Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Twilight Gamblers – I Profilatori
Gigantografie d’autore open air
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gigantografie d'autore open air
Negli anni venti è sorto il petulante, del tutto superfluo quesito, circa la vera funzione della fotografia, la stessa è arte oppure no? Ciononostante la fotografia ha assunto ciò, che è sempre stata, un’immagine e il frutto di un processo artistico preceduto, che si è svolto né nella camera né in laboratorio fotografico, ma solo ed unicamente nella testa del produttore e artista.
Se vogliamo comprendere in pieno il lavoro d’Andreas Nestl, allora non ci resta che mettere in luce il suo concetto, costituito da componenti d’idee, pianificazione della strategia di realizzazione, impatto pubblico e infine il messaggio delle immagini. Quest’idea artistica è molto più importante della potenza d’impatto e del volume ottico, che i suoi giganteschi prints evocano in un primo momento. La concezione è più che altro da considerare prodotto d’autore e la sua opera si può definire con piena coscienza ciò, che lo storico dell’arte Klaus Honnef definì negli anni 80 una “fotografia d’autore”. Nestl assume nel suo attuale ruolo la veste di regista, poiché è la regia che domina la conformazione della mostra nella sua interezza. Nelle sue opere, non si ravvedano delle sequenze cinematografiche, ciononostante, confeziona, un corpo d’immagini, inteso in scene, inscenato su base fotografica che addirittura con gesto teatrale si espande sulla Piazza Domenicani e costruzioni limitrofe.
La regia con il tempo si è realizzata in tre momenti distinti, assumendo aspetti diversi: prima di tutto, per produrre le singole fotografie ci sono voluti tre mesi, in secondo luogo sarà possibile visionarle un’estate intera e per terza cosa questi momenti immobilizzati s’impregneranno per sempre sia nella memoria della piazza, sia degli abitanti di Bolzano. Tal luogo, una volta terminata la manifestazione, non sarà mai più ciò che è stato prima che avvenisse.
Nel lavoro si cristallizza quale Leitmotiv dell’opera la sceneggiatura del racconto. Nestl non ha perseguito una documentazione sobria in termini di registrazione oggettiva, bensì al contrario, una sceneggiatura artistica su base fotografica altamente professionale.
Sulle pareti non pendono fotografie, ma ritratti monumentali d’abitanti anonimi della Piazza Domenicani presentati in formato d’eroico. Chi sono le persone che vi vivono e lavorano? Il fotografo non è un “guardone” e nemmeno un etnologo pronto a palesare la specie sconosciuta ai curiosi. Egli è partecipe, membro del gioco, colui che pilota la partita, conosce le regole, le occulte astuzie di questo trastullo fotografico. I partecipanti giocano volentieri perché sanno benissimo di essere una parte di questa rappresentazione pantomimica.
Quale aderente ti trovi ad essere in contemporanea, soggetto e oggetto in una trasformazione dall’io in un’immagine di me stesso. Gli interpreti non raccontano di certo le proprie biografie, bensì rappresentano proiezioni di possibili ideali o ricordi d’immagini visionate e allo stesso tempo sono divenuti, coscientemente o non, pedine del gran regista, che dal sottofondo inscena la sua concezione sulle persone che si trovano innanzi alla camera. Le persone sono divenute, nel vero senso della parola, degli interpreti di un’idea, conservando tuttavia al tempo stesso la propria dignità.
Come si denota dalle parole di prof. Gerhard Glüher, luminare in campo dell’arte fotografica e cinematografica, oltre che critico di peso a livello internazionale, l’evento artistico promosso dall’associazione culturale KUNSTPASS in collaborazione con la Libera Università di Bolzano – Facoltà di Design e Arti è d’interesse nazionale, poiché la portata artistica ed il clamore, la risonanza, nonché il grido che ne scaturirà di certo lascerà profonde tracce nelle anime di un contesto artistico - contemporaneo.
La mostra, avrà luogo a Bolzano dal 6 di giugno, giorno dell'inaugurazione - ore 20.00 al sei di luglio presso l’UNIVERSITÀ di Bolzano e sulla Piazza Domenicani, luogo centrale dell’evento durerà per tre mesi, esattamente fino agli inizi di settembre. In questo modo nell’anno in cui Bolzano è divenuta capitale dell’arte contemporanea, ospitando una delle fiere d’arte più importante e rinomate al mondo “M A N I F E S T A”, dopo la Biennale di Venezia, questa manifestazione così ricca e di largo spettro culturale rappresenta un ulteriore complemento a quanto è dedicato alle arti contemporanee in Alto Adige, particolarmente a Bolzano nel 2008.
Negli anni venti è sorto il petulante, del tutto superfluo quesito, circa la vera funzione della fotografia, la stessa è arte oppure no? Ciononostante la fotografia ha assunto ciò, che è sempre stata, un’immagine e il frutto di un processo artistico preceduto, che si è svolto né nella camera né in laboratorio fotografico, ma solo ed unicamente nella testa del produttore e artista.
Se vogliamo comprendere in pieno il lavoro d’Andreas Nestl, allora non ci resta che mettere in luce il suo concetto, costituito da componenti d’idee, pianificazione della strategia di realizzazione, impatto pubblico e infine il messaggio delle immagini. Quest’idea artistica è molto più importante della potenza d’impatto e del volume ottico, che i suoi giganteschi prints evocano in un primo momento. La concezione è più che altro da considerare prodotto d’autore e la sua opera si può definire con piena coscienza ciò, che lo storico dell’arte Klaus Honnef definì negli anni 80 una “fotografia d’autore”. Nestl assume nel suo attuale ruolo la veste di regista, poiché è la regia che domina la conformazione della mostra nella sua interezza. Nelle sue opere, non si ravvedano delle sequenze cinematografiche, ciononostante, confeziona, un corpo d’immagini, inteso in scene, inscenato su base fotografica che addirittura con gesto teatrale si espande sulla Piazza Domenicani e costruzioni limitrofe.
La regia con il tempo si è realizzata in tre momenti distinti, assumendo aspetti diversi: prima di tutto, per produrre le singole fotografie ci sono voluti tre mesi, in secondo luogo sarà possibile visionarle un’estate intera e per terza cosa questi momenti immobilizzati s’impregneranno per sempre sia nella memoria della piazza, sia degli abitanti di Bolzano. Tal luogo, una volta terminata la manifestazione, non sarà mai più ciò che è stato prima che avvenisse.
Nel lavoro si cristallizza quale Leitmotiv dell’opera la sceneggiatura del racconto. Nestl non ha perseguito una documentazione sobria in termini di registrazione oggettiva, bensì al contrario, una sceneggiatura artistica su base fotografica altamente professionale.
Sulle pareti non pendono fotografie, ma ritratti monumentali d’abitanti anonimi della Piazza Domenicani presentati in formato d’eroico. Chi sono le persone che vi vivono e lavorano? Il fotografo non è un “guardone” e nemmeno un etnologo pronto a palesare la specie sconosciuta ai curiosi. Egli è partecipe, membro del gioco, colui che pilota la partita, conosce le regole, le occulte astuzie di questo trastullo fotografico. I partecipanti giocano volentieri perché sanno benissimo di essere una parte di questa rappresentazione pantomimica.
Quale aderente ti trovi ad essere in contemporanea, soggetto e oggetto in una trasformazione dall’io in un’immagine di me stesso. Gli interpreti non raccontano di certo le proprie biografie, bensì rappresentano proiezioni di possibili ideali o ricordi d’immagini visionate e allo stesso tempo sono divenuti, coscientemente o non, pedine del gran regista, che dal sottofondo inscena la sua concezione sulle persone che si trovano innanzi alla camera. Le persone sono divenute, nel vero senso della parola, degli interpreti di un’idea, conservando tuttavia al tempo stesso la propria dignità.
Come si denota dalle parole di prof. Gerhard Glüher, luminare in campo dell’arte fotografica e cinematografica, oltre che critico di peso a livello internazionale, l’evento artistico promosso dall’associazione culturale KUNSTPASS in collaborazione con la Libera Università di Bolzano – Facoltà di Design e Arti è d’interesse nazionale, poiché la portata artistica ed il clamore, la risonanza, nonché il grido che ne scaturirà di certo lascerà profonde tracce nelle anime di un contesto artistico - contemporaneo.
La mostra, avrà luogo a Bolzano dal 6 di giugno, giorno dell'inaugurazione - ore 20.00 al sei di luglio presso l’UNIVERSITÀ di Bolzano e sulla Piazza Domenicani, luogo centrale dell’evento durerà per tre mesi, esattamente fino agli inizi di settembre. In questo modo nell’anno in cui Bolzano è divenuta capitale dell’arte contemporanea, ospitando una delle fiere d’arte più importante e rinomate al mondo “M A N I F E S T A”, dopo la Biennale di Venezia, questa manifestazione così ricca e di largo spettro culturale rappresenta un ulteriore complemento a quanto è dedicato alle arti contemporanee in Alto Adige, particolarmente a Bolzano nel 2008.
06
giugno 2008
Twilight Gamblers – I Profilatori
Dal 06 giugno al 06 luglio 2008
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Bolzano
Bolzano, (Bolzano)
Bolzano, (Bolzano)
Vernissage
6 Giugno 2008, ore 20.00




