, insieme alla nota galleria Menhir Arte Contemporanea di La Spezia, partecipa alle fiere d’arte contemporanea più prestigiose a livello europeo.
Il nucleo di opere dell’artista Renzo Borella viene ospitato all’interno delle sale dello storico Palazzo dell’Abbondanza di Massa Marittima: un nuovo spazio espositivo che il Comune ha voluto dedicare con continuità agli eventi artistici della nostra contemporaneità. La mostra ci propone le creazioni realizzate negli ultimi anni di attività dal pittore spezzino. Ogni immagine pittorica nasce come una sorta di rappresentazione della dinamicità del tempo, del divenire della vita umana, senza però l’interesse a raffigurare un particolare attimo. La pittura diviene per Borella il mezzo per indagare quei legami invisibili che permettono ad ogni cosa di sopravvivere al tempo che passa.
I suoi lavori non hanno la pretesa di bloccare la corsa del tempo o di presagire il futuro, sono invece delle visioni di un eterno presente in continuo divenire: ecco che le opere si strutturano attraverso diverse immagini proposte in uno stesso momento, oppure come medesime forme diluite in spazi temporali contigui, ma differenti.
Su supporti lignei nascono illogici rapporti figurativi, dove ogni soggetto si trova a dialogare con l’altro solo perché conviventi in uno stesso spazio materiale, quello della tavola, ma totalmente in antitesi per la loro appartenenza a mondi divergenti. I quadri ci appaiono così come delle sovra-impressioni iconografiche, dove la stessa icona si è trasformata in traccia, in indice, in una registrazione più formale e spirituale che obiettiva e imitativa.
Le forme delle dinamiche visioni di Borella, anche quando rimangono riconoscibili, perdono la loro incisività iconografica a vantaggio di quel magnetismo trasmesso dal lento movimento della scena. Sensazioni e cose sono immerse nel flusso della transitorietà e dell’effimero, sottoposte alle leggi di quel tempo che disintegra, travolge, nega e fa rinascere.
Il pittore spezzino dipinge forme essenziali, deflagrate dalla luce, aggredite con la materia e profanate da profonde incisioni sulla superficie-palinsesto.
Le tracce incisive e i segni corroboranti di Borella sono paragonabili all’archetipo di ogni segno: al glifo, a quel codice dei codici che, come afferma Maurizio Vanni, costituisce quel “metalinguaggio che ci riporta indietro nel tempo…”. I glifi dell’artista ricordano “i granelli di sabbia che scorrono da una parte all’altra della clessidra: un passaggio inesorabile che ci ricorda la fugacità del nostro presente, ma al tempo stesso ammicca all’imprevedibilità di ogni istante che si trova nel tempo in divenire”.
Borella è come colui che, “un po’ come Proust, condanna ogni forma di piatto realismo, dando alla creazione artistica la funzione di fissare ed eternare le conquiste immaginative.
L’artista con queste opere spinge lo spettatore a non avere paura di misurarsi con il tempo, a non temere il suo trascorrere, anzi induce il fruitore ancora di più a soffermarsi sul proprio presente, per ritrovare maggiore consapevolezza del proprio io e dell’attimo che sta vivendo.
Il catalogo “Renzo Borella. Il tempo ritrovato”, curato da Maurizio Vanni, è edito da Carlo Cambi Editore (pp. 64). Testi di Lidia Bai, Maurizio Vanni, Flora Rovigo e Michela Cicchinè.
Note biografiche
Renzo Borella, figlio del noto artista-paesaggista Giuseppe Borella, è nato a La Spezia il 10 giugno 1948. Nel 1968 si diploma al Liceo artistico di Carrara. Dal 1995 dirige a La Spezia una scuola d’arte, “Officina-Botteghe d’Arte”, che, tutt’oggi, conta numerosi iscritti.
La sua prima esposizione si è tenuta nel 1971 alla Galleria La Sprugola di La Spezia. Nel 1975 ha preso parte alla Rassegna internazionale della giovane pittura italiana al Palazzo delle Esposizioni di Roma, ha partecipato alle mostre internazionali “Città di Faenza” e di Torre Pellice, ed è stato premiato alla Rassegna nazionale di pittura di Campi Bisenzio e a quella di “Borgate della Lunigiana”. Altri riconoscimenti e premi sono arrivati l’anno successivo con la partecipazione alla Rassegna dei giovani artisti liguri nella Biennale di Castelnuovo Magra e nel 1977 con la IX Biennale di pittura “Colori della Lunigiana” a Sarzana, nel 1978 vincendo il primo premio al concorso nazionale di pittura di Cutigliano (Pistoia). Nel 1979 viene inaugurata una sua mostra al Palazzo della Permanente a Milano, città dove l’artista si trasferisce per un decennio per poi tornare, all’inizio degli anni Novanta, a La Spezia.
In questi ultimi trent’anni ha esposto nelle maggiori città italiane (Roma, Milano, Venezia, Genova, Verona, Chiavari, Savona, Viareggio, Carrara, Imperia, Portovenere, Sarzana, Forte dei Marmi, ecc.) e alcune sue opere sono ospitate in permanenza nel Museo d’Arte Contemporanea di Busto Arsizio, di Gallarate e in quello di La Spezia.
Attualmente, insieme alla nota galleria Menhir Arte Contemporanea di La Spezia, partecipa alle fiere d’arte contemporanea più prestigiose a livello europeo.
13
dicembre 2007
Renzo Borella – Il tempo ritrovato
Dal 13 dicembre 2007 al 13 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO DELL’ABBONDANZA
Massa Marittima, Via Carlo Goldoni, (Grosseto)
Massa Marittima, Via Carlo Goldoni, (Grosseto)
Orario di apertura
Ven 16-18; Sab e Dom 11-13/16-18. Aperto il 2 e il 3 gennaio
Vernissage
13 Dicembre 2007, ore 18
Sito web
www.comune.massamarittima.gr.it
Editore
CARLO CAMBI
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS
Autore
Curatore