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William Forsythe / Peter Welz
Retranslation / Final Unfinished Portrait (Francis Bacon) è sicuramente uno degli esempi più significativi del flusso continuo tra le arti contemporanee e il palcoscenico: con incisivo senso del segno Peter Welz e William Forsythe fanno letteralmente esplodere in un’installazione (Galleria Nazionale d’Arte Moderna) l’ultimo e incompiuto quadro del pittore irlandese
Comunicato stampa
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Tre schermi di tre metri e mezzo per cinque con cornice in alluminio, altoparlanti vicini agli schermi e non visibili, l’incompiuto ritratto di Francis Bacon o una sua copia a grandezza naturale -1,98 X 1,46 metri-, tra 2 lastre di vetro, uno spazio tra i 400 e i 500 metri quadrati il più luminoso possibile: ecco le caratteristiche materiali di Retranslation | Final Unfinished Portrait (Francis Bacon) | figure inscribing a figure, una installazione coreografica multimediale di Peter Welz e William Forsythe in continuo movimento tra scultura, pittura, video arte e danza.
In questo binomio, Welz è uno scultore tedesco che attraverso le nuove tecnologie ha aperto una inedita prospettiva cinetica nelle arti plastiche; Forsythe è un coreografo statunitense che negli ultimi trent’anni si è imposto come una delle figure di spicco della danza contemporanea: il loro incontro nasce dall’idea di creare passaggi fluidi, continui e audaci da un linguaggio artistico all’altro e da un’opera all’altra. Non a caso la loro prima collaborazione, whenever on on on nohow on | airdrawing, prendeva le mosse da un frammento di testo di Samuel Beckett tratto da Worstward Ho.
Punto di partenza del loro secondo incontro è, invece, il quadro che alla sua morte Bacon lasciò incompiuto sul cavalletto da disegno. Era il 1992. Un’opera enigmatica: su uno sfondo tumultuoso appena sbozzato si fa avanti una figura che potrebbe essere George Dyer - l’amante di Bacon scomparso anni prima-, o forse il pittore stesso. Ripresa con più telecamere e montata da Welz, una performance di Forsythe che danza con guanti e calzari dotati di mine di piombo lasciando a terra tracce del movimento, punta a ricomporre sul suolo le linee del quadro di Bacon. Il risultato è una installazione che restituisce questa performance da diversi schermi, quindi diverse prospettive e punti di vista, suscitando anche una suggestiva eco dei cicli di quadri dedicati da Bacon alle opere di Velásquez e di altri grandi maestri del passato.
Il crescendo della curiosità per la figura del pittore irlandese Francis Bacon (1909 - 1992), si è concretizzato l’anno scorso nell’imponente mostra retrospettiva alla Tate Gallery che Londra ha voluto dedicargli. È un interesse coltivato soprattutto dagli artisti, tanto che in Italia un musicista come Giorgio Battistelli gli ha dedicato una sua composizione - Lettera a Francis Bacon, per raccontare con i suoni.
Nel caso di Welz e Forsythe il legame con il pittore irlandese sembra affondare le radici in quel lavoro di traduzione, traslitterazione, stenografia del mondo e della sensazione che il pittore irlandese infondeva nelle sue tele. La frase di Bacon “Nessuna illustrazione della realtà, ma creare immagini che siano un concentrato della realtà e una stenografia della sensazione”, in Retranslation si amplifica emblematicamente verso forme d’arte diverse, come danza, pittura e scultura, che celebrano il loro segreto legame.
William Forsythe è stato ospite del Romaeuropa Festival in tre precedenti edizioni: nel 1989 insieme al Ballet de l’Opéra de Paris a Villa Medici con Agon; nel 1991 a Villa Medici con Mondi riflessi - La nuova scena in video; nel 1996 insieme al Ballet Frankfurt al Museo degli Strumenti Musicali con Quattro coreografie (Firstext, Approximate Sonata, Four Point Counter, The Vertiginous Thrill of Exactitude)
In questo binomio, Welz è uno scultore tedesco che attraverso le nuove tecnologie ha aperto una inedita prospettiva cinetica nelle arti plastiche; Forsythe è un coreografo statunitense che negli ultimi trent’anni si è imposto come una delle figure di spicco della danza contemporanea: il loro incontro nasce dall’idea di creare passaggi fluidi, continui e audaci da un linguaggio artistico all’altro e da un’opera all’altra. Non a caso la loro prima collaborazione, whenever on on on nohow on | airdrawing, prendeva le mosse da un frammento di testo di Samuel Beckett tratto da Worstward Ho.
Punto di partenza del loro secondo incontro è, invece, il quadro che alla sua morte Bacon lasciò incompiuto sul cavalletto da disegno. Era il 1992. Un’opera enigmatica: su uno sfondo tumultuoso appena sbozzato si fa avanti una figura che potrebbe essere George Dyer - l’amante di Bacon scomparso anni prima-, o forse il pittore stesso. Ripresa con più telecamere e montata da Welz, una performance di Forsythe che danza con guanti e calzari dotati di mine di piombo lasciando a terra tracce del movimento, punta a ricomporre sul suolo le linee del quadro di Bacon. Il risultato è una installazione che restituisce questa performance da diversi schermi, quindi diverse prospettive e punti di vista, suscitando anche una suggestiva eco dei cicli di quadri dedicati da Bacon alle opere di Velásquez e di altri grandi maestri del passato.
Il crescendo della curiosità per la figura del pittore irlandese Francis Bacon (1909 - 1992), si è concretizzato l’anno scorso nell’imponente mostra retrospettiva alla Tate Gallery che Londra ha voluto dedicargli. È un interesse coltivato soprattutto dagli artisti, tanto che in Italia un musicista come Giorgio Battistelli gli ha dedicato una sua composizione - Lettera a Francis Bacon, per raccontare con i suoni.
Nel caso di Welz e Forsythe il legame con il pittore irlandese sembra affondare le radici in quel lavoro di traduzione, traslitterazione, stenografia del mondo e della sensazione che il pittore irlandese infondeva nelle sue tele. La frase di Bacon “Nessuna illustrazione della realtà, ma creare immagini che siano un concentrato della realtà e una stenografia della sensazione”, in Retranslation si amplifica emblematicamente verso forme d’arte diverse, come danza, pittura e scultura, che celebrano il loro segreto legame.
William Forsythe è stato ospite del Romaeuropa Festival in tre precedenti edizioni: nel 1989 insieme al Ballet de l’Opéra de Paris a Villa Medici con Agon; nel 1991 a Villa Medici con Mondi riflessi - La nuova scena in video; nel 1996 insieme al Ballet Frankfurt al Museo degli Strumenti Musicali con Quattro coreografie (Firstext, Approximate Sonata, Four Point Counter, The Vertiginous Thrill of Exactitude)
03
ottobre 2009
William Forsythe / Peter Welz
Dal 03 al 25 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
Biglietti
Biglietto € 10.00 intero, € 6.00 ridotto per gli abbonati del festival
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 8.30 - 19.30; la biglietteria chiude alle ore 18.45;
Sito web
romaeuropa.net
Ufficio stampa
ELECTA
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