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Giovanni Gasparro – Noli me tangere
Prima personale dell’artista, l’esposizione presenta una trentina di tele di grandi e medie dimensioni, dipinti dall’impatto visivo ed emotivo scatenante ed una notevole abilità tecnica.
Comunicato stampa
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Noli me tangere è il titolo di questa singolare ed inedita mostra, con un testo critico dello storico e critico d’arte Paolo Serafini, prima personale del giovane artista Giovanni Gasparro, che si inaugurerà giovedì 15 Ottobre alle 18,00 nella Galleria Russo di Roma con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma.
Prima personale dell’artista, l’esposizione presenta una trentina di tele di grandi e medie dimensioni, dipinti dall’impatto visivo ed emotivo scatenante ed una notevole abilità tecnica.
Giovanni Gasparro insolito artista della nuova generazione, nato in provincia di Bari, appena ventiseienne, è un pittore figurativo, con chiara ispirazione sacra da cui il titolo della mostra Noli me tangere, in cui le componenti iconografiche tradizionali vengono sovvertite da un simbolismo trascendente che, con un’inquietudine nel tratto e nelle figure, ferma il corpo in azione per raccontarne l’anima.
Con radici tecnico-formali della tradizione storica e suggestioni di quegli artisti del realismo novecentesco più inclini all’introspezione, la pittura di Gasparro si contraddistingue per l’espressività drammatica e passionale che conferisce alle immagini un’estrema tensione.
La mostra verrà ospitata in seguito nella nuova galleria milanese di Fabrizio Russo.
Per Noli me tangere di Giovanni Gasparro
di Paolo Serafini
I maestri. Appartenenza alla tradizione e distanza temporale
Giovanni Gasparro ha 26 anni. E’ alla sua prima mostra personale in Italia. La prima cosa che un catalogo tradizionale dovrebbe fare è sforzarsi di collegarlo a maestri o movimenti importanti e ormai storicizzati, per attribuirgli una patente di nobiltà operativa, di certezza qualitativa, di importanza storico-artistica. Per Giovani Gasparro si potrebbero facilmente chiamare in causa le gigantesche figure di Francis Bacon o Lucien Freud.
Ma serve a qualcosa? Non è più opportuno pensare se la somiglianza formale non sia piuttosto un comune sentire, un saper cogliere in tempi differenti il medesimo stato di tormento, di sofferenza, di disagio?
In Gasparro è forte l’appartenenza ad una tradizione storica, politica, economica, culturale quale vera e propria possibilità di coesistenza, interazione e dialogo tra l’arte contemporanea e quella precedente, e costituisce un significativo punto di partenza. Il pittore comprende l’importanza dell’essere consapevoli che la tradizione non è un qualcosa di già dato e per sempre, anzi è in continuo farsi, e tutti, con il nostro interpretarla, con il nostro interesse a comprenderla, contribuiamo in modo essenziale al suo divenire.
Porsi in questo modo all’interno della tradizione vuol dire affrontare la questione della distanza temporale con i maestri che lo hanno preceduto. In Gasparro i riferimenti diretti o indiretti, le citazioni non hanno valore di per sè, e non sono ricercati se non nella misura in cui segnalano l’appartenenza ad una tradizione e il riconoscimento della giusta distanza temporale non come abissi insondabili da scavalcare ma quali condizioni effettive di dialogo.
Il senso contemporaneo del sacro
Queste caratteristiche sono particolarmente evidenti nella tematica religiosa, che nelle opere di Gasparro è toccata con una sensibilità e una incisività dirompenti. Il sacro della tradizione biblica ed evangelica diviene grande meditazione sulla mancanza di un orizzonte condiviso, di una condivisione di intenti e di valori, che segnano la difficile posizione, nell’epoca contemporanea, della tradizione cattolica.
In Gasparro la religione diviene parte essenziale e determinante del vivere quotidiano. E’ per questo che anche nell’allestimento ho preferito non dividere le sezioni per temi ma accostare sacro e profano in un unico ininterrotto dialogo. Le figure sacre e profane sono drammatiche, irrisolte, tormentate, percorse e percosse da interminabili sensi di colpa, soffrono, gridano, urlano. Ma sono anche impassibili, chiuse, attonite, limpide e bellissime, come perla purissima o cristallo di rocca, come in Diatriba sul dogma della Immacolata Concezione (tav. ), sensibile quadro in bilico tra la tematica sacra e quella profana.
Emerge la sensazione che la religione, come già aveva avvertito lucidamente Pier Paolo Pasolini in uno dei più famosi Scritti corsari, sia passata all’opposizione. Non sembra più essere solo passiva cornice rassicurante, è conquista quotidiana, fatica, riflessione, dubbio, caduta. E così mentre La Maddalena, proprio lei, la protagonista dell’episodio del Noli me tangere, si vela e si nasconde (tav. ), La Veronica (tav. ) si svela nella sua fisicità, con il sudario che testimonia il sacrificio e la fatica umana del tormento, con le mani dei carnefici o dei pietosi su un corpo che soffre e lascia la sua fisica testimonianza. Ed ecco La Deposizione (tav. ), così intensa, struggente, così divina e così umana, nel gesto disperato della Madre, che affonda le unghie lunghe nella carne del figlio, per capire se è ancora materia umana o è già divina. Non mi toccare, non mi graffiare, non mi ferire. E ancora le versioni de L’Ultima Cena, (tav. ) senza protagonisti, indicano un dopo, che è la nostra epoca. Immagini senza figure che come le ombre non descrivono solo se stesse ma rimandano a qualcosa di altro.
E anche nelle immagini profane quali Il ricatto di ogni vizio (cat. ) e Per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa (cat. ) emerge un senso complesso di smarrimento, di indebolimento, di evaporazione del significato di termini quali colpa e vizio, che sembrano presagire una loro evanescenza, eclissi, tramonto, scomparsa.
Uno, nessuno, centomila: la duplicazione di figure, mani , oggetti
Altra caratteristica di molte opere di Gasparro è la ripetizione incessante della stessa figura nel dipinto. Metafora della condizione contemporanea dell’uomo, sempre in bilico tra la costrizione e la libertà di dover scegliere o mantenere aperte delle possibilità; della ricerca o della necessità di vestire personalità differenti per nascondersi e difendersi; della volontà di ampliare e rendere manifesto il senso di disagio, di dolore, di tormento, dell’individuo contemporaneo. Ma anche consapevolezza della resistenza che ogni individuo oppone alla propria rappresentazione, tentativo di coglierne lo spirito in momenti differenti.
La soluzione compositiva, che parte dall’Autoritratto allo specchio dipinto a soli sedici anni, (tav.) dove la frattura presenta già due o tre io, prosegue con Tre seni (Fot. ), e si arricchisce con Femminile (tav. ), trova una delle sue articolazioni più efficaci nella grande tela Al limite (Fot. ), oggi in collezione privata. La sensazione e la paura del limite sono particolarmente avvertiti nei corpi umani. Nell’atto sessuale il proprio limite è superato dal contatto con l’altro. Ma oltrepassare i margini può significare anche contaminarsi. Ecco la masturbazione, la disperazione, la solitudine, brandelli di corpo, che cercano si separarsi dal resto, tentativi forti di lasciare modalità del proprio essere divenuti che più non ci appartengono. Figure che nella loro estrema duplicazione cercano di superare anche il limite fisico della tela: i limiti si spostano solo per chi si muove.
E ancora Il matto affogato, figura degli scacchi, dove sono proprio le tue pedine a farti perdere, metafora dell’abbandono e del tradimento proprio da parte di coloro dai quali non lo aspetteresti mai.
Figure che sono contemporanee nella misura in cui riescono a dirci qualcosa di più e di diverso sul modo di conoscere la realtà, creando una relazione con la nostra quotidianità in modo da divenirne o rivelarne una componente essenziale.
Dalla duplicazione delle figure a quella delle mani. Noli me tangere: non mi toccare, ma anche, secondo gli esegeti, non mi trattenere. Espressione che riporta alla tradizione sacra di Gesù risorto, che si rivolge alla Maddalena, come all’espressione di tante delle figure protagoniste dei quadri di Gasparro.
Le mani che appaiono. Toccano, spezzano, tagliano, indicano, reggono, abbottonano, sgranano, difendono, invocano, pregano, stringono, abbracciano, tengono, masturbano, accarezzano, suonano, posano, porgono, mostrano, sistemano, aggiustano, dispongono, puliscono, cuciono, coprono, piegano, palpano, sbattono, tessono, colpiscono, abbandonano, giocano. Scompaiono.
La duplicazione degli oggetti: ditali, rosari, occhiali, forbici, libri. La ricerca di cogliere l’essenza del rapporto fra le vite degli uomini e gli oggetti che li circondano, dei gesti quotidiani che ne sottolineano l’importanza.
La figura: un problema di forma?
Giovanni Gasparro dipinge figure, eppure la pittura figurativa sembra oggi bandita dall’arte contemporanea, superata.
Da storico e critico d’arte preferisco sempre esaminare i periodi di frattura, periodi di forte energia e carichi di tensione, nei quali forze nuove cercano di farsi largo nella tradizione. Anzi a volte presentano un bisogno prima ancora che il pubblico ne avverta l’esigenza. Nei periodi di frattura nascono e muoiono quelle che a posteriori vengono definite le linee perdenti, che al contrario sono invece importantissime e spesso racchiudono in sé i semi di una potenziale innovazione.
Quando la storia e la critica d’arte segnalano che un percorso o un movimento si è evoluto in uno successivo non fanno altro che certificare a posteriori una linea vincente, che sembra chiarissima solo perchè la vediamo quando il percorso è concluso. In realtà ogni momento storico è tessuto con tante forze in lotta, tutte contemporaneamente in campo per il possesso del futuro. La pittura figurativa è una di queste.
Quello che non è accettabile è il decidere a priori quali forme siano vecchie. Non si può applicare all’arte, almeno fino ad oggi, uno dei principi basilari della lettura di Baumann del consumismo, quello del discredito e dell’eliminazione del precedente prodotto. Al contrario il panorama dell’arte contemporanea è caratterizzato da uno spiccato pluralismo di intenti e di forme. Va benissimo che la storia dell’arte da un certo momento in poi non si identifichi più nella storia della pittura, ma questo non vuol dire che la pittura non faccia più parte della storia dell’arte.
Nella ricerca di rendere la condizione di disagio dell’uomo contemporaneo la figura ha assolutamente ancora un suo posto ed è assunto di critica d’arte che se si cercano soluzioni vuol dire che c’è un problema. Dunque se c’è chi cerca di risolverlo con la figura, e non sono pochi, vuol dire che le altre soluzioni formali non lo hanno ancora risolto.
Giovanni Gasparro
nato a Bari il 22/10/1983, lavora e vive ad Adelfia e Roma.
Diplomato con 100/100 al Liceo Artistico “Giuseppe De Nittis” di Bari, corso sperimentale di “Beni culturali e della conservazione”. In seguito diplomato con 110/110 e lode in pittura (Prof. Giuseppe Modica) all’Accademia di Belle Arti di Roma con la tesi in storia dell’arte “Van Dyck e Roma”, relatore Prof. Ivo Bomba.
CONCORSI E RICONOSCIMENTI
- 1997, 1° premio al concorso “Bona Sforza Regina di Polonia e Duchessa di Bari”
- 2005 IV° Premio Internazionale, Biennale dell’incisione – Città di Monsummano Terme (PT)
- 2006 VI° Premio Internazionale "Fabio Bertoni" per l’incisione, Fermignano (PU)
- 2006 Giovanni Gasparro premiato al "Galà dell'Arte" di Lecce
CINEMA
- 2006, l’opera Ultima Cena esposta nel film Saturno contro, Regia di Ferzan Ozpetek
TELEVISIONE
- 2006, Documentario sull'incisore Aristea Kritsotaki, Televisione di stato greca
- 2008/1/30, Tg2 Non solo soldi, Rai2
ESPOSIZIONI
- 2001, Bari, Sala Murat, Prima parete, Curatore: Onofrio Zotti;
- 2002, Bari, Sala Murat, Prima parete, Curatore: Onofrio Zotti ;
- 2002, Adelfia (Bari), Palazzo Conte Sabini, Mostre di pittura di Romano Mussolini e Giovanni Gasparro;
- 2003, Lecce, Sala espositiva della Chiesa di Santa Croce, Mostra collettiva d’arte contemporanea;
- 2004, Roma, Accademia di Belle Arti, Mostra di pittura in occasione della Settimana della cultura, patrocinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica, Accademia di Belle Arti di Roma, Ministero dei Beni Culturali, Curatore: Giuseppe Modica.
- 2005, Monsummano Terme (Pistoia), IV Premio Internazionale, Biennale dell’incisione – Città di Monsummano Terme, Curatori: Paola Cassinelli, Bruno Corà, Mario Guadagnino;
- 2005, Formello (Roma), Centro per l'incisione e la grafica d'arte, Mostra collettiva di xilografia, Curatore: Gianluca Murasecchi;
- 2005, Reggio Emilia, 7° Immaginarteinfiera;
- 2006, Roma, Gasparro/Fameli/Fiorucci/Barillaro, Galleria Incontro d’Arte, Curatori: Giuseppe Modica, Giulia Romano Lodigiani;
- 2006, Roma, Vertecchi, “Nel segno dell’incisione” Opera grafica dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Scuola di incisione, Prof. Aristea Kritsotaki, Curatore: Aristea Kritsotaki.
- 2006, Roma, Vertecchi, “De Pictura”, Mostra collettiva della scuola di pittura del Prof. Giuseppe Modica, Curatore: Giuseppe Modica;
- 2006-7, Fermignano (Pesaro-Urbino), Galleria Bramante, Mostra VI° Premio Internazionale "Fabio Bertoni" per l’incisione
- 2008, Bologna, ArteFiera 32° (Galleria F. Russo, Roma)
- 2008, Tolentino, Abbadia di Fiastra (Macerata), Abbazia Cistercense S.Maria di Chiaravalle di Fiastra, Ex-Ospizio dei Pellegrini, Olio su tavola. Fisionomie dell'arte culinaria nella pittura dal XVII al XXI secolo , Curatori: Evio Hermas Ercoli, Paolo Serafini
- 2008, Roma, Galleria Chiari, La poesia del corpo, Curatore: Alberto Agazzani
- 2009, Bologna, ArteFiera 33°, (Galleria F. Russo, Roma)
- 2009, Parigi, Giovanni Gasparro, Galerie 91, Curatore: Hakim Boukhezoula
- 2009, Rimini, Biennale di Rimini - Sismondi. Bellezza e tradizione del nuovo nella pittura italiana contemporanea, Curatore: Alberto Agazzani
- 2009, Bitonto (Ba), B.Art 2009, II Edizione, Torrione Angioino, Civica Galleria d'Arte Contemporanea, Curatori: Lara Carbonara, Lucrezia Naglieri, Pierfrancesco Uva
- 2009, Verona, ArtVerona, (Galleria F.Russo, Roma)
Prima personale dell’artista, l’esposizione presenta una trentina di tele di grandi e medie dimensioni, dipinti dall’impatto visivo ed emotivo scatenante ed una notevole abilità tecnica.
Giovanni Gasparro insolito artista della nuova generazione, nato in provincia di Bari, appena ventiseienne, è un pittore figurativo, con chiara ispirazione sacra da cui il titolo della mostra Noli me tangere, in cui le componenti iconografiche tradizionali vengono sovvertite da un simbolismo trascendente che, con un’inquietudine nel tratto e nelle figure, ferma il corpo in azione per raccontarne l’anima.
Con radici tecnico-formali della tradizione storica e suggestioni di quegli artisti del realismo novecentesco più inclini all’introspezione, la pittura di Gasparro si contraddistingue per l’espressività drammatica e passionale che conferisce alle immagini un’estrema tensione.
La mostra verrà ospitata in seguito nella nuova galleria milanese di Fabrizio Russo.
Per Noli me tangere di Giovanni Gasparro
di Paolo Serafini
I maestri. Appartenenza alla tradizione e distanza temporale
Giovanni Gasparro ha 26 anni. E’ alla sua prima mostra personale in Italia. La prima cosa che un catalogo tradizionale dovrebbe fare è sforzarsi di collegarlo a maestri o movimenti importanti e ormai storicizzati, per attribuirgli una patente di nobiltà operativa, di certezza qualitativa, di importanza storico-artistica. Per Giovani Gasparro si potrebbero facilmente chiamare in causa le gigantesche figure di Francis Bacon o Lucien Freud.
Ma serve a qualcosa? Non è più opportuno pensare se la somiglianza formale non sia piuttosto un comune sentire, un saper cogliere in tempi differenti il medesimo stato di tormento, di sofferenza, di disagio?
In Gasparro è forte l’appartenenza ad una tradizione storica, politica, economica, culturale quale vera e propria possibilità di coesistenza, interazione e dialogo tra l’arte contemporanea e quella precedente, e costituisce un significativo punto di partenza. Il pittore comprende l’importanza dell’essere consapevoli che la tradizione non è un qualcosa di già dato e per sempre, anzi è in continuo farsi, e tutti, con il nostro interpretarla, con il nostro interesse a comprenderla, contribuiamo in modo essenziale al suo divenire.
Porsi in questo modo all’interno della tradizione vuol dire affrontare la questione della distanza temporale con i maestri che lo hanno preceduto. In Gasparro i riferimenti diretti o indiretti, le citazioni non hanno valore di per sè, e non sono ricercati se non nella misura in cui segnalano l’appartenenza ad una tradizione e il riconoscimento della giusta distanza temporale non come abissi insondabili da scavalcare ma quali condizioni effettive di dialogo.
Il senso contemporaneo del sacro
Queste caratteristiche sono particolarmente evidenti nella tematica religiosa, che nelle opere di Gasparro è toccata con una sensibilità e una incisività dirompenti. Il sacro della tradizione biblica ed evangelica diviene grande meditazione sulla mancanza di un orizzonte condiviso, di una condivisione di intenti e di valori, che segnano la difficile posizione, nell’epoca contemporanea, della tradizione cattolica.
In Gasparro la religione diviene parte essenziale e determinante del vivere quotidiano. E’ per questo che anche nell’allestimento ho preferito non dividere le sezioni per temi ma accostare sacro e profano in un unico ininterrotto dialogo. Le figure sacre e profane sono drammatiche, irrisolte, tormentate, percorse e percosse da interminabili sensi di colpa, soffrono, gridano, urlano. Ma sono anche impassibili, chiuse, attonite, limpide e bellissime, come perla purissima o cristallo di rocca, come in Diatriba sul dogma della Immacolata Concezione (tav. ), sensibile quadro in bilico tra la tematica sacra e quella profana.
Emerge la sensazione che la religione, come già aveva avvertito lucidamente Pier Paolo Pasolini in uno dei più famosi Scritti corsari, sia passata all’opposizione. Non sembra più essere solo passiva cornice rassicurante, è conquista quotidiana, fatica, riflessione, dubbio, caduta. E così mentre La Maddalena, proprio lei, la protagonista dell’episodio del Noli me tangere, si vela e si nasconde (tav. ), La Veronica (tav. ) si svela nella sua fisicità, con il sudario che testimonia il sacrificio e la fatica umana del tormento, con le mani dei carnefici o dei pietosi su un corpo che soffre e lascia la sua fisica testimonianza. Ed ecco La Deposizione (tav. ), così intensa, struggente, così divina e così umana, nel gesto disperato della Madre, che affonda le unghie lunghe nella carne del figlio, per capire se è ancora materia umana o è già divina. Non mi toccare, non mi graffiare, non mi ferire. E ancora le versioni de L’Ultima Cena, (tav. ) senza protagonisti, indicano un dopo, che è la nostra epoca. Immagini senza figure che come le ombre non descrivono solo se stesse ma rimandano a qualcosa di altro.
E anche nelle immagini profane quali Il ricatto di ogni vizio (cat. ) e Per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa (cat. ) emerge un senso complesso di smarrimento, di indebolimento, di evaporazione del significato di termini quali colpa e vizio, che sembrano presagire una loro evanescenza, eclissi, tramonto, scomparsa.
Uno, nessuno, centomila: la duplicazione di figure, mani , oggetti
Altra caratteristica di molte opere di Gasparro è la ripetizione incessante della stessa figura nel dipinto. Metafora della condizione contemporanea dell’uomo, sempre in bilico tra la costrizione e la libertà di dover scegliere o mantenere aperte delle possibilità; della ricerca o della necessità di vestire personalità differenti per nascondersi e difendersi; della volontà di ampliare e rendere manifesto il senso di disagio, di dolore, di tormento, dell’individuo contemporaneo. Ma anche consapevolezza della resistenza che ogni individuo oppone alla propria rappresentazione, tentativo di coglierne lo spirito in momenti differenti.
La soluzione compositiva, che parte dall’Autoritratto allo specchio dipinto a soli sedici anni, (tav.) dove la frattura presenta già due o tre io, prosegue con Tre seni (Fot. ), e si arricchisce con Femminile (tav. ), trova una delle sue articolazioni più efficaci nella grande tela Al limite (Fot. ), oggi in collezione privata. La sensazione e la paura del limite sono particolarmente avvertiti nei corpi umani. Nell’atto sessuale il proprio limite è superato dal contatto con l’altro. Ma oltrepassare i margini può significare anche contaminarsi. Ecco la masturbazione, la disperazione, la solitudine, brandelli di corpo, che cercano si separarsi dal resto, tentativi forti di lasciare modalità del proprio essere divenuti che più non ci appartengono. Figure che nella loro estrema duplicazione cercano di superare anche il limite fisico della tela: i limiti si spostano solo per chi si muove.
E ancora Il matto affogato, figura degli scacchi, dove sono proprio le tue pedine a farti perdere, metafora dell’abbandono e del tradimento proprio da parte di coloro dai quali non lo aspetteresti mai.
Figure che sono contemporanee nella misura in cui riescono a dirci qualcosa di più e di diverso sul modo di conoscere la realtà, creando una relazione con la nostra quotidianità in modo da divenirne o rivelarne una componente essenziale.
Dalla duplicazione delle figure a quella delle mani. Noli me tangere: non mi toccare, ma anche, secondo gli esegeti, non mi trattenere. Espressione che riporta alla tradizione sacra di Gesù risorto, che si rivolge alla Maddalena, come all’espressione di tante delle figure protagoniste dei quadri di Gasparro.
Le mani che appaiono. Toccano, spezzano, tagliano, indicano, reggono, abbottonano, sgranano, difendono, invocano, pregano, stringono, abbracciano, tengono, masturbano, accarezzano, suonano, posano, porgono, mostrano, sistemano, aggiustano, dispongono, puliscono, cuciono, coprono, piegano, palpano, sbattono, tessono, colpiscono, abbandonano, giocano. Scompaiono.
La duplicazione degli oggetti: ditali, rosari, occhiali, forbici, libri. La ricerca di cogliere l’essenza del rapporto fra le vite degli uomini e gli oggetti che li circondano, dei gesti quotidiani che ne sottolineano l’importanza.
La figura: un problema di forma?
Giovanni Gasparro dipinge figure, eppure la pittura figurativa sembra oggi bandita dall’arte contemporanea, superata.
Da storico e critico d’arte preferisco sempre esaminare i periodi di frattura, periodi di forte energia e carichi di tensione, nei quali forze nuove cercano di farsi largo nella tradizione. Anzi a volte presentano un bisogno prima ancora che il pubblico ne avverta l’esigenza. Nei periodi di frattura nascono e muoiono quelle che a posteriori vengono definite le linee perdenti, che al contrario sono invece importantissime e spesso racchiudono in sé i semi di una potenziale innovazione.
Quando la storia e la critica d’arte segnalano che un percorso o un movimento si è evoluto in uno successivo non fanno altro che certificare a posteriori una linea vincente, che sembra chiarissima solo perchè la vediamo quando il percorso è concluso. In realtà ogni momento storico è tessuto con tante forze in lotta, tutte contemporaneamente in campo per il possesso del futuro. La pittura figurativa è una di queste.
Quello che non è accettabile è il decidere a priori quali forme siano vecchie. Non si può applicare all’arte, almeno fino ad oggi, uno dei principi basilari della lettura di Baumann del consumismo, quello del discredito e dell’eliminazione del precedente prodotto. Al contrario il panorama dell’arte contemporanea è caratterizzato da uno spiccato pluralismo di intenti e di forme. Va benissimo che la storia dell’arte da un certo momento in poi non si identifichi più nella storia della pittura, ma questo non vuol dire che la pittura non faccia più parte della storia dell’arte.
Nella ricerca di rendere la condizione di disagio dell’uomo contemporaneo la figura ha assolutamente ancora un suo posto ed è assunto di critica d’arte che se si cercano soluzioni vuol dire che c’è un problema. Dunque se c’è chi cerca di risolverlo con la figura, e non sono pochi, vuol dire che le altre soluzioni formali non lo hanno ancora risolto.
Giovanni Gasparro
nato a Bari il 22/10/1983, lavora e vive ad Adelfia e Roma.
Diplomato con 100/100 al Liceo Artistico “Giuseppe De Nittis” di Bari, corso sperimentale di “Beni culturali e della conservazione”. In seguito diplomato con 110/110 e lode in pittura (Prof. Giuseppe Modica) all’Accademia di Belle Arti di Roma con la tesi in storia dell’arte “Van Dyck e Roma”, relatore Prof. Ivo Bomba.
CONCORSI E RICONOSCIMENTI
- 1997, 1° premio al concorso “Bona Sforza Regina di Polonia e Duchessa di Bari”
- 2005 IV° Premio Internazionale, Biennale dell’incisione – Città di Monsummano Terme (PT)
- 2006 VI° Premio Internazionale "Fabio Bertoni" per l’incisione, Fermignano (PU)
- 2006 Giovanni Gasparro premiato al "Galà dell'Arte" di Lecce
CINEMA
- 2006, l’opera Ultima Cena esposta nel film Saturno contro, Regia di Ferzan Ozpetek
TELEVISIONE
- 2006, Documentario sull'incisore Aristea Kritsotaki, Televisione di stato greca
- 2008/1/30, Tg2 Non solo soldi, Rai2
ESPOSIZIONI
- 2001, Bari, Sala Murat, Prima parete, Curatore: Onofrio Zotti;
- 2002, Bari, Sala Murat, Prima parete, Curatore: Onofrio Zotti ;
- 2002, Adelfia (Bari), Palazzo Conte Sabini, Mostre di pittura di Romano Mussolini e Giovanni Gasparro;
- 2003, Lecce, Sala espositiva della Chiesa di Santa Croce, Mostra collettiva d’arte contemporanea;
- 2004, Roma, Accademia di Belle Arti, Mostra di pittura in occasione della Settimana della cultura, patrocinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica, Accademia di Belle Arti di Roma, Ministero dei Beni Culturali, Curatore: Giuseppe Modica.
- 2005, Monsummano Terme (Pistoia), IV Premio Internazionale, Biennale dell’incisione – Città di Monsummano Terme, Curatori: Paola Cassinelli, Bruno Corà, Mario Guadagnino;
- 2005, Formello (Roma), Centro per l'incisione e la grafica d'arte, Mostra collettiva di xilografia, Curatore: Gianluca Murasecchi;
- 2005, Reggio Emilia, 7° Immaginarteinfiera;
- 2006, Roma, Gasparro/Fameli/Fiorucci/Barillaro, Galleria Incontro d’Arte, Curatori: Giuseppe Modica, Giulia Romano Lodigiani;
- 2006, Roma, Vertecchi, “Nel segno dell’incisione” Opera grafica dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Scuola di incisione, Prof. Aristea Kritsotaki, Curatore: Aristea Kritsotaki.
- 2006, Roma, Vertecchi, “De Pictura”, Mostra collettiva della scuola di pittura del Prof. Giuseppe Modica, Curatore: Giuseppe Modica;
- 2006-7, Fermignano (Pesaro-Urbino), Galleria Bramante, Mostra VI° Premio Internazionale "Fabio Bertoni" per l’incisione
- 2008, Bologna, ArteFiera 32° (Galleria F. Russo, Roma)
- 2008, Tolentino, Abbadia di Fiastra (Macerata), Abbazia Cistercense S.Maria di Chiaravalle di Fiastra, Ex-Ospizio dei Pellegrini, Olio su tavola. Fisionomie dell'arte culinaria nella pittura dal XVII al XXI secolo , Curatori: Evio Hermas Ercoli, Paolo Serafini
- 2008, Roma, Galleria Chiari, La poesia del corpo, Curatore: Alberto Agazzani
- 2009, Bologna, ArteFiera 33°, (Galleria F. Russo, Roma)
- 2009, Parigi, Giovanni Gasparro, Galerie 91, Curatore: Hakim Boukhezoula
- 2009, Rimini, Biennale di Rimini - Sismondi. Bellezza e tradizione del nuovo nella pittura italiana contemporanea, Curatore: Alberto Agazzani
- 2009, Bitonto (Ba), B.Art 2009, II Edizione, Torrione Angioino, Civica Galleria d'Arte Contemporanea, Curatori: Lara Carbonara, Lucrezia Naglieri, Pierfrancesco Uva
- 2009, Verona, ArtVerona, (Galleria F.Russo, Roma)
15
ottobre 2009
Giovanni Gasparro – Noli me tangere
Dal 15 ottobre al 04 novembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA F. RUSSO
Roma, Via Alibert, 20, (Roma)
Roma, Via Alibert, 20, (Roma)
Orario di apertura
lunedì 16.30-19.30
da martedì a sabato (compreso) 10.00-13.00 e 16.30-19.30
Vernissage
15 Ottobre 2009, ore 18
Editore
DE LUCA EDITORI D'ARTE
Autore