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Giuseppe Motti – Il realismo e l’effusione lirica
L’esposizione, corredata da catalogo con presentazione di Stefano Fugazza, vuole ricordare Giuseppe Motti (Arena Po 1908 – Milano 1988) nel centenario della nascita. Trenta dipinti e una selezione di disegni e tempere illustrano il percorso creativo dell’artista dagli anni quaranta agli anni ottanta
Comunicato stampa
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Scrive Stefano Fugazza nella presentazione in catalogo:
(...) Il fatto è che esistono due stagioni nella produzione di Motti, che corrispondono a due differenti momenti della cultura italiana: una stagione epica (personaggi come eroi di un epos popolare) e una stagione lirica (le intenzioni sono principalmente liriche, per quanto attiene la natura e i personaggi). La prima stagione coincide con la fase anche ottimistica del neorealismo, quando intellettuali e artisti coltivavano l’illusione, non si sa quanto consapevole, di un possibile cambiamento della situazione politica e sociale, ma questa fase durò poco perché poi i cambiamenti della storia costrinsero a un ripiegamento. La seconda stagione coincide con uno sguardo che, perdendo un po’ di incisività e allontanandosi dunque dalle ragioni prime del suo agire, si costringe ad inventare soluzioni nuove: e dunque escogita una scrittura stenografica per rendere i personaggi, che sono poi i soliti, pescatori e barcaioli e mondine, ma poi soltanto - ed è un cambiamento significativo - solo figure o figure nelle luci. Il Po viene espresso con un fare sintetico, come evocazione cromatica, con qualche propensione per l’informale, quando il quadro si limita al puro paesaggio. (...)
Giuseppe Motti nasce ad Arena Po (PV) nel 1908. A Milano frequenta i corsi all’Accademia di Brera. Motti si accosta al gruppo dei chiaristi, li frequenta, stringe rapporti di amicizia con Lilloni, ma presto la sua vocazione lo condurrà a percorrere altre strade. Il rapporto dell’artista con la sua terra e la sua gente non è soltanto di ordine sentimentale, è un pensiero costante che ha radici più profonde, è una realtà che fa parte della sua natura di uomo e di artista. Il suo compito è quello di rappresentarla con una immagine segnata dalla sua presenza e partecipazione.
Sul finire degli anni di guerra Motti è impegnato nella “Resistenza” in Val d’Ossola. Dopo la fine del conflitto partecipa al movimento realista e ne diventa animatore, impegnandosi nella ricerca di una nuova espressività.
La letteratura su Motti e la sua opera è vasta ed anche i riconoscimenti sono stati numerosi. Dagli anni settanta si sono susseguite alcune importanti mostre antologiche. Dalla Rotonda della Besana di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Casa del Mantegna di Mantova, a Jesolo, al Castello Mediceo di Melegnano, a Stradella, al Palazzo del Capitano del Popolo a Reggio Emilia, al Castello Estense di Ferrara, a Villa Litta di Gambolò e poi a Londra, Varsavia, Berlino, Parigi.
Motti muore a Milano il 15 aprile 1988. Il decennale della scomparsa è stato ricordato con una mostra alla Galleria Ponte Rosso di Milano. Fra le mostre postume ricordiamo quelle al Museo Ricci Oddi di Piacenza e al Castello Mediceo di Melegnano. Sempre al Castello Mediceo, nel 2005, la mostra in occasione della donazione fatta dalla famiglia alla Città di Melegnano.
(...) Il fatto è che esistono due stagioni nella produzione di Motti, che corrispondono a due differenti momenti della cultura italiana: una stagione epica (personaggi come eroi di un epos popolare) e una stagione lirica (le intenzioni sono principalmente liriche, per quanto attiene la natura e i personaggi). La prima stagione coincide con la fase anche ottimistica del neorealismo, quando intellettuali e artisti coltivavano l’illusione, non si sa quanto consapevole, di un possibile cambiamento della situazione politica e sociale, ma questa fase durò poco perché poi i cambiamenti della storia costrinsero a un ripiegamento. La seconda stagione coincide con uno sguardo che, perdendo un po’ di incisività e allontanandosi dunque dalle ragioni prime del suo agire, si costringe ad inventare soluzioni nuove: e dunque escogita una scrittura stenografica per rendere i personaggi, che sono poi i soliti, pescatori e barcaioli e mondine, ma poi soltanto - ed è un cambiamento significativo - solo figure o figure nelle luci. Il Po viene espresso con un fare sintetico, come evocazione cromatica, con qualche propensione per l’informale, quando il quadro si limita al puro paesaggio. (...)
Giuseppe Motti nasce ad Arena Po (PV) nel 1908. A Milano frequenta i corsi all’Accademia di Brera. Motti si accosta al gruppo dei chiaristi, li frequenta, stringe rapporti di amicizia con Lilloni, ma presto la sua vocazione lo condurrà a percorrere altre strade. Il rapporto dell’artista con la sua terra e la sua gente non è soltanto di ordine sentimentale, è un pensiero costante che ha radici più profonde, è una realtà che fa parte della sua natura di uomo e di artista. Il suo compito è quello di rappresentarla con una immagine segnata dalla sua presenza e partecipazione.
Sul finire degli anni di guerra Motti è impegnato nella “Resistenza” in Val d’Ossola. Dopo la fine del conflitto partecipa al movimento realista e ne diventa animatore, impegnandosi nella ricerca di una nuova espressività.
La letteratura su Motti e la sua opera è vasta ed anche i riconoscimenti sono stati numerosi. Dagli anni settanta si sono susseguite alcune importanti mostre antologiche. Dalla Rotonda della Besana di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Casa del Mantegna di Mantova, a Jesolo, al Castello Mediceo di Melegnano, a Stradella, al Palazzo del Capitano del Popolo a Reggio Emilia, al Castello Estense di Ferrara, a Villa Litta di Gambolò e poi a Londra, Varsavia, Berlino, Parigi.
Motti muore a Milano il 15 aprile 1988. Il decennale della scomparsa è stato ricordato con una mostra alla Galleria Ponte Rosso di Milano. Fra le mostre postume ricordiamo quelle al Museo Ricci Oddi di Piacenza e al Castello Mediceo di Melegnano. Sempre al Castello Mediceo, nel 2005, la mostra in occasione della donazione fatta dalla famiglia alla Città di Melegnano.
16
ottobre 2008
Giuseppe Motti – Il realismo e l’effusione lirica
Dal 16 ottobre al 02 novembre 2008
arte moderna
Location
GALLERIA PONTE ROSSO
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Milano, Via Brera, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19 domenica 15.30-19
lunedì chiuso
Vernissage
16 Ottobre 2008, ore 18.00
Ufficio stampa
CLP
Autore