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Mauro Ghiglione – Sta una fuga fra noi (Naufrago/Faustina)
Questa esposizione nasce dall’esigenza dell’artista di indagare il rapporto profondo dell’uomo con l’immagine e da qui la scelta di prendere spunto dal film di Emidio Greco “L”invenzione di Morel” rappresentato per la prima volta nel 1974 e tratto a sua volta dall’omonimo romanza di Adolfo Bioy-Casares
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 8 marzo 2008, alle ore 18,30, nello spazio di UnimediaModern si inaugura la mostra di Mauro Ghiglione dal titolo Sta una fuga fra noi (Naufrago/Faustina).
La mostra, liberamente tratta dal film di Emidio Greco "L'invenzione di Morel", é a cura di Viana Conti.
Mauro Ghiglione, artista genovese, torna nella sua città dopo due anni con una personale.
Il suo lavoro, le numerose pubblicazioni, fanno di lui un artista completo che ha iniziato a lavorare nel 1985 e che oggi prosegue la sua ricerca su due costanti: da un lato l'indagine dei meccanismi mentali che sottostanno l'opera, e dall'altro, una ricerca linguistica tesa a sottrarre lo specifico fotografico all'immagine, per affrontare la sua messa in crisi.
Questa esposizione nasce dall'esigenza dell'artista di indagare il rapporto profondo dell'uomo con l'immagine e da qui la scelta di prendere spunto dal film di Emidio Greco "L"invenzione di Morel" rappresentato per la prima volta nel 1974 e tratto a sua volta dall'omonimo romanza di Adolfo Bioy-Casares.
Dalle prime registrazioni di Edison fino agli attuali ologrammi, la riproduzione dei fenomeni che caratterizzano la vita si è così affinata che ci si può chiedere se non arriverà il momento in cui la macchina registratrice sarà divenuta così fedele a ciò che proietta che finirà per sostituirsi completamente all'oggetto riprodotto, distruggendolo. E' questa l'ipotesi che prospetta Adolfo Bioy-Casares nella sua Invenzione di Morel.
Mauro Ghiglione ha voluto rintracciare e rifotografare a distanza di trentaquattro anni l'attore protagonista - Giulio Brogi - che nel film approda all'isola deserta quale naufrago, e si trova a confronto con un mondo di gesti ripetuti fatto di immagini generate da una macchina creata dallo scienziato Morel e attivata per l'eternità dalla forza delle maree.
Immagini sottratte ad un mondo vecchio di trent'anni che, in virtù della sottrazione, ha perso probabilmente la vita.
Il protagonista - così ci dice il film - ragionevolmente morirà di inedia, dopo aver espletato vani tentativi di diventare a sua volta immagine, affascinato dal mondo etrnamente ripetuto e dall'amore nato per una figura rappresentata : Faustina .
O forse no, - è' questa l'ipotesi di Ghiglione - forse il film ha continuato a girarsi, sta continuando a girare e, - non visto - appare in mostra, immutato ma differente. In effetti nell'immaginario dell'artista il protagonista lo troviamo ancora lì, immacolato nel suo desiderio, nonostante il tempo trascorso . . . ancora con lo stesso ardore di potersi trasformare in immagine, perché nel frattempo gli è stato chiaro che gli uomini, un giorno, scompariranno, ma resteranno le loro immagini demoltiplicate, che si ricorderanno di loro. E piangeranno, senza più sapere perché.
Della mostra verrà fatta una pubblicazione editata dal “De Ferrari Edizioni” che, su esplicita richiesta dell’artista, uscirà per fine mostra poiché quest’ultimo vuole che nella pubblicazione vengano riportati abbastanza fedelmente sia i commenti alla mostra degli intervenuti, che i momenti che si verranno a creare intorno alla stessa.
La mostra, liberamente tratta dal film di Emidio Greco "L'invenzione di Morel", é a cura di Viana Conti.
Mauro Ghiglione, artista genovese, torna nella sua città dopo due anni con una personale.
Il suo lavoro, le numerose pubblicazioni, fanno di lui un artista completo che ha iniziato a lavorare nel 1985 e che oggi prosegue la sua ricerca su due costanti: da un lato l'indagine dei meccanismi mentali che sottostanno l'opera, e dall'altro, una ricerca linguistica tesa a sottrarre lo specifico fotografico all'immagine, per affrontare la sua messa in crisi.
Questa esposizione nasce dall'esigenza dell'artista di indagare il rapporto profondo dell'uomo con l'immagine e da qui la scelta di prendere spunto dal film di Emidio Greco "L"invenzione di Morel" rappresentato per la prima volta nel 1974 e tratto a sua volta dall'omonimo romanza di Adolfo Bioy-Casares.
Dalle prime registrazioni di Edison fino agli attuali ologrammi, la riproduzione dei fenomeni che caratterizzano la vita si è così affinata che ci si può chiedere se non arriverà il momento in cui la macchina registratrice sarà divenuta così fedele a ciò che proietta che finirà per sostituirsi completamente all'oggetto riprodotto, distruggendolo. E' questa l'ipotesi che prospetta Adolfo Bioy-Casares nella sua Invenzione di Morel.
Mauro Ghiglione ha voluto rintracciare e rifotografare a distanza di trentaquattro anni l'attore protagonista - Giulio Brogi - che nel film approda all'isola deserta quale naufrago, e si trova a confronto con un mondo di gesti ripetuti fatto di immagini generate da una macchina creata dallo scienziato Morel e attivata per l'eternità dalla forza delle maree.
Immagini sottratte ad un mondo vecchio di trent'anni che, in virtù della sottrazione, ha perso probabilmente la vita.
Il protagonista - così ci dice il film - ragionevolmente morirà di inedia, dopo aver espletato vani tentativi di diventare a sua volta immagine, affascinato dal mondo etrnamente ripetuto e dall'amore nato per una figura rappresentata : Faustina .
O forse no, - è' questa l'ipotesi di Ghiglione - forse il film ha continuato a girarsi, sta continuando a girare e, - non visto - appare in mostra, immutato ma differente. In effetti nell'immaginario dell'artista il protagonista lo troviamo ancora lì, immacolato nel suo desiderio, nonostante il tempo trascorso . . . ancora con lo stesso ardore di potersi trasformare in immagine, perché nel frattempo gli è stato chiaro che gli uomini, un giorno, scompariranno, ma resteranno le loro immagini demoltiplicate, che si ricorderanno di loro. E piangeranno, senza più sapere perché.
Della mostra verrà fatta una pubblicazione editata dal “De Ferrari Edizioni” che, su esplicita richiesta dell’artista, uscirà per fine mostra poiché quest’ultimo vuole che nella pubblicazione vengano riportati abbastanza fedelmente sia i commenti alla mostra degli intervenuti, che i momenti che si verranno a creare intorno alla stessa.
08
marzo 2008
Mauro Ghiglione – Sta una fuga fra noi (Naufrago/Faustina)
Dall'otto marzo al 25 aprile 2008
arte contemporanea
Location
UNIMEDIAMODERN CONTEMPORARY ART – PALAZZO SQUARCIAFICO
Genova, Piazza Invrea, 5B, (Genova)
Genova, Piazza Invrea, 5B, (Genova)
Orario di apertura
15,30/19,30 - mattina e festivi su appuntamento
Vernissage
8 Marzo 2008, ore 18,30
Autore
Curatore