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Elio Ciol – Gli anni del Neorealismo
Una serie di mostre realizzate a Villa Manin di Passariano, a Casarsa della Delizia e a Pordenone, celebra gli ottant’anni di Elio Ciol, uno dei paesaggisti italiani più noti nel mondo, e i sessant’anni di professione del maestro.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Elio Ciol a Villa Manin
Una serie di mostre realizzate a Villa Manin
di Passariano, a Casarsa della Delizia
e a Pordenone, celebra gli ottant’anni di
Elio Ciol, uno dei paesaggisti italiani più
noti nel mondo, e i sessant’anni di professione
del maestro. Elio Ciol è conosciuto
soprattutto per la sua interpretazione
fotografica del paesaggio italiano e per il
lavoro di documentazione del patrimonio
artistico. La mostra di Villa Manin affronta
uno risvolto poco noto dell’opera del
fotografo friulano, quello degli anni della
formazione, tra il 1950 e il 1964.
L’Italia appena uscita dalla guerra e immersa,
nelle zone più avanzate, nella
grande opera di industrializzazione del
Paese, viveva una stagione di grande fervore
creativo in tutti i campi, dal cinema
alla letteratura, dall’arte alla fotografia. Il
clima del neorealismo portava a sguardi
innovativi su queste società in trasformazione,
con messaggi che per la prima volta
penetravano in profondità nella società
grazie alla diffusione del cinema e della
stampa illustrata.
Elio Ciol, esordiente, partecipe al dibattito
di quegli anni, ad esempio con la frequentazione
del circolo La Gondola di
Venezia, uno dei punti focali della creatività
fotografica del tempo, raccontava
con le sue immagini il clima fervido della
trasformazione sociale, ma anche l’apparente
immutabilità delle campagne e
delle montagne del Friuli e del Veneto, in
quel periodo ancorate ad ancestrali modi
di vita e di produzione, e il fascino di un
Mezzogiorno d’Italia che in quel periodo
era ancora lo stesso che aveva affascinato
i viaggiatori del Grand Tour a partire dal
Settecento. Il suo racconto mostrava però
Elio Ciol – Bambini a Chioggia, 1959.
già i segni di un linguaggio raffinato, costruito
attraverso una ricerca formale tutta
interna al bianco e nero. Vita ed estetica si
intrecciano nelle immagini di quegli anni,
e trovano la loro sintesi nelle straordinarie
immagini scattate poche ore dopo la tragedia
del Vajont.
Merita una citazione a parte il lavoro di fotografo
di scena per il film Gli Ultimi ideato
da padre David Maria Turoldo e diretto nel
1962 da Vito Pandolfi. La ricostruzione del
Friuli degli anni Trenta, immerso nella miseria,
consentì a padre Turoldo di disegnare
un’elegia dei valori della vita contadina
che è forse più attuale e più interessante
oggi che nell’Italia del miracolo economico
(il film fu uno straordinario insuccesso
commerciale). De Gli Ultimi Elio Ciol fu fotografo
di scena, e le sue immagini sono
una “storia nella storia”, racconto di momenti
della produzione, di espressioni di
protagonisti e tecnici, di presenza di quel
Elio Ciol – Giorno di sagra, San Salvatore di Maiano, 1960.
paesaggio friulano che era ormai una costante
del suo sguardo.
La mostra presenta però anche altri momenti
che oggi sembrano provenire da
un passato remoto. Visioni di Venezia, di
Assisi, delle campagne attorno a Milano;
e momenti di quella vita di montagna che
pareva destinata all’immobilità, tutte realtà
che nel giro di pochi anni avrebbero
subito l’attacco della modernità. In quel
mondo in trasformazione si trasforma
progressivamente anche lo sguardo di
Elio Ciol, che lentamente elabora la sua filosofia
fine art anche quando il suo obiettivo
si rivolge alle persone, agli sguardi,
alle posture.
La mostra è composta di 140 immagini,
ed occupa la barchessa di Villa Manin, il
grande complesso nella campagna friulana,
nel comune di Codroipo, che da molti
anni costituisce una delle maggiori sedi
espositive della regione Friuli Venezia
Giulia.
La mostra è aperta dal martedì al venerdì
dalle 14 alle 19; il sabato e la domenica
dalle 10 alle 19. L’ingresso è gratuito.
Informazioni presso Azoenda Speciale
Villa Manin, Passariano, Codroipo (Udine)
allo 0432.821211 o sul sito www.
villamanin-eventi.it.
Accompagnerà la mostra un catalogo edito
da Umberto Allemandi, con un saggio
introduttivo di Silvia Paoli.
La mostra viene realizzata con il contributo
di Regione autonoma Friuli Venezia
Giulia, dell’Azienda speciale di Villa Manin,
della Provincia di Pordenone, del Comune
di Pordenone e del Comune di Casarsa
della Delizia, e con la collaborazione di
Friuladria – Crédit Agricole.
Elio Ciol – Tiro alla fune, Marano lagunare, 1958.
Le altre mostre
Altre due mostre, al Centro Studi Pasolini
di Casarsa e a Pordenone, completeranno
durante l’autunno l’omaggio a Elio Ciol.
La luce incisa.
Centro Studi Pasolini, Casarsa della Delizia,
26 settembre – 8 dicembre 2009
via Guidalberto Pasolini, 33072 Casarsa
della Delizia (Pordenone), tel.
0434.870593, www.centrostudipasolini.
it
È la fotografia di paesaggio ad aver reso
celebre Elio Ciol, in virtù di un lungo lavoro
di affinamento svolto nel corso di moltissimi
anni sui soggetti più diversi, dalle
grandi superfici e dai grandi cieli della pianura
friulana alla montagna alle lagune.
Nel corso del tempo la visione di Ciol si è
evoluta, asciugandosi, riducendo l’immagine
a pochi elementi essenziali immersi
in grandi linee costruttive. Inoltre, come
succede in rari casi, le cose raffigurate, le
pietre, le piante, il legno, le viti, il percorso
dei fiumi, i cieli, sembrano rappresentare
qualcosa di più della loro stessa apparenza.
L’interpretazione di questo “qualcosa
di più” dipende da chi guarda: a seconda
dell’inclinazione vi si può leggere la
mano di Dio, il respiro di madre natura, la
straordinaria capacità di interpretazione
dell’uomo. La luce incisa in particolare è
dedicata alla visione del Friuli, filtrato attraverso
una visione che si avvale di tutta
la potenza espressiva ed evocativa del
bianco e nero.
Il volto e la parola
Ex chiesa di San Francesco, Pordenone,
28 novembre 2009 – 31 gennaio 2010
Piazza della Motta, 2 - 33170 Pordenone
- tel. 0434 392917 - www.comune.
pordenone.it
Meno nota dell’opera creativa di Elio Ciol,
la sua attività di documentarista del patrimonio
artistico ha rappresentato il nucleo
della sua attività professionale, costituendo
il nucleo portante di decine e decine
di libri e pubblicazioni. Vero e proprio patrimonio
culturale, l’archivio di Elio Ciol
ha avuto ruoli imprevedibili: ad esempio
è stato strumento fondamentale per la
ricostruzione e il restauro di opere d’arte
dopo il terremoto del 1976 in Friuli. Vittima
di eventi sismici fu anche la Basilica di
Assisi, uno dei luoghi al mondo con il più
alto contenuto di opere d’arte e di valori
cristiani, che fu interamente esplorata e
documentata dall’obiettivo di Elio Ciol. La
mostra di Pordenone non rappresenta un
esempio di riproduzioni dei grandi cicli di
affreschi del tempio dedicato a San Francesco,
ma una vera e propria rilettura, a
colori e con stampe di grandi dimensioni,
di uno dei momenti più alti dell’arte tardo
medievale: il fotografo esplora i volti
dei protagonisti del ciclo dedicato alla
vita di Gesù, nella Basilica inferiore, e di
quello dedicato alla vita di San Francesco
in quella superiore, ricreando attraverso i
dettagli e le espressioni la spinta mistica e
l’abilità artistica degli autori. Vale la pena
di ricordare che molti dei dettagli che fanno
parte del racconto di Ciol sono difficilmente
“leggibili” dagli stessi visitatori della
Basilica francescana, per le condizioni
di luce e la stessa altezza da terra.
Anche la mostra di Pordenone sarà accompagnata
da un catalogo edito da Allemandi.
Elio Ciol – Venditore di lana _ Amalfi, 1957
Biografia di Elio Ciol
Elio Ciol è nato a Casarsa della Delizia (PN),
dove tuttora risiede e lavora.
Ha iniziato a lavorare fin da giovane nel
laboratorio fotografico del padre. Ha acquisito
una vasta esperienza tecnica e ha
maturato un suo modo di leggere le opere
d’arte e di esprimersi attraverso la fotografia,
segnatamente nel paesaggio.
Nella ricerca costante di nuove tecniche
e di nuove forme di linguaggio per immagini
ha fatto parte dal 1955 al 1965
del cineclub di Udine. Ha realizzato vari
documentari, a passo ridotto, premiati al
Concorso Nazionale del Cineamatore di
Montecatini e al Concorso Internazionale
del Cineamatore di Salerno.
Dal 1955 al 1960 ha fatto parte del circolo
fotografico “La Gondola” di Venezia.
Nel 1962 ha partecipato come fotografo
di scena al film Gli ultimi di Vito Pandolfi e
P.D.M. Turoldo.
Nel 1963, a Milano, ha collaborato con Luigi
Crocenzi alla realizzazione della “Fondazione
Arnaldo e Fernando Altimani per
lo studio e la sperimentazione sul linguaggio
per immagini”.
Nello stesso anno ha esposto all’Ambrosianeum
di Milano le foto di un suo servizio
sull’attività di Gioventù Studentesca
nella Bassa Milanese.
Numerose le sue mostre fotografiche in
Italia e all’estero. Molto significative l’antologica
del 1999 voluta dai Civici Musei
e dal Comune di Udine nel grandioso spazio
espositivo della Chiesa di S. Francesco
e quella promossa dal Comune di Padova,
nel 2002, nel Palazzo del Monte di Pietà.
Nel 2004 la Provincia di Pordenone e il Comune
di Casarsa Della Delizia hanno promosso
una mostra di sue nuove fotografie
raccolte in dittici e trittici, e per l’occasione
è stato realizzato il convegno sul collezionismo
fotografico: La memoria ambigua.
Nel 2006 è stato invitato a esporre nel
Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo a
Udine.
Nel 2006 la Cohen Amador Gallery di New
York ha esposto una sua mostra personale.
Nel 2007 è stato invitato al “Meeting per
l’amicizia tra i popoli” di Rimini, assieme a
Pepi Merisio, per un’antologica.
Nel 2009 è stato invitato dal Centro Culturale
Candiani di Mestre-Venezia a esporre
un’antologica dal titolo Elio Ciol. Terre di
poesia.
Nello stesso anno, in occasione del conferimento
del titolo “Uomo di Confine” a
Claudio Magris, è stato invitato a esporre
a Sejny, in Polonia, nella Galleria della Sinagoga
Bianca, la mostra La luce incisa.
Ha ottenuto premi e riconoscimenti, tra i
quali, limitando la citazione ai più recenti:
1991, Casarsa, Cittadino dell’anno;
1992, Londra, Premio Kraszna Krausz per il
fotolibro Assisi, a pari merito con i libri di
Sebastião Salgado, Paul Strand e Irving
Penn;
1993, Pordenone, Premio S.Marco;
1995, Spilimbergo, C.R.A.F. Premio Speciale
Friuli-Venezia Giulia Fotografia;
1996, Londra, Premio Kraszna Krausz per
il fotolibro Venezia, a pari merito con i libri
di R. Doisneau, E. Hartmann e N. Rosenblum;
1997, Amsterdam, World Press Photo, terzo
premio nella categoria “Natura e Ambiente”;
1999, Buia, Premio Nadal Furlan 1999, XXI
edizione;
2001, Padova, “Dietro l’obiettivo: una vita”
Foto Padova 2001;
2003, Padova, “Premio Foto Padova 2003
per il migliore fotolibro” Ascoltare la luce.
Sue fotografie sono presenti nel:
Metropolitan Museum of Art, New York;
International Museum of Photography,
Rochester, New York; Centre for Creative
Photography Tucson, Arizona; Humanities
Research Centre, University of Texas,
Austin; The Art Museum, Princeton University,
New Jersey; Centre Canadian d’Architecture,
Montreal, Canada; The Art Institute
of Chicago; The University College
of Wales, Aberystwyth; Victoria & Albert
Museum, Londra; Musèe de la Photographie,
Charleroi; Civici Musei e Gallerie di
Storia e Arte, Udine; Galleria di Arte Contemporanea
Pro Civitate Christiana, Assisi;
Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo,
Udine; e in numerose gallerie private.
Collabora con importanti case editrici e
ha contribuito con le sue fotografie alla
realizzazione di oltre duecento libri.
Una serie di mostre realizzate a Villa Manin
di Passariano, a Casarsa della Delizia
e a Pordenone, celebra gli ottant’anni di
Elio Ciol, uno dei paesaggisti italiani più
noti nel mondo, e i sessant’anni di professione
del maestro. Elio Ciol è conosciuto
soprattutto per la sua interpretazione
fotografica del paesaggio italiano e per il
lavoro di documentazione del patrimonio
artistico. La mostra di Villa Manin affronta
uno risvolto poco noto dell’opera del
fotografo friulano, quello degli anni della
formazione, tra il 1950 e il 1964.
L’Italia appena uscita dalla guerra e immersa,
nelle zone più avanzate, nella
grande opera di industrializzazione del
Paese, viveva una stagione di grande fervore
creativo in tutti i campi, dal cinema
alla letteratura, dall’arte alla fotografia. Il
clima del neorealismo portava a sguardi
innovativi su queste società in trasformazione,
con messaggi che per la prima volta
penetravano in profondità nella società
grazie alla diffusione del cinema e della
stampa illustrata.
Elio Ciol, esordiente, partecipe al dibattito
di quegli anni, ad esempio con la frequentazione
del circolo La Gondola di
Venezia, uno dei punti focali della creatività
fotografica del tempo, raccontava
con le sue immagini il clima fervido della
trasformazione sociale, ma anche l’apparente
immutabilità delle campagne e
delle montagne del Friuli e del Veneto, in
quel periodo ancorate ad ancestrali modi
di vita e di produzione, e il fascino di un
Mezzogiorno d’Italia che in quel periodo
era ancora lo stesso che aveva affascinato
i viaggiatori del Grand Tour a partire dal
Settecento. Il suo racconto mostrava però
Elio Ciol – Bambini a Chioggia, 1959.
già i segni di un linguaggio raffinato, costruito
attraverso una ricerca formale tutta
interna al bianco e nero. Vita ed estetica si
intrecciano nelle immagini di quegli anni,
e trovano la loro sintesi nelle straordinarie
immagini scattate poche ore dopo la tragedia
del Vajont.
Merita una citazione a parte il lavoro di fotografo
di scena per il film Gli Ultimi ideato
da padre David Maria Turoldo e diretto nel
1962 da Vito Pandolfi. La ricostruzione del
Friuli degli anni Trenta, immerso nella miseria,
consentì a padre Turoldo di disegnare
un’elegia dei valori della vita contadina
che è forse più attuale e più interessante
oggi che nell’Italia del miracolo economico
(il film fu uno straordinario insuccesso
commerciale). De Gli Ultimi Elio Ciol fu fotografo
di scena, e le sue immagini sono
una “storia nella storia”, racconto di momenti
della produzione, di espressioni di
protagonisti e tecnici, di presenza di quel
Elio Ciol – Giorno di sagra, San Salvatore di Maiano, 1960.
paesaggio friulano che era ormai una costante
del suo sguardo.
La mostra presenta però anche altri momenti
che oggi sembrano provenire da
un passato remoto. Visioni di Venezia, di
Assisi, delle campagne attorno a Milano;
e momenti di quella vita di montagna che
pareva destinata all’immobilità, tutte realtà
che nel giro di pochi anni avrebbero
subito l’attacco della modernità. In quel
mondo in trasformazione si trasforma
progressivamente anche lo sguardo di
Elio Ciol, che lentamente elabora la sua filosofia
fine art anche quando il suo obiettivo
si rivolge alle persone, agli sguardi,
alle posture.
La mostra è composta di 140 immagini,
ed occupa la barchessa di Villa Manin, il
grande complesso nella campagna friulana,
nel comune di Codroipo, che da molti
anni costituisce una delle maggiori sedi
espositive della regione Friuli Venezia
Giulia.
La mostra è aperta dal martedì al venerdì
dalle 14 alle 19; il sabato e la domenica
dalle 10 alle 19. L’ingresso è gratuito.
Informazioni presso Azoenda Speciale
Villa Manin, Passariano, Codroipo (Udine)
allo 0432.821211 o sul sito www.
villamanin-eventi.it.
Accompagnerà la mostra un catalogo edito
da Umberto Allemandi, con un saggio
introduttivo di Silvia Paoli.
La mostra viene realizzata con il contributo
di Regione autonoma Friuli Venezia
Giulia, dell’Azienda speciale di Villa Manin,
della Provincia di Pordenone, del Comune
di Pordenone e del Comune di Casarsa
della Delizia, e con la collaborazione di
Friuladria – Crédit Agricole.
Elio Ciol – Tiro alla fune, Marano lagunare, 1958.
Le altre mostre
Altre due mostre, al Centro Studi Pasolini
di Casarsa e a Pordenone, completeranno
durante l’autunno l’omaggio a Elio Ciol.
La luce incisa.
Centro Studi Pasolini, Casarsa della Delizia,
26 settembre – 8 dicembre 2009
via Guidalberto Pasolini, 33072 Casarsa
della Delizia (Pordenone), tel.
0434.870593, www.centrostudipasolini.
it
È la fotografia di paesaggio ad aver reso
celebre Elio Ciol, in virtù di un lungo lavoro
di affinamento svolto nel corso di moltissimi
anni sui soggetti più diversi, dalle
grandi superfici e dai grandi cieli della pianura
friulana alla montagna alle lagune.
Nel corso del tempo la visione di Ciol si è
evoluta, asciugandosi, riducendo l’immagine
a pochi elementi essenziali immersi
in grandi linee costruttive. Inoltre, come
succede in rari casi, le cose raffigurate, le
pietre, le piante, il legno, le viti, il percorso
dei fiumi, i cieli, sembrano rappresentare
qualcosa di più della loro stessa apparenza.
L’interpretazione di questo “qualcosa
di più” dipende da chi guarda: a seconda
dell’inclinazione vi si può leggere la
mano di Dio, il respiro di madre natura, la
straordinaria capacità di interpretazione
dell’uomo. La luce incisa in particolare è
dedicata alla visione del Friuli, filtrato attraverso
una visione che si avvale di tutta
la potenza espressiva ed evocativa del
bianco e nero.
Il volto e la parola
Ex chiesa di San Francesco, Pordenone,
28 novembre 2009 – 31 gennaio 2010
Piazza della Motta, 2 - 33170 Pordenone
- tel. 0434 392917 - www.comune.
pordenone.it
Meno nota dell’opera creativa di Elio Ciol,
la sua attività di documentarista del patrimonio
artistico ha rappresentato il nucleo
della sua attività professionale, costituendo
il nucleo portante di decine e decine
di libri e pubblicazioni. Vero e proprio patrimonio
culturale, l’archivio di Elio Ciol
ha avuto ruoli imprevedibili: ad esempio
è stato strumento fondamentale per la
ricostruzione e il restauro di opere d’arte
dopo il terremoto del 1976 in Friuli. Vittima
di eventi sismici fu anche la Basilica di
Assisi, uno dei luoghi al mondo con il più
alto contenuto di opere d’arte e di valori
cristiani, che fu interamente esplorata e
documentata dall’obiettivo di Elio Ciol. La
mostra di Pordenone non rappresenta un
esempio di riproduzioni dei grandi cicli di
affreschi del tempio dedicato a San Francesco,
ma una vera e propria rilettura, a
colori e con stampe di grandi dimensioni,
di uno dei momenti più alti dell’arte tardo
medievale: il fotografo esplora i volti
dei protagonisti del ciclo dedicato alla
vita di Gesù, nella Basilica inferiore, e di
quello dedicato alla vita di San Francesco
in quella superiore, ricreando attraverso i
dettagli e le espressioni la spinta mistica e
l’abilità artistica degli autori. Vale la pena
di ricordare che molti dei dettagli che fanno
parte del racconto di Ciol sono difficilmente
“leggibili” dagli stessi visitatori della
Basilica francescana, per le condizioni
di luce e la stessa altezza da terra.
Anche la mostra di Pordenone sarà accompagnata
da un catalogo edito da Allemandi.
Elio Ciol – Venditore di lana _ Amalfi, 1957
Biografia di Elio Ciol
Elio Ciol è nato a Casarsa della Delizia (PN),
dove tuttora risiede e lavora.
Ha iniziato a lavorare fin da giovane nel
laboratorio fotografico del padre. Ha acquisito
una vasta esperienza tecnica e ha
maturato un suo modo di leggere le opere
d’arte e di esprimersi attraverso la fotografia,
segnatamente nel paesaggio.
Nella ricerca costante di nuove tecniche
e di nuove forme di linguaggio per immagini
ha fatto parte dal 1955 al 1965
del cineclub di Udine. Ha realizzato vari
documentari, a passo ridotto, premiati al
Concorso Nazionale del Cineamatore di
Montecatini e al Concorso Internazionale
del Cineamatore di Salerno.
Dal 1955 al 1960 ha fatto parte del circolo
fotografico “La Gondola” di Venezia.
Nel 1962 ha partecipato come fotografo
di scena al film Gli ultimi di Vito Pandolfi e
P.D.M. Turoldo.
Nel 1963, a Milano, ha collaborato con Luigi
Crocenzi alla realizzazione della “Fondazione
Arnaldo e Fernando Altimani per
lo studio e la sperimentazione sul linguaggio
per immagini”.
Nello stesso anno ha esposto all’Ambrosianeum
di Milano le foto di un suo servizio
sull’attività di Gioventù Studentesca
nella Bassa Milanese.
Numerose le sue mostre fotografiche in
Italia e all’estero. Molto significative l’antologica
del 1999 voluta dai Civici Musei
e dal Comune di Udine nel grandioso spazio
espositivo della Chiesa di S. Francesco
e quella promossa dal Comune di Padova,
nel 2002, nel Palazzo del Monte di Pietà.
Nel 2004 la Provincia di Pordenone e il Comune
di Casarsa Della Delizia hanno promosso
una mostra di sue nuove fotografie
raccolte in dittici e trittici, e per l’occasione
è stato realizzato il convegno sul collezionismo
fotografico: La memoria ambigua.
Nel 2006 è stato invitato a esporre nel
Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo a
Udine.
Nel 2006 la Cohen Amador Gallery di New
York ha esposto una sua mostra personale.
Nel 2007 è stato invitato al “Meeting per
l’amicizia tra i popoli” di Rimini, assieme a
Pepi Merisio, per un’antologica.
Nel 2009 è stato invitato dal Centro Culturale
Candiani di Mestre-Venezia a esporre
un’antologica dal titolo Elio Ciol. Terre di
poesia.
Nello stesso anno, in occasione del conferimento
del titolo “Uomo di Confine” a
Claudio Magris, è stato invitato a esporre
a Sejny, in Polonia, nella Galleria della Sinagoga
Bianca, la mostra La luce incisa.
Ha ottenuto premi e riconoscimenti, tra i
quali, limitando la citazione ai più recenti:
1991, Casarsa, Cittadino dell’anno;
1992, Londra, Premio Kraszna Krausz per il
fotolibro Assisi, a pari merito con i libri di
Sebastião Salgado, Paul Strand e Irving
Penn;
1993, Pordenone, Premio S.Marco;
1995, Spilimbergo, C.R.A.F. Premio Speciale
Friuli-Venezia Giulia Fotografia;
1996, Londra, Premio Kraszna Krausz per
il fotolibro Venezia, a pari merito con i libri
di R. Doisneau, E. Hartmann e N. Rosenblum;
1997, Amsterdam, World Press Photo, terzo
premio nella categoria “Natura e Ambiente”;
1999, Buia, Premio Nadal Furlan 1999, XXI
edizione;
2001, Padova, “Dietro l’obiettivo: una vita”
Foto Padova 2001;
2003, Padova, “Premio Foto Padova 2003
per il migliore fotolibro” Ascoltare la luce.
Sue fotografie sono presenti nel:
Metropolitan Museum of Art, New York;
International Museum of Photography,
Rochester, New York; Centre for Creative
Photography Tucson, Arizona; Humanities
Research Centre, University of Texas,
Austin; The Art Museum, Princeton University,
New Jersey; Centre Canadian d’Architecture,
Montreal, Canada; The Art Institute
of Chicago; The University College
of Wales, Aberystwyth; Victoria & Albert
Museum, Londra; Musèe de la Photographie,
Charleroi; Civici Musei e Gallerie di
Storia e Arte, Udine; Galleria di Arte Contemporanea
Pro Civitate Christiana, Assisi;
Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo,
Udine; e in numerose gallerie private.
Collabora con importanti case editrici e
ha contribuito con le sue fotografie alla
realizzazione di oltre duecento libri.
05
settembre 2009
Elio Ciol – Gli anni del Neorealismo
Dal 05 settembre al 10 ottobre 2009
fotografia
Location
VILLA MANIN DI PASSARIANO
Codroipo, Piazza Manin, 10, (Udine)
Codroipo, Piazza Manin, 10, (Udine)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì
dalle 14 alle 19; il sabato e la domenica
dalle 10 alle 19.
Editore
ALLEMANDI
Autore