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Tobia Ravà – Vele d’infinito
La cultura ebraica europea e quella italiana in particolare, attraverso l’opera di Tobia Ravà determina una sua specificità culturale ed iconografica utilizzando la lingua ebraica come elemento strutturale e cognitiv; Ravà vuole manifestare l’idea che la cultura ebraica pur traendo la linfa dalle radici nel passato sia un grosso propulsore, strumento di conoscenza, un motore di energia positiva (le vele) che ci proietta nel futuro.
Comunicato stampa
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La cultura ebraica europea e quella italiana in particolare, attraverso l’opera di Tobia Ravà determina una sua specificità culturale ed iconografica utilizzando la lingua ebraica come elemento strutturale e cognitiv; Ravà vuole manifestare l’idea che la cultura ebraica pur traendo la linfa dalle radici nel passato sia un grosso propulsore, strumento di conoscenza, un motore di energia positiva (le vele) che ci proietta nel futuro.
Secondo il pensiero di Yishaq Luria, l’uomo, (e “l’artista” in particolare) è socio del creatore e con lui costruisce il futuro avvicinando, con l’operare positivamente, l’epoca messianica (tikkun).
La doppia installazione di Ravà al Castello Svevo di Trani, idealmente dedicata ad Isaia da Trani e a Federico II di Svevia, si presenta nel cortile centrale del castello con sette grandi “vele” realizzate in raso, nelle salette d’entrata con tre opere pittoriche in digitale legate alla mistica ebraica, mentre nelle tre salette a sinistra del cortile centrale con tre immagini in lightbox.
Sette delle “vele” riportano le immagini di architetture, dipinte con numeri e lettere ebraiche, attraverso un percorso ghematrico dal forte senso prospettico, specifico del lavoro dell’artista.
(Ogni lettera ebraica è anche un numero ed ogni parola ha quindi un “valore” numerico).
Le “vele” riportano le immagini di alcuni luoghi del bacino mediterraneo legate idealmente a Trani come punto d’incontro di mercanti e di idee, in seno alla cultura ebraica e non solo…, dal Veneto a Rodi poi a Safed e dalla Calabria alla Liguria…
L’ “ottava vela”, eseguita in originale dall’artista su una vela di Soldini per il Festival sul mare di Maratea, (che a sua volta la ha donata alla comunità ebraica di Trani) è una bandiera che riporta l’immagine dell’ulav (due foglie di palma, tre rami di mirto e due foglie di salice) e l’ etrog (cedro) della festa ebraica di sukkot. Situata in copia come bandiera a Santa Maria del Cedro in Calabria, dove appunto i cedri vengono coltivati, legano questo sito calabrese di interesse “ebraico” a Trani.
Il primo dei laightbox delle sale interne dal titolo “Il grande ascolta” rappresenta l’immagine di un grande orecchio costruito con i numeri di frequenze in sequenza e con parole ebraiche riferite alla ”voce”, al “suono” e all’ “ascoltare”, quale ideale congiunzione tra l’uomo e chi “ascolta” ad un livello superiore.
“Foresta alchemica azzurra” (il secondo laightbox) presenta un bosco costruito con i valori numerici e le parole corrispondenti ai quattro elementi che sommate tra loro danno risultati incredibili, definiti dall’artista “Elementi dialettici di calcolo trascendentale”.
Il terzo laightbox, “Memoria universale”, è un vortice costruito con i valori della sequenza di Fibonacci e il corrispondente valore ghematrico che determina parole e frasi in ebraico dal medesimo valore numerico, e dalla conseguente sequenza di numeri teosofici, corrispondente ad un DNA cosmico che lega la matematica alla qabbalah.
Tobia Ravà (Padova, 1959) vive e lavora a Venezia e a Mirano. Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna, dove è stato allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Ha iniziato a dipingere dal 1971 ed espone dal 1977 in mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Cina, Giappone, Stati Uniti. E' presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina e in Estremo Oriente. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani, che, partendo dalla semiologia biplanare, prende il nome dall’ipotesi di un terzo livello percettivo derivato dall’aura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante. Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente e rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, anche interagendo espositivamente con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d'arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell'arte contemporanea. Nel 2004 con Maria Luisa Trevisan ha dato vita a PaRDeS Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea a Mirano dove artisti di generazioni e culture diverse si confrontano su temi naturalistici e scientifici.
www.tobiarava.com
Secondo il pensiero di Yishaq Luria, l’uomo, (e “l’artista” in particolare) è socio del creatore e con lui costruisce il futuro avvicinando, con l’operare positivamente, l’epoca messianica (tikkun).
La doppia installazione di Ravà al Castello Svevo di Trani, idealmente dedicata ad Isaia da Trani e a Federico II di Svevia, si presenta nel cortile centrale del castello con sette grandi “vele” realizzate in raso, nelle salette d’entrata con tre opere pittoriche in digitale legate alla mistica ebraica, mentre nelle tre salette a sinistra del cortile centrale con tre immagini in lightbox.
Sette delle “vele” riportano le immagini di architetture, dipinte con numeri e lettere ebraiche, attraverso un percorso ghematrico dal forte senso prospettico, specifico del lavoro dell’artista.
(Ogni lettera ebraica è anche un numero ed ogni parola ha quindi un “valore” numerico).
Le “vele” riportano le immagini di alcuni luoghi del bacino mediterraneo legate idealmente a Trani come punto d’incontro di mercanti e di idee, in seno alla cultura ebraica e non solo…, dal Veneto a Rodi poi a Safed e dalla Calabria alla Liguria…
L’ “ottava vela”, eseguita in originale dall’artista su una vela di Soldini per il Festival sul mare di Maratea, (che a sua volta la ha donata alla comunità ebraica di Trani) è una bandiera che riporta l’immagine dell’ulav (due foglie di palma, tre rami di mirto e due foglie di salice) e l’ etrog (cedro) della festa ebraica di sukkot. Situata in copia come bandiera a Santa Maria del Cedro in Calabria, dove appunto i cedri vengono coltivati, legano questo sito calabrese di interesse “ebraico” a Trani.
Il primo dei laightbox delle sale interne dal titolo “Il grande ascolta” rappresenta l’immagine di un grande orecchio costruito con i numeri di frequenze in sequenza e con parole ebraiche riferite alla ”voce”, al “suono” e all’ “ascoltare”, quale ideale congiunzione tra l’uomo e chi “ascolta” ad un livello superiore.
“Foresta alchemica azzurra” (il secondo laightbox) presenta un bosco costruito con i valori numerici e le parole corrispondenti ai quattro elementi che sommate tra loro danno risultati incredibili, definiti dall’artista “Elementi dialettici di calcolo trascendentale”.
Il terzo laightbox, “Memoria universale”, è un vortice costruito con i valori della sequenza di Fibonacci e il corrispondente valore ghematrico che determina parole e frasi in ebraico dal medesimo valore numerico, e dalla conseguente sequenza di numeri teosofici, corrispondente ad un DNA cosmico che lega la matematica alla qabbalah.
Tobia Ravà (Padova, 1959) vive e lavora a Venezia e a Mirano. Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino. Si è laureato in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna, dove è stato allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Ha iniziato a dipingere dal 1971 ed espone dal 1977 in mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Cina, Giappone, Stati Uniti. E' presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina e in Estremo Oriente. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani, che, partendo dalla semiologia biplanare, prende il nome dall’ipotesi di un terzo livello percettivo derivato dall’aura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante. Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente e rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, anche interagendo espositivamente con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d'arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell'arte contemporanea. Nel 2004 con Maria Luisa Trevisan ha dato vita a PaRDeS Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea a Mirano dove artisti di generazioni e culture diverse si confrontano su temi naturalistici e scientifici.
www.tobiarava.com
07
settembre 2009
Tobia Ravà – Vele d’infinito
Dal 07 al 22 settembre 2009
arte contemporanea
Location
CASTELLO SVEVO
Trani, Piazza Manfredi Re, (Bari)
Trani, Piazza Manfredi Re, (Bari)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 9-19
Sito web
www.festivaldellaculturaebraicainpuglia.it
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore