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Inaugurazione
A cento anni dalla morte di Cesare Lombroso, fondatore dell’antropologia criminale, si riallestisce quindi il “suo” museo, unico al mondo. Le collezioni comprendono preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato e produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e da carcerati.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si apre a Torino, il 27 novembre 2009, il Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” dell'Università. Si arricchisce così di un ulteriore spazio espositivo il nuovo polo museale del Palazzo degli Istituti Anatomici, dove dal 2007 sono già fruibili il Museo di Anatomia Umana "Luigi Rolando" e il Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”. Questo polo museale, risultato di un intento condiviso dall’Università di Torino, dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino, propone uno sguardo su alcuni aspetti di quel positivismo scientifico che, tra fine Ottocento e inizio Novecento, ebbe in Torino un centro di rilievo internazionale. E, nel valorizzare questo patrimonio, offre al tempo stesso l’opportunità per riflettere sui temi e le sfide che la scienza e la cultura di oggi devono affrontare.
A cento anni dalla morte di Cesare Lombroso, fondatore dell’antropologia criminale, si riallestisce quindi il "suo" museo, unico al mondo. Le collezioni comprendono preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato e produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e da carcerati. Lombroso iniziò a raccogliere questi materiali intorno al 1859 e continuò a farlo per tutta la vita, con l’aiuto di allievi e ammiratori che in Italia e negli altri paesi europei, in America, Asia e Australia, si ispirarono alle sue teorie. Fu poi Mario Carrara, genero e successore di Lombroso, a proseguirne l’opera, fino al 1932, quando venne espulso dall’Università per aver rifiutato di giurare fedeltà al fascismo.
Il museo non è quindi una raccolta di strumenti di punizione, né vuole offrire al pubblico una sequenza di grandi criminali e di delitti efferati: non è un museo dell’orrore; intende, invece, presentare il pensiero di uno scienziato fortemente interessato ai problemi della sua epoca e che fu guidato da una profonda curiosità verso il crimine e verso qualsiasi forma di devianza dalle norme della società borghese ottocentesca, un’anormalità intesa anche in senso positivo, nelle persone di genio artistico, scientifico o politico capaci di far progredire l’umanità. Per facilitare la lettura di un personaggio così controverso, le cui teorie criminologiche hanno oggi un interesse solo più storico-scientifico, il percorso espositivo è arricchito da svariate occasioni per puntualizzare il contesto storico e culturale nel quale si svolse la sua opera. Un’altra priorità è stata quella di fornire al visitatore gli strumenti concettuali per comprendere come e perché Lombroso formulò la teoria dell’atavismo criminale e quali furono gli errori di metodo scientifico che lo portarono a fondare una scienza poi risultata errata.
Lombroso in vita fu considerato da taluni un genio, da altri un ciarlatano; la sua opera fu certamente uno specchio della società e dell’epoca in cui visse e oggi il suo museo ci invita a confrontarci con il complesso, controverso rapporto che tutti abbiamo nei confronti dell’«altro», non importa se simile o diverso, sano o malato, contemporaneo o antico.
A cento anni dalla morte di Cesare Lombroso, fondatore dell’antropologia criminale, si riallestisce quindi il "suo" museo, unico al mondo. Le collezioni comprendono preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato e produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e da carcerati. Lombroso iniziò a raccogliere questi materiali intorno al 1859 e continuò a farlo per tutta la vita, con l’aiuto di allievi e ammiratori che in Italia e negli altri paesi europei, in America, Asia e Australia, si ispirarono alle sue teorie. Fu poi Mario Carrara, genero e successore di Lombroso, a proseguirne l’opera, fino al 1932, quando venne espulso dall’Università per aver rifiutato di giurare fedeltà al fascismo.
Il museo non è quindi una raccolta di strumenti di punizione, né vuole offrire al pubblico una sequenza di grandi criminali e di delitti efferati: non è un museo dell’orrore; intende, invece, presentare il pensiero di uno scienziato fortemente interessato ai problemi della sua epoca e che fu guidato da una profonda curiosità verso il crimine e verso qualsiasi forma di devianza dalle norme della società borghese ottocentesca, un’anormalità intesa anche in senso positivo, nelle persone di genio artistico, scientifico o politico capaci di far progredire l’umanità. Per facilitare la lettura di un personaggio così controverso, le cui teorie criminologiche hanno oggi un interesse solo più storico-scientifico, il percorso espositivo è arricchito da svariate occasioni per puntualizzare il contesto storico e culturale nel quale si svolse la sua opera. Un’altra priorità è stata quella di fornire al visitatore gli strumenti concettuali per comprendere come e perché Lombroso formulò la teoria dell’atavismo criminale e quali furono gli errori di metodo scientifico che lo portarono a fondare una scienza poi risultata errata.
Lombroso in vita fu considerato da taluni un genio, da altri un ciarlatano; la sua opera fu certamente uno specchio della società e dell’epoca in cui visse e oggi il suo museo ci invita a confrontarci con il complesso, controverso rapporto che tutti abbiamo nei confronti dell’«altro», non importa se simile o diverso, sano o malato, contemporaneo o antico.
27
novembre 2009
Inaugurazione
27 novembre 2009
Location
MUSEO DI ANTROPOLOGIA CRIMINALE CESARE LOMBROSO
Torino, Via Pietro Giuria, 15, (Torino)
Torino, Via Pietro Giuria, 15, (Torino)
Biglietti
Ingresso intero: € 3,00
Ingresso ridotto: € 1,50
Ingresso tre musei (Museo Lombroso, Museo di Anatomia e Museo della Frutta): € 7,50 (intero); € 4,00 (ridotto)
Ingresso gratuito il mercoledì
Aderisce all’Abbonamento Musei Torino Piemonte
Accesso ai disabili con accompagnatore
Orario di apertura
Dal lunedì al sabato 10.00 – 18.00 (chiuso la domenica)
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS