Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Tomas Saraceno – From Camogli to San Felipe. Spiders weaving stars…
Alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti di Camogli con l’installazione From Camogli to San Felipe, spiders weaving stars…, a cura di Francesca Pasini, Tomas Saraceno propone un’ulteriore visione della strategia del ragno e della sua capacità di attraversare enormi distanze dondolando lungo i filamenti di bava.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nell’installazione di Tomas Saraceno all’ultima Biennale di Venezia, Galaxies Forming along Filaments, like
Droplets along the strands of a Spider’s Web, migliaia di fili occupavano la stanza formando un’enorme tela di
ragno, all’interno della quale si addensavano delle bolle – abitacoli.
Alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti di Camogli con l’installazione From Camogli to San Felipe,
spiders weaving stars..., a cura di Francesca Pasini, Tomas Saraceno propone un’ulteriore visione della strategia
del ragno e della sua capacità di attraversare enormi distanze dondolando lungo i filamenti di bava.
Per partecipare alle visioni di Saraceno è importante collegarsi agli scienziati inglesi del Rothamsted Research
che hanno messo a punto un modello matematico per descrivere il fenomeno del volo degli aracnidi che
va sotto il nome di “ballooning”. Con questo modello si è potuto constatare che la turbolenza dell’aria li
può spingere anche qualche centinaia di km dalla costa sopra il mare. La maggior parte dei ragni quando
cerca un nuovo territorio o un compagno lancia nell’aria i filamenti e si paracaduta in un nuovo ambiente,
i periodi principali di questa attività sono l’autunno e la primavera. Normalmente vanno da un lato all’altro
di un campo, ma talvolta possono coprire grandi distanze. Per vent’anni la migliore descrizione matematica
del fenomeno del “ballooning” è stato il modello Humphrey, ma secondo gli scienziati del Rothamsted non
spiegava alcune caratteristiche del volo dei ragni durante il movimento di sospensione nell’aria. Il modello
di Humphrey considerava la bava come se fosse solida come un tondino, sostenendo i ragni dal basso come
una specie di “lecca lecca capovolto”.
Invece, nel nuovo modello il fattore di flessibilità consente ai filamenti sospesi nella brezza di contorcersi e
di intrecciarsi alla turbolenza utilizzando le proprie caratteristiche aerodinamiche e garantendo la possibilità
di raggiungere imprevedibili distanze. Capire come e perchè si muovono può aiutarci a usare i ragni come
agenti di controllo rispetto agli insetti nocivi nella campagna.
È da queste ricerche che Saraceno ha preso lo spunto per avviare nella primavera del 2009 in Argentina
un esperimento di “ballooning”, facendo volare alcuni oggetti ricoperti di pellicola acrilica, riempiti di
elio. Un ulteriore passo rispetto alle sue strutture abitative utopistiche (Air-Port-City) che dialogano
con le costellazioni e con le ricerche di architetti quali Richard Buckminster Fuller, Peter Cook, Yona
Friedman.
Con la mostra alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, Tomas Saraceno propone una sintesi tra le
immagini tratte dall’esperimento argentino e le bolle/abitacoli dei ragni che avevamo visto a Venezia.
Con varie traiettorie quattro bolle attraversano i due piani dell’edificio, mentre i filamenti che le sostengono
sembrano vettori di energia che idealmente potrebbero far decollare l’edificio stesso, se immaginassimo di
scioglierli.
Nelle fotografie del volo, disposte sulle pareti del secondo piano, le strutture assumono, a volte, la fisionomia
di grandi gocce di vapore acqueo che si condensano nel cielo; a volte sembrano entità fisiologiche che
fluttuano sul confine dell’orizzonte; a volte hanno la forma di una tenda. Le foto documentano l’effettiva
possibilità di un’architettura aerea, ma anche una tensione poetica e intellettuale per immaginare un
concetto più evanescente dell’abitabilità umana. Trent’anni dopo l’allunaggio, Saraceno ci dice che il
passaggio successivo è fare esperienza, qui sulla terra, di una progressiva assenza di gravità.
All’interno della Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, le bolle sospese nello spazio ci fanno percepire
un sentimento gravitazionale interno all’edificio stesso, che - al pian terreno - si confronta con le divergenti
traiettorie delle tre proiezioni video Space Elevator II (2009), e al piano superiore con le foto alle pareti delle
orbite di volo sperimentato in Argentina e con quelle disposte attorno a un tavolo dal titolo Ladies and
Gentlemen We are Floating in Space e Mars on water ( 2009).
Appare così una circolarità variabile che coinvolge il sopra e il sotto, facendoci percepire un “ballooning”
nell’atmosfera e nell’edificio stesso.
La volontà di sperimentare l’ascensione nell’aria ha portato Tomas Saraceno, nell’estate 2009, all’International
Space Studies Program della NASA, nella Silicon Valley dove ha studiato ulteriori passaggi.
Tra le scoperte delle neuroscienze quella dei neuroni specchio, ha dimostrato che esiste una sincronia fra
azione e osservazione. I neuroni specchio sono attivi nella scimmia quando compie un’azione o vede altri
compiere la stessa azione, ma il gruppo di ricerca guidato da Vittorio Gallese ha scoperto che nell’uomo
non è necessaria un’effettiva interazione con gli oggetti: i suoi neuroni specchio si attivano anche quando
l’azione è semplicemente mimata e sono in grado di codificare atti motori transitivi e intransitivi. Il loro
ruolo primario è di comprendere le azioni altrui.
Di fronte alle azioni di Saraceno che tipo di comprensione può attivarsi attraverso il sistema di neuroni
specchio? Come avviene la sincronia fra azione artistica e osservazione? Il tentativo di abitare l’aria, anche
solo transitoriamente, rimane confinato nella fantasia? Sono domande che l’arte, il cinema, la letteratura
hanno spesso posto, ma se è ipotizzabile che un’azione mimata attivi i neuroni specchio, allora gli oggetti
creati da Saraceno consentono azioni transitive e intransitive che possono codificare una comprensione
dell’aria e del vuoto.
Tomas Saraceno
1973 nato a San Miguel de Tucuman - Argentina
Vive e lavora sul pianeta terra e oltre
Formazione
Estate 2009 International Space Studies Program, NASA Center Ames, Silicon Valley, California
2003-2004 Postgraduate on Art and Architecture / Venezia Italia
Progettazione e Produzione delle Arti Visive- IUAV
2001-2003 Staatliche Hochschule für Bildende Künste - Städelschule-Frankfurt am Main
1999-2000 Escuela Superior de bellas Ares de la Nación Ernesto de la Carcova, Postgraduate on Art & Architecture
1992-1999 Universidad Nacional de Buenos Aires, Argentina UBA- Degree Architect
Mostre Personali Selezionate
2010 “From Camogli to San Felipe, spiders weaving stars”, Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti,
Camogli, Italy ( marzo – giugno)
Bonniers Konsthall, Stockholm (prossimamente)
Houston Blaffer Gallery, Houston, United States (prossimamente)
2009 “Biosphere”, Statens Museum for Kunst, Copenhagen (all’interno del ciclo “RETHINK Relations”)
“Tomas Saraceno”, Mudam Musée d‘Art Moderne Grand-Duc Jean, Luxembourg
(all’interno del ciclo “Habiter”)
“Lighter than air”, Walker Art Center, Minneapolis
2008 “Galaxies forming along filaments, like droplets along the strands of a spiders web”,
Tanya Bonakdar Gallery, New York, USA
“Cloudy Dunes”, Fondazione Garrone, Genova, Italy
Mostre Collettive Selezionate
2009 “53d Biennale di Venezia, 2009”
“In Defense of Nature”, Barbican Art Center, London, UK
“Life Forms”, Bonniers Konsthall, Stockholm
2008 “Psycho Buildings – Artists and Architecture”, Hayward Gallery, London, Great Britain
“Sonsbeek 2008: Grandeur”, Arnhem, The Netherlands
“Experiment Marathon Reykjavic”, Reykjavic Art Museum, Kjarvalsstadir, Reykjavic, Iceland
Droplets along the strands of a Spider’s Web, migliaia di fili occupavano la stanza formando un’enorme tela di
ragno, all’interno della quale si addensavano delle bolle – abitacoli.
Alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti di Camogli con l’installazione From Camogli to San Felipe,
spiders weaving stars..., a cura di Francesca Pasini, Tomas Saraceno propone un’ulteriore visione della strategia
del ragno e della sua capacità di attraversare enormi distanze dondolando lungo i filamenti di bava.
Per partecipare alle visioni di Saraceno è importante collegarsi agli scienziati inglesi del Rothamsted Research
che hanno messo a punto un modello matematico per descrivere il fenomeno del volo degli aracnidi che
va sotto il nome di “ballooning”. Con questo modello si è potuto constatare che la turbolenza dell’aria li
può spingere anche qualche centinaia di km dalla costa sopra il mare. La maggior parte dei ragni quando
cerca un nuovo territorio o un compagno lancia nell’aria i filamenti e si paracaduta in un nuovo ambiente,
i periodi principali di questa attività sono l’autunno e la primavera. Normalmente vanno da un lato all’altro
di un campo, ma talvolta possono coprire grandi distanze. Per vent’anni la migliore descrizione matematica
del fenomeno del “ballooning” è stato il modello Humphrey, ma secondo gli scienziati del Rothamsted non
spiegava alcune caratteristiche del volo dei ragni durante il movimento di sospensione nell’aria. Il modello
di Humphrey considerava la bava come se fosse solida come un tondino, sostenendo i ragni dal basso come
una specie di “lecca lecca capovolto”.
Invece, nel nuovo modello il fattore di flessibilità consente ai filamenti sospesi nella brezza di contorcersi e
di intrecciarsi alla turbolenza utilizzando le proprie caratteristiche aerodinamiche e garantendo la possibilità
di raggiungere imprevedibili distanze. Capire come e perchè si muovono può aiutarci a usare i ragni come
agenti di controllo rispetto agli insetti nocivi nella campagna.
È da queste ricerche che Saraceno ha preso lo spunto per avviare nella primavera del 2009 in Argentina
un esperimento di “ballooning”, facendo volare alcuni oggetti ricoperti di pellicola acrilica, riempiti di
elio. Un ulteriore passo rispetto alle sue strutture abitative utopistiche (Air-Port-City) che dialogano
con le costellazioni e con le ricerche di architetti quali Richard Buckminster Fuller, Peter Cook, Yona
Friedman.
Con la mostra alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, Tomas Saraceno propone una sintesi tra le
immagini tratte dall’esperimento argentino e le bolle/abitacoli dei ragni che avevamo visto a Venezia.
Con varie traiettorie quattro bolle attraversano i due piani dell’edificio, mentre i filamenti che le sostengono
sembrano vettori di energia che idealmente potrebbero far decollare l’edificio stesso, se immaginassimo di
scioglierli.
Nelle fotografie del volo, disposte sulle pareti del secondo piano, le strutture assumono, a volte, la fisionomia
di grandi gocce di vapore acqueo che si condensano nel cielo; a volte sembrano entità fisiologiche che
fluttuano sul confine dell’orizzonte; a volte hanno la forma di una tenda. Le foto documentano l’effettiva
possibilità di un’architettura aerea, ma anche una tensione poetica e intellettuale per immaginare un
concetto più evanescente dell’abitabilità umana. Trent’anni dopo l’allunaggio, Saraceno ci dice che il
passaggio successivo è fare esperienza, qui sulla terra, di una progressiva assenza di gravità.
All’interno della Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti, le bolle sospese nello spazio ci fanno percepire
un sentimento gravitazionale interno all’edificio stesso, che - al pian terreno - si confronta con le divergenti
traiettorie delle tre proiezioni video Space Elevator II (2009), e al piano superiore con le foto alle pareti delle
orbite di volo sperimentato in Argentina e con quelle disposte attorno a un tavolo dal titolo Ladies and
Gentlemen We are Floating in Space e Mars on water ( 2009).
Appare così una circolarità variabile che coinvolge il sopra e il sotto, facendoci percepire un “ballooning”
nell’atmosfera e nell’edificio stesso.
La volontà di sperimentare l’ascensione nell’aria ha portato Tomas Saraceno, nell’estate 2009, all’International
Space Studies Program della NASA, nella Silicon Valley dove ha studiato ulteriori passaggi.
Tra le scoperte delle neuroscienze quella dei neuroni specchio, ha dimostrato che esiste una sincronia fra
azione e osservazione. I neuroni specchio sono attivi nella scimmia quando compie un’azione o vede altri
compiere la stessa azione, ma il gruppo di ricerca guidato da Vittorio Gallese ha scoperto che nell’uomo
non è necessaria un’effettiva interazione con gli oggetti: i suoi neuroni specchio si attivano anche quando
l’azione è semplicemente mimata e sono in grado di codificare atti motori transitivi e intransitivi. Il loro
ruolo primario è di comprendere le azioni altrui.
Di fronte alle azioni di Saraceno che tipo di comprensione può attivarsi attraverso il sistema di neuroni
specchio? Come avviene la sincronia fra azione artistica e osservazione? Il tentativo di abitare l’aria, anche
solo transitoriamente, rimane confinato nella fantasia? Sono domande che l’arte, il cinema, la letteratura
hanno spesso posto, ma se è ipotizzabile che un’azione mimata attivi i neuroni specchio, allora gli oggetti
creati da Saraceno consentono azioni transitive e intransitive che possono codificare una comprensione
dell’aria e del vuoto.
Tomas Saraceno
1973 nato a San Miguel de Tucuman - Argentina
Vive e lavora sul pianeta terra e oltre
Formazione
Estate 2009 International Space Studies Program, NASA Center Ames, Silicon Valley, California
2003-2004 Postgraduate on Art and Architecture / Venezia Italia
Progettazione e Produzione delle Arti Visive- IUAV
2001-2003 Staatliche Hochschule für Bildende Künste - Städelschule-Frankfurt am Main
1999-2000 Escuela Superior de bellas Ares de la Nación Ernesto de la Carcova, Postgraduate on Art & Architecture
1992-1999 Universidad Nacional de Buenos Aires, Argentina UBA- Degree Architect
Mostre Personali Selezionate
2010 “From Camogli to San Felipe, spiders weaving stars”, Fondazione Pierluigi e Natalina Remotti,
Camogli, Italy ( marzo – giugno)
Bonniers Konsthall, Stockholm (prossimamente)
Houston Blaffer Gallery, Houston, United States (prossimamente)
2009 “Biosphere”, Statens Museum for Kunst, Copenhagen (all’interno del ciclo “RETHINK Relations”)
“Tomas Saraceno”, Mudam Musée d‘Art Moderne Grand-Duc Jean, Luxembourg
(all’interno del ciclo “Habiter”)
“Lighter than air”, Walker Art Center, Minneapolis
2008 “Galaxies forming along filaments, like droplets along the strands of a spiders web”,
Tanya Bonakdar Gallery, New York, USA
“Cloudy Dunes”, Fondazione Garrone, Genova, Italy
Mostre Collettive Selezionate
2009 “53d Biennale di Venezia, 2009”
“In Defense of Nature”, Barbican Art Center, London, UK
“Life Forms”, Bonniers Konsthall, Stockholm
2008 “Psycho Buildings – Artists and Architecture”, Hayward Gallery, London, Great Britain
“Sonsbeek 2008: Grandeur”, Arnhem, The Netherlands
“Experiment Marathon Reykjavic”, Reykjavic Art Museum, Kjarvalsstadir, Reykjavic, Iceland
13
marzo 2010
Tomas Saraceno – From Camogli to San Felipe. Spiders weaving stars…
Dal 13 marzo al 12 settembre 2010
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE PIERLUIGI E NATALINA REMOTTI
Camogli, Via Castagneto, 52, (Genova)
Camogli, Via Castagneto, 52, (Genova)
Orario di apertura
Da giovedì a domenica
dalle 16.00 alle 19.00
e su appuntamento
Vernissage
13 Marzo 2010, Ore 18.30
Ufficio stampa
CRISTINA PARISET
Autore
Curatore