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Irina Zatulovskaya – Cantico dei Cantici
La semplicità delle sue scelte si incarna nei materiali su cui dipinge: pezzi di grondaie, lamiere, porte di armadi, pietre e vecchi specchi, oggetti intimi e con una storia.
Comunicato stampa
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Il 10 febbraio 2009 la Galleria Nina Lumer inaugura la seconda personale di Irina Zatulovskaya, Cantico dei Cantici.
Nata a Mosca nel 1954, Irina Zatulovskaya ha cominciato a disegnare in giovanissima età e si e' diplomata all'Istituto Poligrafico di Mosca. Nel 1979 entra a far parte dell'Unione degli Artisti sovietici, da cui viene allontanata pochi anni dopo a causa di un ritratto considerato una falsa rappresentazione dell'uomo sovietico. Da qui sviluppa la sua identità artistica in netta contrapposizione al sistema ufficiale. Seppur figurativa la sua arte si inserisce in una tradizione profondamente diversa da quella scaturita dal realismo socialista. Un figurativismo intimo e quotidiano che si inserisce nel filone del primitivismo russo di Michail Larionov e Natalya Goncharova, una tradizione in cui la semplicità del linguaggio, la purezza delle forme eteree e l'accenno dei colori pallidi e opachi sono segno di genuina sincerità.
La semplicità delle sue scelte si incarna nei materiali su cui dipinge: pezzi di grondaie, lamiere, porte di armadi, pietre e vecchi specchi, oggetti intimi e con una storia. Questo riflette la tradizione della chiesa russa ortodossa, e' la forma profondamente intima che scaturisce dall'esistenza personale. Irina Zatulovskaya affronta in modo profondo i motivi etici e religiosi, la sua e' una visione contemplativa della realtà, un'accettazione del mondo cosi' com'e' e il rifiuto di trasformarlo. Il credente ortodosso vive una complessità esistenziale in ogni attività relativa all'arte: la rappresentazione artistica implica la violazione del comandamento di non creare idoli, all'uomo non e' concesso plasmare immagini senza vita, ma Irina Zatulovskaya trova una via d'uscita, affidandosi a una percezione pura e naive del mondo come quella di un bambino, crea figure sincere e semplici che nascono -dal suo cuore e dai suoi ricordi-.
Come scrive Ekaterina Dyogot -i lavori di Irina Zatulovskaya sono sempre sottilmente raffinati nella loro laconica semplicità-. In mostra alla Galleria Nina Lumer una serie di affreschi che evocano l'atmosfera di una chiesa ortodossa dove ogni icona e' dipinta secondo una personale esperienza spirituale, una visione o un sogno misterioso, ogni icona e' una rivelazione. Sono affreschi che narrano i versi del Cantico dei cantici - Nel giardino dei noci io sono sceso, per vedere il verdeggiare della valle, per vedere se la vite metteva germogli, se fiorivano i melograni (6,11)- Saliro' sulla palma, cogliero' i grappoli di datteri; mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva e il profumo del tuo respiro come di pomi (7,9)-- Tra icone di melograni, viti, greggi e deserti Irina Zatulovkaya svela la realtà senza crearla, il segno sensibile trabocca di linfa vitale e proprio percio', essendo inscindibile dal suo archetipo, diventa non una rappresentazione, bensi' un'onda propagatrice della realtà stessa che l'ha suscitata (Pavel Florenskij).
Le opere di Irina Zatulovskaya sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui:
MART, Rovereto, Italia; State Tretyakov Gallery, Moscow, Russia; State Russian Museum, St. Petersburg, Russia; Pushkin Museum of Fine Arts, Moscow, Russia; Moscow Museum of Modern Art, Russia; Helsinki City Art Museum, Finlandia; Kiasma Museum of Contemporary Art, Helsinki, Finlandia; Museum Narodowe w Warszawie, Varsavia, Polonia; M'ARS Museum of Contemporary Art, Moscow, Russia.
Nata a Mosca nel 1954, Irina Zatulovskaya ha cominciato a disegnare in giovanissima età e si e' diplomata all'Istituto Poligrafico di Mosca. Nel 1979 entra a far parte dell'Unione degli Artisti sovietici, da cui viene allontanata pochi anni dopo a causa di un ritratto considerato una falsa rappresentazione dell'uomo sovietico. Da qui sviluppa la sua identità artistica in netta contrapposizione al sistema ufficiale. Seppur figurativa la sua arte si inserisce in una tradizione profondamente diversa da quella scaturita dal realismo socialista. Un figurativismo intimo e quotidiano che si inserisce nel filone del primitivismo russo di Michail Larionov e Natalya Goncharova, una tradizione in cui la semplicità del linguaggio, la purezza delle forme eteree e l'accenno dei colori pallidi e opachi sono segno di genuina sincerità.
La semplicità delle sue scelte si incarna nei materiali su cui dipinge: pezzi di grondaie, lamiere, porte di armadi, pietre e vecchi specchi, oggetti intimi e con una storia. Questo riflette la tradizione della chiesa russa ortodossa, e' la forma profondamente intima che scaturisce dall'esistenza personale. Irina Zatulovskaya affronta in modo profondo i motivi etici e religiosi, la sua e' una visione contemplativa della realtà, un'accettazione del mondo cosi' com'e' e il rifiuto di trasformarlo. Il credente ortodosso vive una complessità esistenziale in ogni attività relativa all'arte: la rappresentazione artistica implica la violazione del comandamento di non creare idoli, all'uomo non e' concesso plasmare immagini senza vita, ma Irina Zatulovskaya trova una via d'uscita, affidandosi a una percezione pura e naive del mondo come quella di un bambino, crea figure sincere e semplici che nascono -dal suo cuore e dai suoi ricordi-.
Come scrive Ekaterina Dyogot -i lavori di Irina Zatulovskaya sono sempre sottilmente raffinati nella loro laconica semplicità-. In mostra alla Galleria Nina Lumer una serie di affreschi che evocano l'atmosfera di una chiesa ortodossa dove ogni icona e' dipinta secondo una personale esperienza spirituale, una visione o un sogno misterioso, ogni icona e' una rivelazione. Sono affreschi che narrano i versi del Cantico dei cantici - Nel giardino dei noci io sono sceso, per vedere il verdeggiare della valle, per vedere se la vite metteva germogli, se fiorivano i melograni (6,11)- Saliro' sulla palma, cogliero' i grappoli di datteri; mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva e il profumo del tuo respiro come di pomi (7,9)-- Tra icone di melograni, viti, greggi e deserti Irina Zatulovkaya svela la realtà senza crearla, il segno sensibile trabocca di linfa vitale e proprio percio', essendo inscindibile dal suo archetipo, diventa non una rappresentazione, bensi' un'onda propagatrice della realtà stessa che l'ha suscitata (Pavel Florenskij).
Le opere di Irina Zatulovskaya sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui:
MART, Rovereto, Italia; State Tretyakov Gallery, Moscow, Russia; State Russian Museum, St. Petersburg, Russia; Pushkin Museum of Fine Arts, Moscow, Russia; Moscow Museum of Modern Art, Russia; Helsinki City Art Museum, Finlandia; Kiasma Museum of Contemporary Art, Helsinki, Finlandia; Museum Narodowe w Warszawie, Varsavia, Polonia; M'ARS Museum of Contemporary Art, Moscow, Russia.
10
febbraio 2009
Irina Zatulovskaya – Cantico dei Cantici
Dal 10 febbraio al 20 marzo 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA NINA DUE
Milano, Via Carlo Botta, 8, (Milano)
Milano, Via Carlo Botta, 8, (Milano)
Autore