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Agostino Bonalumi – La svolta della pittura–oggetto
Mostra antologica fra pittura e scultura dedicata all’inventore delle tele estroflesse, a cinquant’anni dal suo esordio. Venti opere dal 1960 ad oggi del maestro dell’arte astratta
Comunicato stampa
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Era il 1958 quando Agostino Bonalumi espose, con Piero Manzoni ed Enrico Castellani, le sue prime opere alla Galleria Pater di Milano. Sulla scena artistica milanese faceva irruzione il gruppo Azimuth. A cinquant’anni di distanza dalla sua prima mostra, Bonalumi, che in mezzo secolo di attività è diventato uno dei protagonisti assoluti dell'arte astratta del Novecento, si presenta a Seregno con un’importante mostra antologica.
“La svolta della pittura – oggetto” sarà inaugurata sabato 18 ottobre alle ore 17 alla Galleria “Ezio Mariani” in via Cavour.
Attraverso un percorso di una ventina di opere dal 1960 ad oggi, la mostra, curata da Luca Tommasi, si propone di approfondire le diverse stagioni artistiche dell’inventore delle tele estroflesse, rigorosamente monocrome e fondate su quella che Bonalumi stesso definisce la “geometria perturbata”.
Le tele estroflesse sono delle “pitture – oggetto”; tele costituite di superfici monocrome (bianco, blu, rosso, nero e grigio) e “modellate” da strutture rigide, in acciaio e alluminio. In questo modo i rilievi che si producono sui campi monocromatici trasformano le superfici piatte in volumi che si lanciano nello spazio fino a conquistare luce e dimensione.
“Fontana ci ha offerto - dirà Bonalumi - la soglia di una nuova dimensione dell’opera pittorica; l’opera, che egli stesso definiva la fine dell’arte, era la promessa di un territorio da esplorare.”
Da questo “territorio da esplorare”, Bonalumi è partito nella sua ricerca pittorica e da qui nascono le tele estroflesse degli anni Sessanta. Il rapporto “spazio- oggetto pittorico” diventa, così, il protagonista assoluto della sua dell’arte intesa come esperienza tattile fra pittura e scultura perché, come scriveva nel 1974 Giulio Carlo Argan, “l’opera di Bonalumi non è pittura, non è scultura, non è architettura, ma l’artisticità di pittura, di scultura e di architettura.”
Agostino Bonalumi, nato a Vimercate nel 1935, dopo studi di disegno tecnico e meccanico e gli esordi nel 1948 nello studio di Enrico Baj, anima la scena culturale milanese insieme a Manzoni, Castellani, Lucio Fontana e col sostegno di studiosi come Gillo Dorfles. Bonalumi in cinquant’anni di attività ha saputo tener fede con grande coerenza alla sua scelta artistica; tuttavia ciò non gli ha impedito di procedere a continue sperimentazioni senza rifugiarsi in una più facile pittura di stile riproponendo gli eccellenti risultati raggiunti già a inizio carriera. E all’inizio del terzo millennio la sua ricerca appare in continuo divenire.
La mostra potrà essere visitata fino a domenica 30 novembre nei seguenti orari: feriali dalle 16.30 alle 19.00, festivi dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.00. Il catalogo, in vendita a 10 euro, è edito da Silvana Editoriale.
“La svolta della pittura – oggetto” sarà inaugurata sabato 18 ottobre alle ore 17 alla Galleria “Ezio Mariani” in via Cavour.
Attraverso un percorso di una ventina di opere dal 1960 ad oggi, la mostra, curata da Luca Tommasi, si propone di approfondire le diverse stagioni artistiche dell’inventore delle tele estroflesse, rigorosamente monocrome e fondate su quella che Bonalumi stesso definisce la “geometria perturbata”.
Le tele estroflesse sono delle “pitture – oggetto”; tele costituite di superfici monocrome (bianco, blu, rosso, nero e grigio) e “modellate” da strutture rigide, in acciaio e alluminio. In questo modo i rilievi che si producono sui campi monocromatici trasformano le superfici piatte in volumi che si lanciano nello spazio fino a conquistare luce e dimensione.
“Fontana ci ha offerto - dirà Bonalumi - la soglia di una nuova dimensione dell’opera pittorica; l’opera, che egli stesso definiva la fine dell’arte, era la promessa di un territorio da esplorare.”
Da questo “territorio da esplorare”, Bonalumi è partito nella sua ricerca pittorica e da qui nascono le tele estroflesse degli anni Sessanta. Il rapporto “spazio- oggetto pittorico” diventa, così, il protagonista assoluto della sua dell’arte intesa come esperienza tattile fra pittura e scultura perché, come scriveva nel 1974 Giulio Carlo Argan, “l’opera di Bonalumi non è pittura, non è scultura, non è architettura, ma l’artisticità di pittura, di scultura e di architettura.”
Agostino Bonalumi, nato a Vimercate nel 1935, dopo studi di disegno tecnico e meccanico e gli esordi nel 1948 nello studio di Enrico Baj, anima la scena culturale milanese insieme a Manzoni, Castellani, Lucio Fontana e col sostegno di studiosi come Gillo Dorfles. Bonalumi in cinquant’anni di attività ha saputo tener fede con grande coerenza alla sua scelta artistica; tuttavia ciò non gli ha impedito di procedere a continue sperimentazioni senza rifugiarsi in una più facile pittura di stile riproponendo gli eccellenti risultati raggiunti già a inizio carriera. E all’inizio del terzo millennio la sua ricerca appare in continuo divenire.
La mostra potrà essere visitata fino a domenica 30 novembre nei seguenti orari: feriali dalle 16.30 alle 19.00, festivi dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.00. Il catalogo, in vendita a 10 euro, è edito da Silvana Editoriale.
18
ottobre 2008
Agostino Bonalumi – La svolta della pittura–oggetto
Dal 18 ottobre al 30 novembre 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA CIVICA EZIO MARIANI
Seregno, Via Camillo Benso Di Cavour, 26, (Monza E Brianza)
Seregno, Via Camillo Benso Di Cavour, 26, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
feriali dalle 16.30 alle 19.00, festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19
Vernissage
18 Ottobre 2008, ore 17
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore