Il collasso dell’Unione Sovietica e le ondate di libertà che attraversarono successivamente i Paesi del blocco comunista, crearono nuovi dilemmi per gli artisti contemporanei che si trovarono a gestire circostanze sconosciute fino ad allora.
Amira Munteanu, artista nata in Transilvania e vissuta in Romania negli anni della dittatura di Ceausescu, di questo naufragio porta con sé la completa padronanza del linguaggio pittorico grazie all’Accademia delle Belle Arti di Bucarest. Anche lei, come i suoi colleghi, si ritrovò a dover fare arte in circostanze nuove di libertà ma anche con nuove forme di conformismo contraddittorio.
Situazione analoga si potrebbe immaginare nella bottega di un artista nel 313 d.C. quando l’Imperatore Costantino firmò il suo storico decreto: all’improvviso l’artista si trova davanti alla necessità di applicare le proprie vecchie e conosciute consuetudini ad un nuovo mondo iconografico.
Non è un caso che Amira, per superare questo ostacolo, si sia rivolta alla satira, all’iconografia degradata del vampirismo, al mito fiabesco di Dracula, e abbia dipinto un’intera seria di opere pieni di succhia-sangue, zombie, pipistrelli e cosi via.

Da “Dracula Agente di Viaggi per i Tempi Nostri” di Alan Jones