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Jan Fabre – Le temps emprunté
Jan Fabre, l’artista belga tra i più complessi e irriverenti della scena contemporanea, torna a Romaeuropa con Le temps emprunté (Museo Carlo Bilotti), una mostra che ne ripercorre la carriera di artista visivo e uomo di teatro attraverso i suoi schizzi e le opere di dieci grandi fotografi -tra cui Robert Mapplethorpe e Helmut Newton-, e con Orgy of Tolerance il suo ultimo lavoro, sorprendente, graffiante e pieno d’ironia (Teatro Olimpico).
Comunicato stampa
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Il continuo travaso d'idee tra arti plastiche e teatrali che caratterizza il lavoro di Jan Fabre prende vita in Il Tempo preso in prestito: una mostra e al tempo stesso un punto di osservazione privilegiato sul laboratorio dell'artista belga, un percorso attraverso i suoi spettacoli visti con gli occhi di celebri fotografi come Carl De Keyzer, e Robert Mapplethorpe, Jorge Molder, Helmut Newton..
Dice Fabre: "La fine di uno spettacolo assomiglia a un corpo la cui anima parte per vagabondare tra i corpi del pubblico". Un'anima che può far rivivere il proprio corpo in modo diverso, con una triangolazione che dal tavolo da disegno e da lavoro dell'artista arriva fino alle fotografie d'autore. Nel teatro di Fabre è soprattutto l'interprete a diventare strumento di sperimentazione, per la costruzione di significati e per una ricerca del senso stesso del teatro. La valenza ludica o metafisica, scioccante o commovente della presenza corporea degli attori, trova la sensualità statuaria dell'obbiettivo di Mappelthorpe, il gioioso, geometrico e ricercato edonismo degli still life di Newton, la vivacità della sala prove e del laboratorio teatrale negli scatti di De Keyzer, l'irrequieto movimento della scena in Molder. Scatti d'autore caratterizzati da sguardi molto diversi tra di loro, da cui emerge sempre inconfondibile il segno di Fabre, per quanto visto da prospettive molto distanti. È un segno che troviamo ancor più chiaramente in una serie di disegni, modellini e bozzetti dello stesso Fabre. Partendo da uno dei primi spettacoli, The power of theatrical madness (1984), nella mostra sono esposte una serie di opere che si articolano lungo vent'anni per giungere fino al recenti Requiem for a metamorphosis (2007). In molti casi quindi si tratta di opere autonome, interessanti di per sé, e da cui Fabre ha poi preso spunto per suoi lavori teatrali, secondo un'estetica della bellezza e della metamorfosi che attraversa tutta la sua opera. Una crescente tensione anima il percorso espositivo, dove l'immaginazione caotica dell'artista belga, con le sue pieghe derisorie e scioccanti, appare come il mezzo per innescare nel pubblico quel processo che più di duemila anni fa Aristotele definiva "la catarsi". Tra disegni, bozzetti per le scene, fotografie, Il tempo preso in prestito è tempo sottratto alla messa in scena, una metamorfosi ultima di fine spettacolo, un modo per farne deflagrare l'anima una volta di più.
Jan Fabre è stato ospite del Romaeuropa Festival in due precedenti edizioni: nel 1987 con Das Glas im Kopf wird vom Glas e nel 2oo1 con As long as the world needs a warrior's soul
Credits
Fotografie: Helmut Newton, Carl de Keyser, Robert Mapplethorpe, Jorge Molder, Malou Swinnen, Dirk Braeckman, Marteen Vanden Abeele, Wonge Bergmann, Jean-Pierre Stoop, Pierre Coulibeuf
disegni: Jan Fabre
organizzazione: Aldo Miguel Grompone
realizzazione: Musei in Comune e Romaeuropa Festival 2009
con il sostegno di: Ambasciata del Belgio in Italia
supporto organizzativo e servizi museali: Zetema
con la collaborazione di: BNL Gruppo BNP Paribas, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena
Dice Fabre: "La fine di uno spettacolo assomiglia a un corpo la cui anima parte per vagabondare tra i corpi del pubblico". Un'anima che può far rivivere il proprio corpo in modo diverso, con una triangolazione che dal tavolo da disegno e da lavoro dell'artista arriva fino alle fotografie d'autore. Nel teatro di Fabre è soprattutto l'interprete a diventare strumento di sperimentazione, per la costruzione di significati e per una ricerca del senso stesso del teatro. La valenza ludica o metafisica, scioccante o commovente della presenza corporea degli attori, trova la sensualità statuaria dell'obbiettivo di Mappelthorpe, il gioioso, geometrico e ricercato edonismo degli still life di Newton, la vivacità della sala prove e del laboratorio teatrale negli scatti di De Keyzer, l'irrequieto movimento della scena in Molder. Scatti d'autore caratterizzati da sguardi molto diversi tra di loro, da cui emerge sempre inconfondibile il segno di Fabre, per quanto visto da prospettive molto distanti. È un segno che troviamo ancor più chiaramente in una serie di disegni, modellini e bozzetti dello stesso Fabre. Partendo da uno dei primi spettacoli, The power of theatrical madness (1984), nella mostra sono esposte una serie di opere che si articolano lungo vent'anni per giungere fino al recenti Requiem for a metamorphosis (2007). In molti casi quindi si tratta di opere autonome, interessanti di per sé, e da cui Fabre ha poi preso spunto per suoi lavori teatrali, secondo un'estetica della bellezza e della metamorfosi che attraversa tutta la sua opera. Una crescente tensione anima il percorso espositivo, dove l'immaginazione caotica dell'artista belga, con le sue pieghe derisorie e scioccanti, appare come il mezzo per innescare nel pubblico quel processo che più di duemila anni fa Aristotele definiva "la catarsi". Tra disegni, bozzetti per le scene, fotografie, Il tempo preso in prestito è tempo sottratto alla messa in scena, una metamorfosi ultima di fine spettacolo, un modo per farne deflagrare l'anima una volta di più.
Jan Fabre è stato ospite del Romaeuropa Festival in due precedenti edizioni: nel 1987 con Das Glas im Kopf wird vom Glas e nel 2oo1 con As long as the world needs a warrior's soul
Credits
Fotografie: Helmut Newton, Carl de Keyser, Robert Mapplethorpe, Jorge Molder, Malou Swinnen, Dirk Braeckman, Marteen Vanden Abeele, Wonge Bergmann, Jean-Pierre Stoop, Pierre Coulibeuf
disegni: Jan Fabre
organizzazione: Aldo Miguel Grompone
realizzazione: Musei in Comune e Romaeuropa Festival 2009
con il sostegno di: Ambasciata del Belgio in Italia
supporto organizzativo e servizi museali: Zetema
con la collaborazione di: BNL Gruppo BNP Paribas, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena
27
ottobre 2009
Jan Fabre – Le temps emprunté
Dal 27 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUSEO CARLO BILOTTI – ARANCIERA DI VILLA BORGHESE
Roma, Viale Fiorello La Guardia, 4, (Roma)
Roma, Viale Fiorello La Guardia, 4, (Roma)
Biglietti
Biglietto integrato Museo + Mostra: € 6.00 intero, € 4.00 ridotto, gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente. ridotto per gli abbonati del festival
Orario di apertura
dal martedì alla domenica ore 9.00 - 19.00
24 e 31 dicembre 9.00-14.00 (ultimo ingresso alle 13.00)
La biglietteria chiude mezz’ora prima
Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio
Sito web
romaeuropa.net
Ufficio stampa
ZETEMA
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