Il progetto dell’artista Carlos Garaicoa (L’Havana,1967) “Carta a los censores (piccolo teatro dell’anarchia)” ideata appositamente per lo spazio “Volume!” intende elaborare i termini in cui la censura (nelle sue varianti culturali) tende a oscurare la libertà di pensiero dell’artista. Le forme in cui la libera manifestazione delle idee viene bloccata e congelata sia attraverso le commissioni di controllo istituzionali sia attraverso forme meno dirette di obnubilamento culturale. Pur concentrando il suo progetto sulla “violenza” della censura cubana e di quella italiana sul cinema, il progetto di Garaicoa intende riflettere, piú in generale, sul concetto di libertà espressiva.
La mostra che si articolerà attraverso le dominanti dello spazio cinematografico (inteso come la forma di comunicazione immaginaria piú capillare all’interno della moderna società post- industriale) prevede un percorso polimorfo. L’esposizione, infatti, si articola in due momenti consequenziali: attraverso l’installazione di una grande maquette di una sala cinematografica all’interno della quale un monitor riproduce, in bianco e nero, i titoli e i nomi dei registi che dagli anni 50 hanno subito la discriminante della censura e attraverso un percorso fotografico e parietale di facciate di sale cinematografiche sparite, dimenticate o riadattate ad altro uso, sia all’Avana che a Roma e che ancora sopravvivono come pure memorie spaziali. La mostra sviluppa la ricerca dell’artista cubano stratificata nella varietà dei mezzi usati (maquettes architettoniche, video, fotografia, disegno) e assemblati tra di loro come nell’ultima personale “Autoflagel-lació, Supervivència, Insubordinació” appena conclusa alla Fundació “La Caixa” di Barcellona