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Due capolavori del Rinascimento. Il restauro
Due prestigiosi dipinti rinascimentali, Madonna col Bambino e Sacra Famiglia, databili rispettivamente intorno al 1520 – 5 e al 1550 -5, sono stati scelti per un importante e significativo restauro, reso possibile grazie alla Fondazione Paola Droghetti
Comunicato stampa
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Due prestigiosi dipinti rinascimentali, Madonna col Bambino e Sacra Famiglia, databili rispettivamente intorno al 1520 – 5 e al 1550 -5, sono stati scelti per un importante e significativo restauro, reso possibile grazie alla Fondazione Paola Droghetti. L’attività della Fondazione, caratterizzata da generosi interventi con borse di studio per giovani restauratori particolarmente meritevoli e diplomati all’Istituto Centrale del Restauro e da finanziamenti annuali di restauri, ha l’intento di contribuire al progresso della conservazione e della valorizzazione del patrimonio artistico italiano e, al contempo, tenere viva la memoria della restauratrice Paola Droghetti, che ha dato il nome alla Fondazione.
In questa ottica sono state scelte in Galleria Borghese opere che non sono capolavori conosciuti in tutto il mondo, due Madonne di qualità altissima, esposte alla “Galleria Borghese II”, ovvero nel grande deposito dei dipinti nel sottotetto della Galleria, trasformato in ambiente museale dal 2006 e visitabile da pubblico e studiosi ogni giorno su prenotazione.
Con l’apertura dell’ex deposito del museo si è voluto onorare l’impegno di garantire la fruibilità di tutto il patrimonio artistico della Galleria Borghese.
Le due grandi tavole presentavano sia problemi di conservazione dei supporti lignei che una difficile lettura a causa del forte oscuramento dell’ultimo strato di vernice.
Con grande sorpresa la restauratrice Paola Tollo aveva individuato, attraverso l’esame della riflettografia, un prezioso tappeto orientale dipinto al di sotto della mensola grigia posta davanti alla Madonna col Bambino; un restauratore – presumibilmente del tardo Seicento – reintegrando alcune mancanze di colore aveva più sbrigativamente ricoperto la superficie lacunosa con in colore grigio uniforme, trascurando di ricucire le trame minute del tessuto orientale. Inoltre, con grossolane pennellature, aveva sistemato anche lo sfondo del dipinto, in origine non di colore ocra ma di colore scuro – quasi nero e che, non a caso, si ricollegava al testo sul libro di preghiere che inizia con il “De profundis”.
L’autore di questa Madonna col Bambino è stato finora indicato genericamente come maestro romano michelangiolesco; in occasione del restauro è stato possibile osservare che vi erano all’opera due mani, che si ritiene identificabili con Perin del Vaga per le figure e di Giovanni da Udine per le parti decorative. Infatti il ritrovamento di uno schizzo preparatorio per questa figura in un disegno del British Museum di Londra permette con precisione critica l’attribuzione del dipinto a Perin del Vaga.
Va sottolineata anche la contemporaneità della mostra in corso con dedicata a Sebastiano del Piombo e di questa presentazione del restauro (con relativa pubblicazione a cura di Kristina Herrmann Fiore, Gangemi editore).
Il raccordo diretto tra il grande Sebastiano del Piombo e le “Madonne” è assai evidente, perché in diverso modo sia Perin del Vaga, sia Marcello Venusti per la Sacra Famiglia hanno elaborato nei loro dipinti alcune soluzioni pittoriche promosse proprio da Sebastiano del Piombo: il primo per la natura morta sul tappeto orientale in primo piano nel ritratto, il secondo per il gesto oratorio della mano di S. Giuseppe che “sfonda” quasi il piano del dipinto verso l’osservatore con grandiosa potenza.
In questa ottica sono state scelte in Galleria Borghese opere che non sono capolavori conosciuti in tutto il mondo, due Madonne di qualità altissima, esposte alla “Galleria Borghese II”, ovvero nel grande deposito dei dipinti nel sottotetto della Galleria, trasformato in ambiente museale dal 2006 e visitabile da pubblico e studiosi ogni giorno su prenotazione.
Con l’apertura dell’ex deposito del museo si è voluto onorare l’impegno di garantire la fruibilità di tutto il patrimonio artistico della Galleria Borghese.
Le due grandi tavole presentavano sia problemi di conservazione dei supporti lignei che una difficile lettura a causa del forte oscuramento dell’ultimo strato di vernice.
Con grande sorpresa la restauratrice Paola Tollo aveva individuato, attraverso l’esame della riflettografia, un prezioso tappeto orientale dipinto al di sotto della mensola grigia posta davanti alla Madonna col Bambino; un restauratore – presumibilmente del tardo Seicento – reintegrando alcune mancanze di colore aveva più sbrigativamente ricoperto la superficie lacunosa con in colore grigio uniforme, trascurando di ricucire le trame minute del tessuto orientale. Inoltre, con grossolane pennellature, aveva sistemato anche lo sfondo del dipinto, in origine non di colore ocra ma di colore scuro – quasi nero e che, non a caso, si ricollegava al testo sul libro di preghiere che inizia con il “De profundis”.
L’autore di questa Madonna col Bambino è stato finora indicato genericamente come maestro romano michelangiolesco; in occasione del restauro è stato possibile osservare che vi erano all’opera due mani, che si ritiene identificabili con Perin del Vaga per le figure e di Giovanni da Udine per le parti decorative. Infatti il ritrovamento di uno schizzo preparatorio per questa figura in un disegno del British Museum di Londra permette con precisione critica l’attribuzione del dipinto a Perin del Vaga.
Va sottolineata anche la contemporaneità della mostra in corso con dedicata a Sebastiano del Piombo e di questa presentazione del restauro (con relativa pubblicazione a cura di Kristina Herrmann Fiore, Gangemi editore).
Il raccordo diretto tra il grande Sebastiano del Piombo e le “Madonne” è assai evidente, perché in diverso modo sia Perin del Vaga, sia Marcello Venusti per la Sacra Famiglia hanno elaborato nei loro dipinti alcune soluzioni pittoriche promosse proprio da Sebastiano del Piombo: il primo per la natura morta sul tappeto orientale in primo piano nel ritratto, il secondo per il gesto oratorio della mano di S. Giuseppe che “sfonda” quasi il piano del dipinto verso l’osservatore con grandiosa potenza.
10
marzo 2008
Due capolavori del Rinascimento. Il restauro
Dal 10 al 20 marzo 2008
arte antica
Location
GALLERIA BORGHESE
Roma, Piazzale Scipione Borghese, 5, (Roma)
Roma, Piazzale Scipione Borghese, 5, (Roma)
Orario di apertura
Dopo il 20 marzo, i dipinti saranno visibili su prenotazione, dal martedì alla domenica, nell'ex deposito della Galleria (tel. +39 068413979).
Vernissage
10 Marzo 2008, ore 18
Editore
GANGEMI