Nei video in mostra entrambi gli artisti evocano la dimensione del viaggio verso un'ipotetica salvezza mettendone in luce le contraddizioni.
In Centro di permanenza temporanea, 2007, Adrian Paci riprende un'ordinata fila di migranti intenta a salire sulla scaletta di un aereo. Dopo questa lenta “ascesa”, scandita da primi piani di volti intensi e carichi di enigmatiche domande, la ripresa si allarga e la scaletta con tutti i migranti campeggia solitaria nel mezzo di un areoporto vuoto, metafora appunto di quella traumatica permanenza temporanea.
In Summertime, 2007, Marcella Vanzo affianca su un unico schermo le riprese di uno sbarco di migranti a Lampedusa, da una motovedetta della Finanza, e lo sbarco di un gruppo di turisti che scendono da un vaporetto sulla spiaggia di un'isola greca. Si crea un cortocircuito tra le “necessità” dei due viaggi: quello per la ricerca di una salvezza e quello forzato tipico delle vacanze di massa. Un modo inedito di presentare i contatti ravvicinati imposti dalla globalizzazione e nello stesso tempo uno sguardo sul mare, che con la sua bellezza accompagna in silenzio il dramma dell'accoglienza fuori dal proprio paese e l'anomala parentela con le vacanze di massa. Sono situazioni drasticamente diverse, ma entrambe contengono un desiderio di evasione: dalle difficoltà dell'esistenza in patria l'una e dalla coazione quotidiana del lavoro l'altra.