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Jacopo Ricciardi – Materie senza segno
Non ha paura Ricciardi di presentare la parabola universale senza tentare di mettervi ordine. La sua è pittura-verità. Senza alibi o tentativi consolatori. La vita, nostra e dell’universo, in verità è questa. L’occhio dello spettatore costruisce, vivendolo nella mutevolezza della luce, una nuova opera ad ogni istante di osservazione: non ci sono limiti né mappature.
Comunicato stampa
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LipanjePuntin artecontemporanea – Roma ha il piacere di presentare la personale Materie senza segno di Jacopo Ricciardi (1977, Roma), a cura di Umberto Zampini.
Se una Gran Rivoluzione s'impossessasse degli schermi a cristalli liquidi che circondano i nostri giorni... se quell’ordine elettronico, che fa sì che migliaia d'immagini bombardino di menzogne e artifizi la nostra retina ogni minuto della nostra vita, venisse improvvisamente governato dalla verità su di noi... Ecco che, allora, con quasi assoluta certezza, ci ritroveremo circondati da immagini molto simili a quanto appare nelle opere di Jacopo Ricciardi.
Le opere in mostra sono una ventina di lavori su carta, dalle stesse dimensioni, in cui la polvere di pastello sembra sfiorare il supporto ma in realtà quasi ne muta la struttura fisica intridendosi ad esso. Lo strato impalpabile di pigmento diviene passepartout per esplorazioni abissali nelle profondità della nostra esistenza. Nasciamo da qualcosa di astratto e la fine della nostra vita sarà dominato da un'altra, non sappiamo perché più temibile, astrazione. Non ha paura Ricciardi di presentare la parabola universale senza tentare di mettervi ordine. La sua è pittura-verità. Senza alibi o tentativi consolatori. La vita, nostra e dell'universo, in verità è questa. L'occhio dello spettatore costruisce, vivendolo nella mutevolezza della luce, una nuova opera ad ogni istante di osservazione: non ci sono limiti né mappature. Libertà assoluta, universale, illimitata. Ci vuole coraggio a muoversi senz'altri riferimenti che se stessi. La materia pittorica nella sua apparente fragilità esiste appena nello spazio fisico, non si fa mai spessore, ma diventa potente e avvinghiante quando la luce ne restituisce la forza all'occhio che la osserva.
"La vita e la morte confluiscono in uno e non c'è né evoluzione né destino, soltanto essere" (Albert Einstein).
Artista, scrittore e poeta, Jacopo Ricciardi è l’ideatore e curatore dal 2001 al 2006, per gli aeroporti di Roma, del progetto culturale PlayOn. È direttore dell’omonima collana presso Scheiwiller. Vincitore di diversi premi ha pubblicato due romanzi, Will (Campanotto, 1997) e Amsterdam (PlayOn, 2008) e otto libri di poesie: Intermezzo IV (Campanotto, 1998), Ataraxia (Manni, 2000), Atòin (Campanotto, 2000), Scultura (Exit, 2002), Poesie della non morte (Scheiwiller, 2003), Colosseo (Anterem, 2004), Plastico (Il Melangolo, 2006), Scheggedellalba (Cento amici del libro, 2008). È presente nell’antologia Nuovissima poesia italiana (Mondadori, 2005) curata da Maurizio Cucchi e Antonio Riccardi.
Se una Gran Rivoluzione s'impossessasse degli schermi a cristalli liquidi che circondano i nostri giorni... se quell’ordine elettronico, che fa sì che migliaia d'immagini bombardino di menzogne e artifizi la nostra retina ogni minuto della nostra vita, venisse improvvisamente governato dalla verità su di noi... Ecco che, allora, con quasi assoluta certezza, ci ritroveremo circondati da immagini molto simili a quanto appare nelle opere di Jacopo Ricciardi.
Le opere in mostra sono una ventina di lavori su carta, dalle stesse dimensioni, in cui la polvere di pastello sembra sfiorare il supporto ma in realtà quasi ne muta la struttura fisica intridendosi ad esso. Lo strato impalpabile di pigmento diviene passepartout per esplorazioni abissali nelle profondità della nostra esistenza. Nasciamo da qualcosa di astratto e la fine della nostra vita sarà dominato da un'altra, non sappiamo perché più temibile, astrazione. Non ha paura Ricciardi di presentare la parabola universale senza tentare di mettervi ordine. La sua è pittura-verità. Senza alibi o tentativi consolatori. La vita, nostra e dell'universo, in verità è questa. L'occhio dello spettatore costruisce, vivendolo nella mutevolezza della luce, una nuova opera ad ogni istante di osservazione: non ci sono limiti né mappature. Libertà assoluta, universale, illimitata. Ci vuole coraggio a muoversi senz'altri riferimenti che se stessi. La materia pittorica nella sua apparente fragilità esiste appena nello spazio fisico, non si fa mai spessore, ma diventa potente e avvinghiante quando la luce ne restituisce la forza all'occhio che la osserva.
"La vita e la morte confluiscono in uno e non c'è né evoluzione né destino, soltanto essere" (Albert Einstein).
Artista, scrittore e poeta, Jacopo Ricciardi è l’ideatore e curatore dal 2001 al 2006, per gli aeroporti di Roma, del progetto culturale PlayOn. È direttore dell’omonima collana presso Scheiwiller. Vincitore di diversi premi ha pubblicato due romanzi, Will (Campanotto, 1997) e Amsterdam (PlayOn, 2008) e otto libri di poesie: Intermezzo IV (Campanotto, 1998), Ataraxia (Manni, 2000), Atòin (Campanotto, 2000), Scultura (Exit, 2002), Poesie della non morte (Scheiwiller, 2003), Colosseo (Anterem, 2004), Plastico (Il Melangolo, 2006), Scheggedellalba (Cento amici del libro, 2008). È presente nell’antologia Nuovissima poesia italiana (Mondadori, 2005) curata da Maurizio Cucchi e Antonio Riccardi.
11
marzo 2010
Jacopo Ricciardi – Materie senza segno
Dall'undici marzo al 17 aprile 2010
arte contemporanea
Location
LIPANJEPUNTIN ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Di Montoro, 10, (Roma)
Roma, Via Di Montoro, 10, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 14 - 20
Vernissage
11 Marzo 2010, ore 18.30
Autore
Curatore