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Crivelli e Brera – Thomas Golsenne
Le mostre, insieme a qualche punto fermo, pongono interrogativi ed aprono
piste di ricerca. Talvolta lasciano anche il rimpianto delle strade non battute.
Crivelli e Brera non fa eccezione e per questo si è deciso di accompagnare
l’esposizione con una serie di conversazioni che ne approfondiscono alcuni
aspetti.
Comunicato stampa
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Le mostre, insieme a qualche punto fermo, pongono interrogativi ed aprono piste di ricerca. Talvolta lasciano anche il rimpianto delle strade non battute. Crivelli e Brera non fa eccezione e per questo si è deciso di accompagnare l’esposizione con una serie di conversazioni che ne approfondiscono alcuni aspetti.
SECONDO APPUNTAMENTO
Giovedì 28 gennaio 2010, ore 17.30
Il certriolo di Crivelli come firma
Thomas Golsenne (Université de Paris I Panthéon-Sorbonne)
Quasi unico nel Quattrocento è l’uso da parte di Carlo Crivelli in molti dei suoi dipinti di un cetriolo, posto accanto ad altri ornamenti vegetali (fiori, frutta) più comuni. Gli storici dell’arte che hanno provato a spiegare la presenza del cetriolo crivellesco ne hanno soprattutto cercato il significato simbolico. Ma, resurrezione o peccato originale che sia, nessuna delle interpretazioni risulta convincente, dal momento che non si basa su nessuna tradizione testuale. Il vero significato va dunque cercato altrove: non fuori, ma dentro la pittura stessa di Crivelli. Il cetriolo possiede almeno tre caratteristiche: singolarità, regolarità, presenza e sembra racchiudere qualità proprie dello stile di Crivelli, come una sua firma peculiare. Inoltre compare nei dipinti quasi fosse un oggetto lasciato nello spazio illusorio da una mano esterna, quella dello spettatore o del pittore. Nel corso della conferenza ci si interrogherà sulla possibilità di interpretare il cetriolo come un’offerta del pittore alla Vergine, o anche come simbolo del dono della pittura allo spettatore.
SECONDO APPUNTAMENTO
Giovedì 28 gennaio 2010, ore 17.30
Il certriolo di Crivelli come firma
Thomas Golsenne (Université de Paris I Panthéon-Sorbonne)
Quasi unico nel Quattrocento è l’uso da parte di Carlo Crivelli in molti dei suoi dipinti di un cetriolo, posto accanto ad altri ornamenti vegetali (fiori, frutta) più comuni. Gli storici dell’arte che hanno provato a spiegare la presenza del cetriolo crivellesco ne hanno soprattutto cercato il significato simbolico. Ma, resurrezione o peccato originale che sia, nessuna delle interpretazioni risulta convincente, dal momento che non si basa su nessuna tradizione testuale. Il vero significato va dunque cercato altrove: non fuori, ma dentro la pittura stessa di Crivelli. Il cetriolo possiede almeno tre caratteristiche: singolarità, regolarità, presenza e sembra racchiudere qualità proprie dello stile di Crivelli, come una sua firma peculiare. Inoltre compare nei dipinti quasi fosse un oggetto lasciato nello spazio illusorio da una mano esterna, quella dello spettatore o del pittore. Nel corso della conferenza ci si interrogherà sulla possibilità di interpretare il cetriolo come un’offerta del pittore alla Vergine, o anche come simbolo del dono della pittura allo spettatore.
28
gennaio 2010
Crivelli e Brera – Thomas Golsenne
28 gennaio 2010
incontro - conferenza
Location
PINACOTECA DI BRERA
Milano, Via Brera, 28, (Milano)
Milano, Via Brera, 28, (Milano)
Vernissage
28 Gennaio 2010, alle ore 17.30 nella Sala della Passione
Ufficio stampa
ELECTA
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