ARTOPIA è lieta di presentare la prima personale in Italia di Claire Chalet, artista francese residente a Parigi e a Milano.
Saranno esposti dipinti, disegni e alcuni monotipi.

La ricerca di Claire Chalet parte da una concezione del disegno, della pittura e della pratica artistica intesa come sviluppo di una visione interiore in grado di organizzare i propri spazi secondo una personale cosmologia. Faire signe significa tracciare un segno, fare un disegno ma anche farsi vivi. Il titolo allude alla facoltà dell’artista di creare, con i suoi tracciati e figure, un’altra realtà, sorprendendola nel suo apparire, nel momento in cui essa si fa segno e ci fa segno di esistere in una dimensione primaria e incantata.

Nelle sue creazioni fa capolino un mondo aurorale, un candore planetario, come se un sogno ad occhi aperti avesse il potere di plasmare un universo germinale, di dare un soffio di vita e una concisione di forma a cose e creature: entità che obbediscono a leggi fisiche bizzarre, in una condizione, si direbbe, di infanzia cosmica, in grado di offrirci, oggi, una fresca alternativa al perdurante clima di generalizzato “ritorno del reale”.

Claire Chalet delinea orizzonti dalle dimensioni reversibili, in cui interno ed esterno si interfacciano, popolati da indimenticabili apparizioni: esseri meteorici, slittanti, fermati con una puntura di spillo, esistenze affidate a un ritaglio di carta, sigle di una fauna embrionale, smarrita in una delle tante possibili albe del mondo.

I protagonisti delle sue rêveries si muovono in preda a un’anarchia gravitazionale, aggirandosi, come il piccolo principe della favola di Saint-Exupery, su pianeti dove gli eventi si susseguono impregiudicati, come impregiudicati si dilatano i confini della pittura e del disegno.

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Artopia is pleased to present the first Italian solo exhibition of Claire Chalet, a French artist that lives in Paris and Milan.
The exhibition will include paintings, drawings and some monotypes.

The Claire Chalet’s search starts from a concept of drawing, painting and artistic practice as the development of an interior vision that can organize its spaces according to a personal cosmology. Faire signe means drawing a sign, making a drawing, but also being alive. The title alludes to the artist's ability to create, with her paths and shapes, another reality, surprising in its appearance, when it becomes a sign and beckons us to exist in a primary and enchanted dimension.

In her creations an auroral world, a planetary candor peep out, as if a daydream had the power to shape a germinal world, to give a breath of life and a conciseness of form to things and creatures: entities that obey bizarre physical laws, in a condition, it seems, of cosmic childhood, capable of offering us, today, a fresh alternative to the persisting climate of generalized "return of the real."

Claire Chalet outlines horizons with reversible dimensions, in which the inside and the ouside are interfaced, populated by unforgettable appearances: meteoric, skidding beings, fixed with a pinprick, existences entrusted to a piece of paper, marks of an embryonal fauna, lost in one of the many possible dawns of the world.

The protagonists of her rêveries are moving inside a gravitational anarchy, wandering around, like the little prince in the fable of Saint-Exupéry, on enchanted asteroids where the events follow each other so without prejudice, as without prejudice expand the boundaries of painting and drawing.