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Loris Cecchini – Dotsandloops
La rassegna si pone come la più completa e dettagliata panoramica sull’attività di Loris Cecchini. La mostra, realizzata in stretta collaborazione con l’artista, si sviluppa entro un articolato e suggestivo percorso appositamente ideato da Cecchini e dai curatori per le sale espositive del Pecci.
Comunicato stampa
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Prato, 11 marzo 2009 – Si inaugurerà sabato 4 aprile alle ore 18 presso il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato la mostra: loris cecchini: dotsandloops. Curata da Marco Bazzini e Stefano Pezzato, la rassegna si pone come la più completa e dettagliata panoramica sull’attività di Loris Cecchini. La mostra, realizzata in stretta collaborazione con l'artista, si sviluppa entro un articolato e suggestivo percorso appositamente ideato da Cecchini e dai curatori per le sale espositive del Pecci.
A caratterizzare questa straordinaria rassegna, che ripercorre le fasi principali della ricerca artistica dell’autore, interventi ambientali uniti ad un'ampia selezione di fotografie, sculture e installazioni realizzate dalla metà degli anni Novanta ad oggi. Loris Cecchini, da sempre impegnato nell’indagine dell'oggetto e dello spazio, con questa importante personale si afferma quale artista fra i più apprezzati in Italia e all’estero.
La rassegna si apre con una serie di installazioni/ambienti, ovvero, "esercizi di architettura", che sviluppano un'idea del luogo modificandone il rapporto dello spettatore con esso. Si inserisce in questo gruppo di lavori l’opera Disegno Reticolare, un’enorme griglia volumetrica percorribile che prende ispirazione da Density Spectrum Zone (2002-2004), installazioni ottenute dalla deformazione e concatenazione di elementi in pvc che si sviluppano nello spazio. Il percorso espositivo segue con la nuova versione di Around and Around, paesaggio schematico modellato tridimensionalmente al computer e riprodotto come reticolo prospettico a tromp-l'oeil sulle pareti di una stanza, presentato e realizzato nel 2001 come progetto speciale per la Casa della musica - Sonar di Colle Val d'Elsa.
Per Cecchini l'ideazione e la formazione di "strutture" si articola in una serie di involucri e moduli abitativi intitolati Monologue Patterns: Matrici (2003) costituita da schizzi progettuali realizzati in digitale e intagliati su superfici grigie di pvc e Crisalide (Premio per la giovane arte italiana, 2005), sorta di serra artificiale intesa come zona di interscambio tra organismo naturale e forma architettonica transfigurata. Alla serie Monologue Patterns appartengono anche le Roulottes (2004-2007): oggetti-ambiente trasformati in "veicoli di luce" che proiettano ombre di griglie reticolari o trafori modulari che li ricoprono, oppure in luoghi trasparenti che ospitano al proprio interno piante, libri, oggetti d'affezione praticabili dal pubblico.
La relazione diretta con lo spazio e la passione per la morfologia biologica si manifesta con l'espansione di bolle e la proliferazione di forme organiche, molecolari o artificiali prodotte con metalli e materie plastiche. L’artista realizza la serie dei corpi estrusi in resina che come scheletri (Morphic Resonance, 2004-2007) o elementi familiari all’architettura emergono dalle pareti assumendo l'aspetto surreale di finestre, librerie e termosifoni (Gaps, 2004-2009), oppure si aggrappano alle architetture sotto forma di grandi gonfiabili trasparenti e sospesi nello spazio (Blaublobbing, 2004-2009).
Il percorso espositivo procede con le foto-assemblaggi degli esordi dove, con la fotografia rielaborata al computer, Cecchini crea ambienti fittizi abitati da personaggi reali, abitacoli trasparenti, (No casting, 1997-1999), vedute esterne associate a cromie accese, morfologie fluttuanti di bolle, involucri trasparenti, (Powderscape/Seedscape/Pigmentscape, 2005-2007), modelli 3D di alberi e foto di icebergs ricostruiti in studio con modelli architettonici d’invenzione (The painted distances, 2008 e Sliding constructions and drifting thoutghs, 2008-2009).
Si passa poi alla replica di oggetti, elaborazione di "modelli" virtuali ottenuti manipolando materiale analogico che accostato alle messe in scena spaziali trasfigurano la realtà destabilizzandone la percezione. Nella versione tridimensionale proposta con la serie Stage Evidence (1998-2007), l’artista ironizza sull’idea di “usura dello sguardo”.
Su scala ambientale, invece, i “modelli” virtuali acquistano un impatto fortemente scenico facendosi carico della denuncia sociale come in BBBreathless, lavoro presentato alla Biennale di Venezia, nel 2001, costituito da una cella d’isolamento per condannati a morte dotata di un sofisticato sistema di aerazione che imprime alle pareti in gomma un movimento simile alla respirazione, in espansione e contrazione. L’elaborazione di "modelli" virtuali prosegue con Empty walls - Just doors (2006), serie di porte replicate in gomma e installate in modo da formare uno spazio labirintico, quasi sospeso fra senso del mistero e claustrofobia.
Alla più recente ricerca appartengono le installazioni immaginifiche, opere composte da migliaia di moduli in polietilene o acciaio, che fluttuano nello spazio come onde (Morphing Wave, 2005-2007), rimangono sospese come nuvole (Cloudless, 2005-2007) o si stagliano nell'ambiente come concrezioni naturali o minerali (Steelorbitalcocoon, 2007-2009). Realizzate attraverso un laborioso processo di progettazione, fabbricazione e montaggio, queste installazioni evidenziano un complesso impianto tecnico, base di tutta la produzione artistica di Cecchini. Da questi lavori emerge la curiosità dell'autore per i prodotti artificiali e le tecniche di lavorazione, per la chimica e la fisica degli elementi, unitamente alla costante ricerca di un'esperienza diretta con la materia associata a forme di crescita organica e di aggregazione cellulare.
La mostra sarà accompagnata da un nuovo catalogo, che conterrà testi critici di Marco Bazzini e Lorand Hegyi, testi dello stesso artista, oltre ad esaurienti apparati iconografici e bio-bibliografici.
A caratterizzare questa straordinaria rassegna, che ripercorre le fasi principali della ricerca artistica dell’autore, interventi ambientali uniti ad un'ampia selezione di fotografie, sculture e installazioni realizzate dalla metà degli anni Novanta ad oggi. Loris Cecchini, da sempre impegnato nell’indagine dell'oggetto e dello spazio, con questa importante personale si afferma quale artista fra i più apprezzati in Italia e all’estero.
La rassegna si apre con una serie di installazioni/ambienti, ovvero, "esercizi di architettura", che sviluppano un'idea del luogo modificandone il rapporto dello spettatore con esso. Si inserisce in questo gruppo di lavori l’opera Disegno Reticolare, un’enorme griglia volumetrica percorribile che prende ispirazione da Density Spectrum Zone (2002-2004), installazioni ottenute dalla deformazione e concatenazione di elementi in pvc che si sviluppano nello spazio. Il percorso espositivo segue con la nuova versione di Around and Around, paesaggio schematico modellato tridimensionalmente al computer e riprodotto come reticolo prospettico a tromp-l'oeil sulle pareti di una stanza, presentato e realizzato nel 2001 come progetto speciale per la Casa della musica - Sonar di Colle Val d'Elsa.
Per Cecchini l'ideazione e la formazione di "strutture" si articola in una serie di involucri e moduli abitativi intitolati Monologue Patterns: Matrici (2003) costituita da schizzi progettuali realizzati in digitale e intagliati su superfici grigie di pvc e Crisalide (Premio per la giovane arte italiana, 2005), sorta di serra artificiale intesa come zona di interscambio tra organismo naturale e forma architettonica transfigurata. Alla serie Monologue Patterns appartengono anche le Roulottes (2004-2007): oggetti-ambiente trasformati in "veicoli di luce" che proiettano ombre di griglie reticolari o trafori modulari che li ricoprono, oppure in luoghi trasparenti che ospitano al proprio interno piante, libri, oggetti d'affezione praticabili dal pubblico.
La relazione diretta con lo spazio e la passione per la morfologia biologica si manifesta con l'espansione di bolle e la proliferazione di forme organiche, molecolari o artificiali prodotte con metalli e materie plastiche. L’artista realizza la serie dei corpi estrusi in resina che come scheletri (Morphic Resonance, 2004-2007) o elementi familiari all’architettura emergono dalle pareti assumendo l'aspetto surreale di finestre, librerie e termosifoni (Gaps, 2004-2009), oppure si aggrappano alle architetture sotto forma di grandi gonfiabili trasparenti e sospesi nello spazio (Blaublobbing, 2004-2009).
Il percorso espositivo procede con le foto-assemblaggi degli esordi dove, con la fotografia rielaborata al computer, Cecchini crea ambienti fittizi abitati da personaggi reali, abitacoli trasparenti, (No casting, 1997-1999), vedute esterne associate a cromie accese, morfologie fluttuanti di bolle, involucri trasparenti, (Powderscape/Seedscape/Pigmentscape, 2005-2007), modelli 3D di alberi e foto di icebergs ricostruiti in studio con modelli architettonici d’invenzione (The painted distances, 2008 e Sliding constructions and drifting thoutghs, 2008-2009).
Si passa poi alla replica di oggetti, elaborazione di "modelli" virtuali ottenuti manipolando materiale analogico che accostato alle messe in scena spaziali trasfigurano la realtà destabilizzandone la percezione. Nella versione tridimensionale proposta con la serie Stage Evidence (1998-2007), l’artista ironizza sull’idea di “usura dello sguardo”.
Su scala ambientale, invece, i “modelli” virtuali acquistano un impatto fortemente scenico facendosi carico della denuncia sociale come in BBBreathless, lavoro presentato alla Biennale di Venezia, nel 2001, costituito da una cella d’isolamento per condannati a morte dotata di un sofisticato sistema di aerazione che imprime alle pareti in gomma un movimento simile alla respirazione, in espansione e contrazione. L’elaborazione di "modelli" virtuali prosegue con Empty walls - Just doors (2006), serie di porte replicate in gomma e installate in modo da formare uno spazio labirintico, quasi sospeso fra senso del mistero e claustrofobia.
Alla più recente ricerca appartengono le installazioni immaginifiche, opere composte da migliaia di moduli in polietilene o acciaio, che fluttuano nello spazio come onde (Morphing Wave, 2005-2007), rimangono sospese come nuvole (Cloudless, 2005-2007) o si stagliano nell'ambiente come concrezioni naturali o minerali (Steelorbitalcocoon, 2007-2009). Realizzate attraverso un laborioso processo di progettazione, fabbricazione e montaggio, queste installazioni evidenziano un complesso impianto tecnico, base di tutta la produzione artistica di Cecchini. Da questi lavori emerge la curiosità dell'autore per i prodotti artificiali e le tecniche di lavorazione, per la chimica e la fisica degli elementi, unitamente alla costante ricerca di un'esperienza diretta con la materia associata a forme di crescita organica e di aggregazione cellulare.
La mostra sarà accompagnata da un nuovo catalogo, che conterrà testi critici di Marco Bazzini e Lorand Hegyi, testi dello stesso artista, oltre ad esaurienti apparati iconografici e bio-bibliografici.
04
aprile 2009
Loris Cecchini – Dotsandloops
Dal 04 aprile al 02 agosto 2009
arte contemporanea
Location
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Biglietti
intero 5€, ridotto 4€
Orario di apertura
ore 10-19, chiuso martedì e venerdì 1 maggio. Visite guidate gratuite: ogni sabato e domenica, ore 17
Vernissage
4 Aprile 2009, ore 18-22
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore