Il pittore messicano Francisco Toledo, nato a Città del Messico nel 1940, e' considerato uno dei maggiori artisti viventi del continente latinoamericano. Erede e continuatore della piu' ricercata tradizione pittorica nazionale che idealmente si potrebbe far fluire nel seguente filo conduttore: Posada- muralisti (Orozco, Rivera, Siqueiros)- Tamayo- Toledo.

La notorietà dell'artista in Messico e' abbrumante (la gente rispettosamente lo chiama Maestro). All'estero Toledo ha esposto nelle piu' importanti gallerie e musei del mondo, ma in Italia la sua presenza e' rimasta sporadica: annovera una lontana partecipazione al Festival di Spoleto nel 1973 e una mostra di scultura in cera alla Biennale di Venezia nel 1997. In mostre collettive dedicate all'arte Messicana ricordiamo Passione per la vita a castel dell'Ovo a Napoli nel 1996 o Tierra de arte a Palazzo Bricherasio a Torino nel 2004, per citarne alcune.

Questa premessa ci permette valorizzare l'importanza di una mostra che dal 1986 ha viaggiato in quasi 50 città in tutto il mondo e che quest'anno ha percorso un' itinerario lungo 12 mesi, visitando Il Cairo, Atene, Essex, Granada ed ora Roma; permettendo di avvicinare il pubblico italiano a uno straordinario artista, attraverso una prestigiosa collezione che porta il nome di -Zoologia fantastica. Omaggio a Jorge Luis Borges- di proprietà della messicana Galleria Arvil, composta di 46 opere in acquerello e inchiostro su carta, porta in se' alcune delle peculiarità maggiormente caratteristiche dell'artista: devozione e destrezza per la grafica, tematica legata al mondo animale non realistico ma fantastico, sapienza nell'uso del colore, raffinatezza del tratto e amore per i libri. Inoltre La Zoologia e' uno degli esempi maggiormente vistosi della collaborazione tra l'artista e la Galleria Arvil, fin dalla sua fondazione nel 1969.

Queste opere illustrano la reimpressione del Manuale di Zoologia fantastica, richiesta all'artista dalla nota casa editrice messicana Fondo de Cultura Económica, che lo scrittore argentino Jorge Luis Borges scrisse in colaborazione a Margarita Guerrero nel 1957.
La lettura del testo di Borges non e' consecutiva, perche' formata da una sequenza di racconti brevi, a volte simili a frammenti di prosa poetica che diedero la possibilità all'artista di creare immagini a se'.

I parallelismi tra i due autori sono molteplici e le caratteristiche stilistiche di ciascuno si fondano entro un armonia assoluta: maestri nella creazione di mondi fantastici, attraverso l'uso di un linguaggio colto e raffinato con influssi delle tradizioni orientali e occidentali che portano a conformare una visione giocosa e ironica del mondo (piu' classico in Borges e molto piu' libero in Toledo). Il risultato e' la creazione di un mondo nuovo, senza gerarchie: anfibi, insetti, felini, esseri umani, felicemente convivono e si mischiano tra di loro, metamorfosandosi.

Gli esseri fantastici o i veri animali, servono a tutte due come modo per supportare idee sull'amore, sui rapporti sociali e sulla condizione dell'uomo. Il bestiario era rimasto nella storia della letteratura latino-americana come un esempio enigmatico della tradizione orale fin dall'epoca precolombiana, lontana da qualsiasi contaminazione proveniente dalla cultura occidentale. Malgrado questo il suo momento di maggiore qualità ed auge lo raggiunge con la letteratura del XX secolo a partire dall'edizione di Borges e probabilmente per coincidenza, si moltiplicarono altri bestiari, realizzati da eccellenti scrittori come Alejo Carpentier, Gabriel García Márquez, Pablo Neruda, Alberto Blanco, per citarne alcuni.