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Alberto Besson – La realtà mobile
Mostra Personale dell’artista di fama internazionale Alberto Besson con una ventina d’opere recenti in acrilico su tela.
L’informale di Besson si concretizza in forme geometriche e la forma si sfalda nell’informale, il tutto accompagnato dalla scansione ritmica creata dagli accostamenti cromatici.
Comunicato stampa
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“La realtà mobile” di Alberto Besson
Alberto Besson è un artista poliedrico che spazia con grande intelligenza attraverso alcune possibilità estetiche che vanno dalla figurazione all’informale estrinsecando il meglio della sua inventiva anche nelle figure più sintetiche come quelle geometriche.
L’impostazione delle sue opere figurative si basa su paesaggi fantastici dalle cromie insolite evocative di scenari cosmici trasposti sulla terra. Le sue composizioni sono spesso “poliedriche” nel senso che accanto ad elementi ancora naturalistici appaiono elementi geometrici, cerchi suddivisi in righe prevalentemente orizzontali, che in qualche misura simulano oggetti celesti, sole, pianeti, astri. Tutto questo ci introduce in uno spazio sospeso tra il fisico ed il metafisico in cui il tempo si è fermato. Questi attimi di fruizione ci permettono di approfondire le sue tematiche che, sia pure molteplici, ad una sola vena inventiva fanno capo. Queste opere, la cui ricchezza cromatica traspare e si diffonde attraverso materia che espande una luce intrinseca, ci attraggono con il loro fascino magnetico. Questo rapporto empatico con i dipinti ci coinvolge totalmente facendoci, per un attimo, allontanare dal tempo fisico che scandisce ogni giorno il nostro agire. Questa serie di considerazioni ci porta a riflessioni che da un ambito estetico ci inducono a sconfinare in ambiti filosofici-esistenziali: è la proposta di un mondo pulito, fascinoso, possibile che Besson ci propone, e ci conviene intraprendere questo viaggio fantastico per fruire di stimoli visivi inusuali.
Quando Besson giunge ad esprimersi attraverso la più sottile sintesi formale che è rappresentata dalle figure geometriche, ci svela nuovi universi portandoci alla purezza di colori e superfici. Ecco allora scaturire un’esplosione di figure, geometriche appunto, che, combinandosi nei modi più impensati, creano rapporti empatici di straordinaria poesia. I colori, spesso tenui, ci riportano ad un discorso pacato di persona colta, che non ha bisogno di “gridare” le proprie esperienze-proposte, ma suggerisce con garbo e poesia, sottili ritmi che con la musica hanno qualche analogia. Questi ritmi condotti per piani ortogonali, intersecati a volte da superfici diagonali, conferiscono alle opere un grande dinamismo che svanisce talora in una tranquilla risoluzione finale.
Questo ambito matematico-geometrico ci porta verso una sublimazione della forma, come in un mondo in cui la fisicità annullata ci fa galleggiare sospesi in uno spazio altro, diverso, sconosciuto, ma che possiamo intuire con la fantasia.
Quando la dissoluzione della forma lo trasferisce in un mondo primigenio ancora in divenire, informale, l’associazione dei colori e l’associazione casuale delle linee creano di per sé un movimento ancestrale, aritmico, in cui il disordine molecolare (entropia) domina. Non per questo il discorso significante di Besson viene meno, anzi, egli lo riporta ad un momento arcaico in cui la forma non si era ancora costituita.
Ancora una volta un prodotto della mente, quale è la pittura di Besson, riesce a stimolare le nostre cellule visive in una danza cromatica che da soli non riusciremmo ad intuire. E’ una stimolazione sottile dei nostri sensi che ci rimane fissa nella memoria: il soffice equilibrio delle scansioni cromatiche ci trasferisce in uno stato di “sospensione” spazio-temporale che oserei definire “extrasensoriale”, come in una sorta di “nirvana” estatico.
Nella presente mostra osserviamo al tempo stesso l’informale di Besson concretizzarsi in forme geometriche e la forma sfaldarsi nell’informale, il tutto accompagnato dalla scansione ritmica creata dagli accostamenti cromatici.
Milano Febbraio 2008
Dr. Silvano Battistotti
Alberto Besson è un artista poliedrico che spazia con grande intelligenza attraverso alcune possibilità estetiche che vanno dalla figurazione all’informale estrinsecando il meglio della sua inventiva anche nelle figure più sintetiche come quelle geometriche.
L’impostazione delle sue opere figurative si basa su paesaggi fantastici dalle cromie insolite evocative di scenari cosmici trasposti sulla terra. Le sue composizioni sono spesso “poliedriche” nel senso che accanto ad elementi ancora naturalistici appaiono elementi geometrici, cerchi suddivisi in righe prevalentemente orizzontali, che in qualche misura simulano oggetti celesti, sole, pianeti, astri. Tutto questo ci introduce in uno spazio sospeso tra il fisico ed il metafisico in cui il tempo si è fermato. Questi attimi di fruizione ci permettono di approfondire le sue tematiche che, sia pure molteplici, ad una sola vena inventiva fanno capo. Queste opere, la cui ricchezza cromatica traspare e si diffonde attraverso materia che espande una luce intrinseca, ci attraggono con il loro fascino magnetico. Questo rapporto empatico con i dipinti ci coinvolge totalmente facendoci, per un attimo, allontanare dal tempo fisico che scandisce ogni giorno il nostro agire. Questa serie di considerazioni ci porta a riflessioni che da un ambito estetico ci inducono a sconfinare in ambiti filosofici-esistenziali: è la proposta di un mondo pulito, fascinoso, possibile che Besson ci propone, e ci conviene intraprendere questo viaggio fantastico per fruire di stimoli visivi inusuali.
Quando Besson giunge ad esprimersi attraverso la più sottile sintesi formale che è rappresentata dalle figure geometriche, ci svela nuovi universi portandoci alla purezza di colori e superfici. Ecco allora scaturire un’esplosione di figure, geometriche appunto, che, combinandosi nei modi più impensati, creano rapporti empatici di straordinaria poesia. I colori, spesso tenui, ci riportano ad un discorso pacato di persona colta, che non ha bisogno di “gridare” le proprie esperienze-proposte, ma suggerisce con garbo e poesia, sottili ritmi che con la musica hanno qualche analogia. Questi ritmi condotti per piani ortogonali, intersecati a volte da superfici diagonali, conferiscono alle opere un grande dinamismo che svanisce talora in una tranquilla risoluzione finale.
Questo ambito matematico-geometrico ci porta verso una sublimazione della forma, come in un mondo in cui la fisicità annullata ci fa galleggiare sospesi in uno spazio altro, diverso, sconosciuto, ma che possiamo intuire con la fantasia.
Quando la dissoluzione della forma lo trasferisce in un mondo primigenio ancora in divenire, informale, l’associazione dei colori e l’associazione casuale delle linee creano di per sé un movimento ancestrale, aritmico, in cui il disordine molecolare (entropia) domina. Non per questo il discorso significante di Besson viene meno, anzi, egli lo riporta ad un momento arcaico in cui la forma non si era ancora costituita.
Ancora una volta un prodotto della mente, quale è la pittura di Besson, riesce a stimolare le nostre cellule visive in una danza cromatica che da soli non riusciremmo ad intuire. E’ una stimolazione sottile dei nostri sensi che ci rimane fissa nella memoria: il soffice equilibrio delle scansioni cromatiche ci trasferisce in uno stato di “sospensione” spazio-temporale che oserei definire “extrasensoriale”, come in una sorta di “nirvana” estatico.
Nella presente mostra osserviamo al tempo stesso l’informale di Besson concretizzarsi in forme geometriche e la forma sfaldarsi nell’informale, il tutto accompagnato dalla scansione ritmica creata dagli accostamenti cromatici.
Milano Febbraio 2008
Dr. Silvano Battistotti
17
marzo 2008
Alberto Besson – La realtà mobile
Dal 17 marzo all'undici aprile 2008
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE GIOIA 107
Milano, Via Melchiorre Gioia, 107, (Milano)
Milano, Via Melchiorre Gioia, 107, (Milano)
Orario di apertura
da Martedì a Venerdì dalle 16.00 alle 19.00
Vernissage
17 Marzo 2008, ore 19.00
Autore