L’Associazione Culturale Trifoglio, sabato 13 giugno pv, presenterà al pubblico la mostra personale dedicata al
Maestro Ennio Calabria, considerato fin dagli anni sessanta uno dei maggiori protagonisti della pittura
d’immagine italiana.
La cerimonia di inaugurazione, alla presenza esclusiva dell’artista, delle autorità politiche e religiose sarà
preceduta, alle ore 17.30, da una presentazione critica a cura del prof. Floriano De Santi presso la Sala
Cascella della Camera di Commercio di Chieti, in Piazza G. B. Vico 3, e sarà documentata da un pregevole
catalogo.
Facendo seguito alla esposizione di Milano dal titolo “La forma dentro”, la mostra allestita per l’occasione negli
spazi espositivi del piano terra e del primo piano dell’Associazione Culturale Trifoglio di Chieti, con il patrocinio
della Provincia e del Comune di Chieti, il Maggio Teatino, l’Università degli Studi G. D’Annunzio di Chieti, il
Comitato Giochi del Mediterraneo Pescara 2009, propone un’emblematica selezione di dipinti e pastelli
dedicati al tema del mare, produzione alla quale è tornato mirabilmente con il ciclo dedicato a Giovanni Paolo
II e con la serie “Un volto e il tempo” – ed un nucleo significativo di tele recenti, per lo più di grande formato.
In queste opere ogni intenzione progettuale, anche se in passato simbiotica al processo stesso del dipingere, ora
cede alla pura trasposizione sulla tela, dell’intima, oscura sensibilità associativa che, da dentro, identifica il
mondo esterno. È come sdraiarsi sullo schermo bianco della tela attendendo, nel farsi della pittura, le ombre
della direzione e dell'immagine come destino.
Ed è proprio il tema del mare, leit motive dominante nelle tele dell’artista, ad assumere una rilevanza
particolare proprio in vista dei Giochi del Mediterraneo Pescara 2009 che saranno ospitati nello stesso periodo
nella Regione Abruzzo
In una simile poiesis scrive De Santi: "Si direbbe che nella produzione figurativa degli ultimi quattro-cinque anni
di Calabria il fantasma dell'immagine sgorga sulla soglia della forma spinta all'estremo, fino al privarsi del reale
nelle sue molecole che un vortice spesso solleva a mulinello dalle apparenze incantevoli. Un tale linguaggio è
fatto fondamentalmente per correggere, per scoprire, con quello che vede, proprio ciò che appartiene alla
piccola, caduca sapienza di ogni comunicazione: il suo tempo di apparizione nella couche della propria distanza
e della propria precarietà. Qui la probabilità immaginativa si sviluppa in termini inversamente proporzionali alla
probabilità linguistica: dove termina la probabilità nella figura raggiunta da tutte le sue combinazioni, si apre
una probabilità inventiva di significati che non è più linguistica, ma simbolica.