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Silvio Consadori – Antologica
In occasione del centenario della nascita, 70 opere e una monografia ripercorrono l’iter creativo di uno dei maestri della figurazione milanese
Comunicato stampa
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Il Museo Diocesano di Milano celebra, dal 3 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010, la figura di Silvio Consadori (1909-1994), uno degli artisti più importanti dell’arte milanese del Novecento, in occasione del centenario della nascita.
L’antologica, curata da Flaminio Gualdoni, presenterà 70 lavori in grado di ripercorrere tutto il suo iter creativo, dagli anni Trenta fino alla produzione più recente.
Esponente tipico della cultura figurativa che, sulla scia del “ritorno al mestiere” dei grandi maestri novecenteschi, da Carrà a Sironi, concepisce la modernità come prosecuzione consapevole della grande tradizione, Consadori affianca sin dagli esordi, negli anni Trenta, l’attività di pittore murale a quella di autore da cavalletto, dando vita, oltre che a una serie memorabile di paesaggi e ritratti, anche a importanti interventi ad affresco in luoghi quali il Santuario di Cascia, Santa Maria delle Grazie a Milano, la Cappella degli Svizzeri e la cappella privata di papa Paolo VI in Vaticano.
L’esposizione verrà accompagnata da una monografia (ediz. Nomos) sull’opera di Consadori, curata da Flaminio Gualdoni e Anna Maria Consadori, che trarrà un bilancio definitivo su un artista appartato, ma di primaria importanza nel panorama dell’arte italiana del secolo scorso.
Alla Biblioteca dell’Accademia di Brera, dove Consadori insegnò dal 1941 al 1973, verrà inoltre esposta un’ampia scelta di disegni, offrendo uno spaccato esemplare del suo lavoro d’atelier.
Silvio Consadori. Nota biografica
Figlio di Giuseppe e Clotilde Lorini, Silvio Consadori nasce il 17 dicembre 1909 a Brescia. Nel 1928 ottiene un premio alla prima Mostra Triennale d’Arte di Brescia, e l’anno successivo la borsa di studio Camillo Brozzoni, grazie alla quale frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma e la scuola libera del nudo. Fra il 1931 e il 1933 è a Parigi, e al ritorno prende studio a Milano, alternando la pittura d’atelier a committenze d’affresco a Canzo e in altre località. Del 1935 è la sua scoperta di Burano, dove entra subito a far parte della cerchia d’artisti che, eredi di Umberto Moggioli e Gino Rossi, trascorrono lunghi periodi sull’isola, da Pio Semeghini a Mario Vellani Marchi. Vince nel 1936 il premio Miljus; dal 1939 partecipa a tre edizioni del premio Bergamo. Nel 1941 vince il premio Canonica e inizia a insegnare al Liceo artistico di Brera, dove rimarrà sino al 1973. Prende a frequentare Gussago, ove realizza un grande affresco nella parrocchiale, il lago di Garda, il lago d’Iseo. Del 1944 è la sua prima partecipazione alla Biennale d’Arte Sacra all’Angelicum, Milano, cui altre seguiranno. Partecipa tra il 1940 e il 1950 a tre edizioni della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Del 1950 è la personale alla Pro Civitate Cristiana di Assisi, che rappresenta il suo primo autentico momento di affermazione. Nello stesso anno vince il primo premio “Città di Gallarate”. Nascono in questi anni i grandi cicli di affreschi: nel ’51 Il trionfo della croce nel santuario di Santa Rita a Cascia e nel ’53 Assunzione di Maria Vergine al cielo nel santuario di Oropa. Nel 1956 partecipa alla Quadriennale d’Arte di Roma. Nel ‘62 esegue la pala d’altare San Martino di Porres nella Basilica delle Grazie a Milano. Del ’63 è il ritratto del cardinal Montini, poi papa Paolo VI, oggi presso l’arcivescovado di Milano. Paolo VI gli commissiona poi due affreschi per la cappella degli Svizzeri e una vetrata - La Resurrezione - per la sua cappella privata. Nel ’71 esegue quello che lui stesso definisce ”il risultato più completo della mia pittura ad affresco”: dodici affreschi nella chiesa di San Giuseppe al Trionfale in Roma. Sei nella cappella dell’altare del Sacro Cuore con motivi evangelici e altri sei nella Cappella della Madonna con episodi della vita della Vergine. Collabora con don Pasquale Macchi, segretario di Paolo VI, alla realizzazione della Galleria d’Arte Sacra Moderna in Vaticano, nel quale sono esposte due sue opere: Il discorso della montagna e Il Crocifisso. In quegli anni frequenti sono i viaggi, occasioni di serie pittoriche notevoli: Parigi, la Russia, l’Olanda, la Bretagna, la Spagna, la Palestina. Negli ultimi anni della sua vita trascorre lunghi periodi, oltre che a Milano, sul lago di Garda e a Burano. Muore a Burano il 1° agosto 1994.
L’antologica, curata da Flaminio Gualdoni, presenterà 70 lavori in grado di ripercorrere tutto il suo iter creativo, dagli anni Trenta fino alla produzione più recente.
Esponente tipico della cultura figurativa che, sulla scia del “ritorno al mestiere” dei grandi maestri novecenteschi, da Carrà a Sironi, concepisce la modernità come prosecuzione consapevole della grande tradizione, Consadori affianca sin dagli esordi, negli anni Trenta, l’attività di pittore murale a quella di autore da cavalletto, dando vita, oltre che a una serie memorabile di paesaggi e ritratti, anche a importanti interventi ad affresco in luoghi quali il Santuario di Cascia, Santa Maria delle Grazie a Milano, la Cappella degli Svizzeri e la cappella privata di papa Paolo VI in Vaticano.
L’esposizione verrà accompagnata da una monografia (ediz. Nomos) sull’opera di Consadori, curata da Flaminio Gualdoni e Anna Maria Consadori, che trarrà un bilancio definitivo su un artista appartato, ma di primaria importanza nel panorama dell’arte italiana del secolo scorso.
Alla Biblioteca dell’Accademia di Brera, dove Consadori insegnò dal 1941 al 1973, verrà inoltre esposta un’ampia scelta di disegni, offrendo uno spaccato esemplare del suo lavoro d’atelier.
Silvio Consadori. Nota biografica
Figlio di Giuseppe e Clotilde Lorini, Silvio Consadori nasce il 17 dicembre 1909 a Brescia. Nel 1928 ottiene un premio alla prima Mostra Triennale d’Arte di Brescia, e l’anno successivo la borsa di studio Camillo Brozzoni, grazie alla quale frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma e la scuola libera del nudo. Fra il 1931 e il 1933 è a Parigi, e al ritorno prende studio a Milano, alternando la pittura d’atelier a committenze d’affresco a Canzo e in altre località. Del 1935 è la sua scoperta di Burano, dove entra subito a far parte della cerchia d’artisti che, eredi di Umberto Moggioli e Gino Rossi, trascorrono lunghi periodi sull’isola, da Pio Semeghini a Mario Vellani Marchi. Vince nel 1936 il premio Miljus; dal 1939 partecipa a tre edizioni del premio Bergamo. Nel 1941 vince il premio Canonica e inizia a insegnare al Liceo artistico di Brera, dove rimarrà sino al 1973. Prende a frequentare Gussago, ove realizza un grande affresco nella parrocchiale, il lago di Garda, il lago d’Iseo. Del 1944 è la sua prima partecipazione alla Biennale d’Arte Sacra all’Angelicum, Milano, cui altre seguiranno. Partecipa tra il 1940 e il 1950 a tre edizioni della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Del 1950 è la personale alla Pro Civitate Cristiana di Assisi, che rappresenta il suo primo autentico momento di affermazione. Nello stesso anno vince il primo premio “Città di Gallarate”. Nascono in questi anni i grandi cicli di affreschi: nel ’51 Il trionfo della croce nel santuario di Santa Rita a Cascia e nel ’53 Assunzione di Maria Vergine al cielo nel santuario di Oropa. Nel 1956 partecipa alla Quadriennale d’Arte di Roma. Nel ‘62 esegue la pala d’altare San Martino di Porres nella Basilica delle Grazie a Milano. Del ’63 è il ritratto del cardinal Montini, poi papa Paolo VI, oggi presso l’arcivescovado di Milano. Paolo VI gli commissiona poi due affreschi per la cappella degli Svizzeri e una vetrata - La Resurrezione - per la sua cappella privata. Nel ’71 esegue quello che lui stesso definisce ”il risultato più completo della mia pittura ad affresco”: dodici affreschi nella chiesa di San Giuseppe al Trionfale in Roma. Sei nella cappella dell’altare del Sacro Cuore con motivi evangelici e altri sei nella Cappella della Madonna con episodi della vita della Vergine. Collabora con don Pasquale Macchi, segretario di Paolo VI, alla realizzazione della Galleria d’Arte Sacra Moderna in Vaticano, nel quale sono esposte due sue opere: Il discorso della montagna e Il Crocifisso. In quegli anni frequenti sono i viaggi, occasioni di serie pittoriche notevoli: Parigi, la Russia, l’Olanda, la Bretagna, la Spagna, la Palestina. Negli ultimi anni della sua vita trascorre lunghi periodi, oltre che a Milano, sul lago di Garda e a Burano. Muore a Burano il 1° agosto 1994.
02
dicembre 2009
Silvio Consadori – Antologica
Dal 02 dicembre 2009 al 28 febbraio 2010
arte contemporanea
Location
MUSEO DIOCESANO
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 95, (Milano)
Milano, Corso Di Porta Ticinese, 95, (Milano)
Biglietti
intero: 8 Euro; ridotto 5 Euro; solo il martedì: 4 Euro
Orario di apertura
dal martedì alla domenica, 10-18, lunedì chiuso.
Vernissage
2 Dicembre 2009, ore 18
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore