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Ettore de Conciliis – Opere 1982 – 2009
Sessanta le opere in mostra a Castel Sant’Angelo che si suddividono in Campagna romana, Notti e Fiumi. In particolare viene dato spazio al Tevere, che è sempre stato un soggetto di profondo interesse per i pittori paesaggisti, in grado di suscitare emozioni e riflessioni proprio in virtù delle suggestive vedute campestri che riesce a ricreare in un ambiente urbano come quello di Roma. Città che riunisce due anime così differenti e il cui contrasto ha ispirato fortemente De Conciliis.
Comunicato stampa
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Inaugura mercoledì 25 febbraio 2009 alle ore 19.30 a Roma, negli spazi espositivi di Castel Sant’Angelo, la mostra “Ettore de Conciliis Opere 1982 - 2009”, organizzata da Il Cigno GG Edizioni e curata dal Soprintendente al Polo Museale Romano, prof. Claudio Strinati e da Sergej Androsov (Hermitage, San Pietroburgo). La rassegna sarà trasferita a San Pietroburgo, presso il Museo dell’Accademia delle Belle Arti dove esposero anche Manzù e Guccione, per ritornare infine in Italia presso la Reggia di Caserta.
Importante esponente dell’arte contemporanea italiana, Ettore de Conciliis ha intrapreso e portato avanti un percorso artistico intenso e complesso, sia sul piano dei contenuti che su quello stilistico. Inizialmente, infatti, l’artista focalizza il suo sguardo su una pittura impegnata, la cui spinta creativa si concretizza nella rappresentazione di istanze politiche e sociali e attraverso lo studio di tecniche pittoriche essenziali, quali la pittura murale e la Land - Art. Ne è un chiaro esempio il ‘Memoriale di Portella della Ginestra’, la sua più importante opera d’arte pubblica territoriale realizzata in Sicilia nel 1980. In essa, sulle traiettorie dei proiettili esplosi dalla banda di Salvatore Giuliano nell'eccidio del primo maggio 1947, sono stati collocati massi-sculture in un insieme plastico ed architettonico.
Quest’opera a carattere territoriale è stata molto importate per lo sviluppo artistico di de Conciliis come dimostra il recente impegno per la riqualificazione del ‘Parco della Pace’ a Roma, presso la sede del Consiglio Regionale alla Pisana. Progetto che nell’ottica della Land Art ha lo scopo di valorizzare e trasformare un’area prima degradata rendendola portatrice di un profondo significato: la Pace. L’artista, sul tema della riconciliazione tra gli uomini e dell’incontro e del dialogo tra le religioni, ha creato e situato lungo il cammino dei viali letterari le pietre scultoree su cui sono incisi versi poetici e filosofici, ispirati alla fratellanza. Punto focale sono le tre sculture che raffigurano simbolicamente le religioni monoteiste: cristianesimo, ebraismo e islamismo.
Negli anni però la ricerca pittorica di de Conciliis, le cui esposizioni non si sono limitate alla sola Italia ma hanno riguardato anche gli Stati Uniti, è proseguita scegliendo un approccio emotivo alla contemplazione della realtà circostante, privilegiando quindi la trattazione pittorica della natura del paesaggio. L’artista, infatti, è intimamente convinto che possa esserci qualcosa di nuovo da scoprire partendo dai semplici elementi della vita, dalle nature morte e dai paesaggi, tematiche, o per meglio dire generi classici, a cui viene dedicata questa rassegna.
Sessanta le opere in mostra a Castel Sant’Angelo che si suddividono in Campagna romana, Notti e Fiumi. In particolare viene dato spazio al Tevere, che è sempre stato un soggetto di profondo interesse per i pittori paesaggisti, in grado di suscitare emozioni e riflessioni proprio in virtù delle suggestive vedute campestri che riesce a ricreare in un ambiente urbano come quello di Roma. Città che riunisce due anime così differenti e il cui contrasto ha ispirato fortemente De Conciliis.
Il professor Strinati scrive in una critica dedicata al pittore:”Vi si sente un amore totale per la materia, per la luce ricercata e investigata in ogni minima variazione nello spazio gremito, remoto, brulicante di presenze impercettibili ma vive, distante dallo sguardo del pittore stesso che è sempre lontano e scruta un orizzonte di cui sembra non poter dominare appieno i confini. Eppure la stesura di De Conciliis è intrinsecamente nitida ma confina con quel limite oltre il quale non si riesce più a vedere e pure lo sguardo spazia ancora”.
E ancora prosegue Sergej Androsov, altro curatore della mostra, soffermandosi proprio sull’oggetto della pittura al quale la rassegna è stata dedicata: “Il legame con le esperienze del passato mette in risalto e aiuta a intendere ciò che di nuovo de Conciliis ha portato nel genere del paesaggio: l’originalità dei motivi, delle scelte tecniche in grado di riprodurre i mutevoli stati della natura in trasformazione. L’esperienza umana testimonia abbastanza concretamente che lo studio approfondito della natura influenza il rapporto dell’uomo con il mondo, contribuisce a destare in lui il desiderio di avvicinarsi ai confini della conoscenza, a confrontarsi con l’eternità”.
Mentre l’artista dice di sé: “Guardo alla natura con reverenza e voglio catturarne la bellezza, le complessità e le armonie che si presentano al mio sguardo. Apprezzare la natura attraverso l'arte significa diventare più consapevoli della nostra vera essenza. È un modo di collegarsi alla realtà. Altrimenti ci alieniamo da noi stessi e dal mondo".
Importante esponente dell’arte contemporanea italiana, Ettore de Conciliis ha intrapreso e portato avanti un percorso artistico intenso e complesso, sia sul piano dei contenuti che su quello stilistico. Inizialmente, infatti, l’artista focalizza il suo sguardo su una pittura impegnata, la cui spinta creativa si concretizza nella rappresentazione di istanze politiche e sociali e attraverso lo studio di tecniche pittoriche essenziali, quali la pittura murale e la Land - Art. Ne è un chiaro esempio il ‘Memoriale di Portella della Ginestra’, la sua più importante opera d’arte pubblica territoriale realizzata in Sicilia nel 1980. In essa, sulle traiettorie dei proiettili esplosi dalla banda di Salvatore Giuliano nell'eccidio del primo maggio 1947, sono stati collocati massi-sculture in un insieme plastico ed architettonico.
Quest’opera a carattere territoriale è stata molto importate per lo sviluppo artistico di de Conciliis come dimostra il recente impegno per la riqualificazione del ‘Parco della Pace’ a Roma, presso la sede del Consiglio Regionale alla Pisana. Progetto che nell’ottica della Land Art ha lo scopo di valorizzare e trasformare un’area prima degradata rendendola portatrice di un profondo significato: la Pace. L’artista, sul tema della riconciliazione tra gli uomini e dell’incontro e del dialogo tra le religioni, ha creato e situato lungo il cammino dei viali letterari le pietre scultoree su cui sono incisi versi poetici e filosofici, ispirati alla fratellanza. Punto focale sono le tre sculture che raffigurano simbolicamente le religioni monoteiste: cristianesimo, ebraismo e islamismo.
Negli anni però la ricerca pittorica di de Conciliis, le cui esposizioni non si sono limitate alla sola Italia ma hanno riguardato anche gli Stati Uniti, è proseguita scegliendo un approccio emotivo alla contemplazione della realtà circostante, privilegiando quindi la trattazione pittorica della natura del paesaggio. L’artista, infatti, è intimamente convinto che possa esserci qualcosa di nuovo da scoprire partendo dai semplici elementi della vita, dalle nature morte e dai paesaggi, tematiche, o per meglio dire generi classici, a cui viene dedicata questa rassegna.
Sessanta le opere in mostra a Castel Sant’Angelo che si suddividono in Campagna romana, Notti e Fiumi. In particolare viene dato spazio al Tevere, che è sempre stato un soggetto di profondo interesse per i pittori paesaggisti, in grado di suscitare emozioni e riflessioni proprio in virtù delle suggestive vedute campestri che riesce a ricreare in un ambiente urbano come quello di Roma. Città che riunisce due anime così differenti e il cui contrasto ha ispirato fortemente De Conciliis.
Il professor Strinati scrive in una critica dedicata al pittore:”Vi si sente un amore totale per la materia, per la luce ricercata e investigata in ogni minima variazione nello spazio gremito, remoto, brulicante di presenze impercettibili ma vive, distante dallo sguardo del pittore stesso che è sempre lontano e scruta un orizzonte di cui sembra non poter dominare appieno i confini. Eppure la stesura di De Conciliis è intrinsecamente nitida ma confina con quel limite oltre il quale non si riesce più a vedere e pure lo sguardo spazia ancora”.
E ancora prosegue Sergej Androsov, altro curatore della mostra, soffermandosi proprio sull’oggetto della pittura al quale la rassegna è stata dedicata: “Il legame con le esperienze del passato mette in risalto e aiuta a intendere ciò che di nuovo de Conciliis ha portato nel genere del paesaggio: l’originalità dei motivi, delle scelte tecniche in grado di riprodurre i mutevoli stati della natura in trasformazione. L’esperienza umana testimonia abbastanza concretamente che lo studio approfondito della natura influenza il rapporto dell’uomo con il mondo, contribuisce a destare in lui il desiderio di avvicinarsi ai confini della conoscenza, a confrontarsi con l’eternità”.
Mentre l’artista dice di sé: “Guardo alla natura con reverenza e voglio catturarne la bellezza, le complessità e le armonie che si presentano al mio sguardo. Apprezzare la natura attraverso l'arte significa diventare più consapevoli della nostra vera essenza. È un modo di collegarsi alla realtà. Altrimenti ci alieniamo da noi stessi e dal mondo".
25
febbraio 2009
Ettore de Conciliis – Opere 1982 – 2009
Dal 25 febbraio al 19 aprile 2009
arte contemporanea
Location
CASTEL SANT’ANGELO
Roma, Lungotevere Castello, 50, (Roma)
Roma, Lungotevere Castello, 50, (Roma)
Orario di apertura
Da Martedì a Domenica dalle ore 9 alle 19
Vernissage
25 Febbraio 2009, ore 19.30 su invito
Editore
IL CIGNO
Ufficio stampa
EQUA
Autore
Curatore