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Vasco Bendini – LuceLenta
Frittelli arte contemporanea apre la nuova stagione espositiva con una mostra personale di Vasco Bendini, luceLenta. Il progetto della mostra è affidato a Tommaso Trini, che ha selezionato la produzione recente dell’artista.
Comunicato stampa
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Frittelli arte contemporanea apre la nuova stagione espositiva con una mostra personale di Vasco Bendini, luceLenta. Il progetto della mostra è affidato a Tommaso Trini, che ha selezionato la produzione recente dell’artista concentrandosi su di uno dei tratti stilistici fondamentali della sua pittura, la luce, attraverso una lettura che coinvolge il rapporto tra le arti visive e le scienze.
Dunque, dopo la vasta antologica dedicata all'artista, a cura di Maurizio Calvesi, gli spazi di Frittelli arte contemporanea tornano ad ospitare le opere di un protagonista riconosciuto della arte italiana contemporanea.
L’esposizione si muove all’interno della duplice polarità di neri profondi, drammatici, agitati da luci cariche di mistero, e di bianchi luminosi, improvvisi, ma mai accecanti. I lavori recenti di Bendini raffigurano spazi mentali, luoghi dell’immaginario, ma anche memorie di una natura colta nel suo stato embrionale. Il tema della memoria caratterizza molti dei titoli delle opere degli ultimi anni, costituiti da date che sottolineano il valore quasi di diario assunto dai suoi cicli ultimi, un diario esistenziale che rifugge da ogni sorta di aneddoto. Le figure che emergono dalle sue immagini sono memori in modo esclusivo della materia che le ha prodotte e che le rende non solamente simili ai sogni, ma anche alla realtà vivente, biologica, in formazione. Allo stesso tempo, i suoi quadri toccano le corde della sensibilità, la sfera profondamente umana del sentire, richiamando nella mente dello spettatore memorie del quotidiano. Gli ultimi dipinti, come tutto il lavoro di Bendini, sono astratti senza essere irreali, sono privi di contenuto riconoscibile, pur non essendo vuoti di senso. Questa pittura nata dalla sensibilità, dal ricordo e dal mistero, è definita dallo stesso Trini come una pittura “spettrale”, tesa innanzitutto ad indagare la natura dello spettro luminoso, in forma sperimentale e imprevedibile, sempre alla ricerca di immagini portatrici di una luce autonoma. In questo stesso processo, Bendini ricerca e ottiene un contatto profondo con lo spettatore, un trasferimento simbolico, che non è comunicazione, ma, al contrario, profonda forma di espressione umana.
Vasco Bendini, nato a Bologna nel 1922, è stato, a partire dalla fine degli anni Quaranta, uno dei pionieri dell’arte informale in Italia. Negli anni Sessanta, con la produzione di oggetti e installazioni ha precorso gli esiti raggiunti dall’Arte Povera, inserendosi a pieno titolo nella corrente internazionale dell’Antiform. Alla fine del decennio, fino agli inizi degli anni Settanta, parallelamente alla pratica pittorica, ha compiuto esperienze nel campo della Body Art. Tornato definitivamente al quadro come mezzo espressivo, ha opposto, in modo originale, alle tendenze concettuali da lui anticipate, un profondo lavoro di analisi sperimentale sulla natura della materia pittorica.
Dunque, dopo la vasta antologica dedicata all'artista, a cura di Maurizio Calvesi, gli spazi di Frittelli arte contemporanea tornano ad ospitare le opere di un protagonista riconosciuto della arte italiana contemporanea.
L’esposizione si muove all’interno della duplice polarità di neri profondi, drammatici, agitati da luci cariche di mistero, e di bianchi luminosi, improvvisi, ma mai accecanti. I lavori recenti di Bendini raffigurano spazi mentali, luoghi dell’immaginario, ma anche memorie di una natura colta nel suo stato embrionale. Il tema della memoria caratterizza molti dei titoli delle opere degli ultimi anni, costituiti da date che sottolineano il valore quasi di diario assunto dai suoi cicli ultimi, un diario esistenziale che rifugge da ogni sorta di aneddoto. Le figure che emergono dalle sue immagini sono memori in modo esclusivo della materia che le ha prodotte e che le rende non solamente simili ai sogni, ma anche alla realtà vivente, biologica, in formazione. Allo stesso tempo, i suoi quadri toccano le corde della sensibilità, la sfera profondamente umana del sentire, richiamando nella mente dello spettatore memorie del quotidiano. Gli ultimi dipinti, come tutto il lavoro di Bendini, sono astratti senza essere irreali, sono privi di contenuto riconoscibile, pur non essendo vuoti di senso. Questa pittura nata dalla sensibilità, dal ricordo e dal mistero, è definita dallo stesso Trini come una pittura “spettrale”, tesa innanzitutto ad indagare la natura dello spettro luminoso, in forma sperimentale e imprevedibile, sempre alla ricerca di immagini portatrici di una luce autonoma. In questo stesso processo, Bendini ricerca e ottiene un contatto profondo con lo spettatore, un trasferimento simbolico, che non è comunicazione, ma, al contrario, profonda forma di espressione umana.
Vasco Bendini, nato a Bologna nel 1922, è stato, a partire dalla fine degli anni Quaranta, uno dei pionieri dell’arte informale in Italia. Negli anni Sessanta, con la produzione di oggetti e installazioni ha precorso gli esiti raggiunti dall’Arte Povera, inserendosi a pieno titolo nella corrente internazionale dell’Antiform. Alla fine del decennio, fino agli inizi degli anni Settanta, parallelamente alla pratica pittorica, ha compiuto esperienze nel campo della Body Art. Tornato definitivamente al quadro come mezzo espressivo, ha opposto, in modo originale, alle tendenze concettuali da lui anticipate, un profondo lavoro di analisi sperimentale sulla natura della materia pittorica.
04
ottobre 2008
Vasco Bendini – LuceLenta
Dal 04 ottobre al 06 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-13 e 15,30-19,30
Vernissage
4 Ottobre 2008, 18.00
Editore
CARLO CAMBI
Autore
Curatore