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Henri Cartier-Bresson – Russia
L’esposizione “Henri Cartier-Bresson. Russia”, che rappresenta uno straordinario documento storico, presenta per la prima volta in Italia, a Genova, insieme ad alcuni degli scatti più famosi del fotografo francese, altre immagini meno note e difficili da incontrare.
Comunicato stampa
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Oltre 40 fotografie di Henri Cartier-Bresson, scattate durante i suoi viaggi in Russia, sono esposte in mostra a Palazzo Ducale, nella Loggia degli Abati, dal 4 dicembre 2009 al 14 febbraio 2010.
L’esposizione “Henri Cartier-Bresson. Russia”, che rappresenta uno straordinario documento storico, presenta per la prima volta in Italia, a Genova, insieme ad alcuni degli scatti più famosi del fotografo francese, altre immagini meno note e difficili da incontrare.
Henri Cartier-Bresson è stato il primo fotografo occidentale autorizzato a fotografare in Unione Sovietica dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Recatosi in Russia nel 1954, accompagnato da un interprete, si interessa alla popolazione, al lavoro, ai divertimenti, insomma a tutti gli aspetti della vita quotidiana. Vi fa ritorno diciannove anni dopo, quando ancora il periodo della Guerra Fredda non poteva definirsi terminato, intrecciando nuovamente il filo della grande Storia con le vite delle persone che incontrava. Così, con questi viaggi, Henri Cartier-Bresson ci porta a Mosca, nella Repubblica Federale Russa, in Estonia, nelle repubbliche caucasiche e dell'Asia centrale.
È interessante questa frase che Henri Cartier-Bresson scrive successivamente:
” Dix-neuf ans après un premier voyage, j’ai désiré revoir l’URSS. Rien en effet n’est plus révélateur que de comparer un pays avec lui-même, en saisissant ses différences, d’essayer de surprendre le fil de sa continuité"
"A distanza di diciannove anni dal primo viaggio, desiderai tornare indietro e visitare nuovamente la Russia. Non c'è nulla di più rivelatorio che confrontare una nazione con se stessa osservandone i cambiamenti e cercando di individuare il suo filo conduttore".
Al proposito, aveva scritto anche: "L’appareil photographique n’est pas un instrument apte à répondre au pourquoi des choses, il est plutôt fait pour l’évoquer, et dans les meilleurs cas, à sa manière propre, intuitive, il questionne te
répond à la fois. Je m’en suis donc servi dans une flânerie active, à la poursuite du hasard objectif".
"L'apparecchio fotografico non è uno strumento adatto a rispondere al perché delle cose, essendo piuttosto fatto per evocarle, e nei casi migliori, alla propria maniera, intuitiva, pone domande e dà risposte allo stesso tempo. Dunque me ne sono servito, andando in giro alla ricerca di una casualità oggettiva”.
Henri Cartier-Bresson, che è stato spesso definito l’occhio del secolo, ha saputo condensare nella sua intensa attività fotografica e artistica un’osservazione sempre puntuale e profonda, attenta e originale, sul mondo intorno a sé, i protagonisti, gli avvenimenti principali ma anche i piccoli, apparentemente insignificanti, ma densi di vita, “attimi decisivi” che lui – e solo lui – riusciva a cogliere con la sua macchina fotografica quando, come affermava, si riesce a “mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio”.
Le fotografie presenti in mostra sono del 1954 e del 1972-73, raccolte in un libro
uscito in Francia nel 1973, A propos de l'URSS, Henri Cartier-Bresson,
(Editions du Chêne, Paris), e non sono mai state pubblicate in Italia.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson, Magnum Photos e Contrasto, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.
L’esposizione “Henri Cartier-Bresson. Russia”, che rappresenta uno straordinario documento storico, presenta per la prima volta in Italia, a Genova, insieme ad alcuni degli scatti più famosi del fotografo francese, altre immagini meno note e difficili da incontrare.
Henri Cartier-Bresson è stato il primo fotografo occidentale autorizzato a fotografare in Unione Sovietica dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Recatosi in Russia nel 1954, accompagnato da un interprete, si interessa alla popolazione, al lavoro, ai divertimenti, insomma a tutti gli aspetti della vita quotidiana. Vi fa ritorno diciannove anni dopo, quando ancora il periodo della Guerra Fredda non poteva definirsi terminato, intrecciando nuovamente il filo della grande Storia con le vite delle persone che incontrava. Così, con questi viaggi, Henri Cartier-Bresson ci porta a Mosca, nella Repubblica Federale Russa, in Estonia, nelle repubbliche caucasiche e dell'Asia centrale.
È interessante questa frase che Henri Cartier-Bresson scrive successivamente:
” Dix-neuf ans après un premier voyage, j’ai désiré revoir l’URSS. Rien en effet n’est plus révélateur que de comparer un pays avec lui-même, en saisissant ses différences, d’essayer de surprendre le fil de sa continuité"
"A distanza di diciannove anni dal primo viaggio, desiderai tornare indietro e visitare nuovamente la Russia. Non c'è nulla di più rivelatorio che confrontare una nazione con se stessa osservandone i cambiamenti e cercando di individuare il suo filo conduttore".
Al proposito, aveva scritto anche: "L’appareil photographique n’est pas un instrument apte à répondre au pourquoi des choses, il est plutôt fait pour l’évoquer, et dans les meilleurs cas, à sa manière propre, intuitive, il questionne te
répond à la fois. Je m’en suis donc servi dans une flânerie active, à la poursuite du hasard objectif".
"L'apparecchio fotografico non è uno strumento adatto a rispondere al perché delle cose, essendo piuttosto fatto per evocarle, e nei casi migliori, alla propria maniera, intuitiva, pone domande e dà risposte allo stesso tempo. Dunque me ne sono servito, andando in giro alla ricerca di una casualità oggettiva”.
Henri Cartier-Bresson, che è stato spesso definito l’occhio del secolo, ha saputo condensare nella sua intensa attività fotografica e artistica un’osservazione sempre puntuale e profonda, attenta e originale, sul mondo intorno a sé, i protagonisti, gli avvenimenti principali ma anche i piccoli, apparentemente insignificanti, ma densi di vita, “attimi decisivi” che lui – e solo lui – riusciva a cogliere con la sua macchina fotografica quando, come affermava, si riesce a “mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio”.
Le fotografie presenti in mostra sono del 1954 e del 1972-73, raccolte in un libro
uscito in Francia nel 1973, A propos de l'URSS, Henri Cartier-Bresson,
(Editions du Chêne, Paris), e non sono mai state pubblicate in Italia.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson, Magnum Photos e Contrasto, con il sostegno della Compagnia di San Paolo.
04
dicembre 2009
Henri Cartier-Bresson – Russia
Dal 04 dicembre 2009 al 14 febbraio 2010
fotografia
Location
PALAZZO DUCALE
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 9, (Genova)
Biglietti
€ 5,00 intero
€ 4,00 ridotto
€ 3,00 scuole
Biglietto cumulativo con la mostra “Otto Hofmann. La poetica del Bauhaus” € 10,00.
Orario di apertura
da martedì a domenica 9-19 lunedì chiuso
Vernissage
4 Dicembre 2009, ore 17.45
Editore
CONTRASTO
Autore