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Le macerie rivelano
in mostra inediti archeologici per la storia della città organizzata dall’Ufficio del Vice Commissario per la messa in sicurezza del Patrimonio Culturale in collaborazione con la Regione Abruzzo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
E’ la corte di Palazzo Ignazio Silone, sede della Regione Abruzzo a L’Aquila, ad ospitare la mostra “Le Macerie Rivelano – inediti archeologici per la storia della città organizzata dall’Ufficio del Vice Commissario per la messa in sicurezza del Patrimonio Culturale in collaborazione con la Regione Abruzzo.
Si tratta, in particolare, di un percorso articolato su una trentina di pezzi che rappresentano una selezione tipologica di materiali lapidei componenti architettura e apparato decorativo di alcuni complessi monumentali tra i più antichi di L’Aquila, la chiesa di Santa Maria Paganica e la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, di cui si erano perse traccia fisica e memoria.
L’esposizione propone capitelli, porzioni di colonnine e di altri elementi decorativi, parti di lastre tombali, lacerti di affreschi (in uno in particolare è riconoscibile una testa di Santo con aureola prospettica in foglia d’oro proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Paganica e databile alla seconda metà del XV secolo); insomma una selezione di opere che si pensavano irrimediabilmente perdute e che oggi, grazie anche al lavoro di selezione delle macerie effettuato da un team di esperti diretti da un funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologica per l’Abruzzo, coadiuvato da architetti e storici dell’arte, sono tornate alla luce. “Questi lavori – spiega il Vice Commissario Luciano Marchetti – sono stati diretti dall’archeologo Vincenzo Torrieri non certo per fare archeologia, non era e non è ancora questo il momento, ma per avvalersi di tecniche idonee per la comprensione dei fenomeni fisici e per la restituzione di tutti gli elementi componenti l’architettura e l’apparato decorativo di complessi monumentali ciclicamente distrutti dai terremoti che fin dalla fondazione hanno interessato la città dell’Aquila”.
I materiali esposti, infatti, sono presentati come una mera testimonianza archeologica, con una semplice descrizione della materia del manufatto e degli ambiti culturali di riferimento, senza entrare nel merito dei possibili risvolti storico – culturali. “Ci sembrava giusto – spiega il curatore della mostra Vincenzo Torrieri – riavviare il processo di storicizzazione degli inediti rinvenuti e dare la possibilità a storici, critici, professionisti e addetti ai lavori di esprimersi in merito e, nello stesso tempo, far conoscere a tutti le nostre scoperte, il nostro lavoro: il lavoro di recupero e di rimozione delle macerie post – sisma”.
Si tratta, in particolare, di un percorso articolato su una trentina di pezzi che rappresentano una selezione tipologica di materiali lapidei componenti architettura e apparato decorativo di alcuni complessi monumentali tra i più antichi di L’Aquila, la chiesa di Santa Maria Paganica e la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, di cui si erano perse traccia fisica e memoria.
L’esposizione propone capitelli, porzioni di colonnine e di altri elementi decorativi, parti di lastre tombali, lacerti di affreschi (in uno in particolare è riconoscibile una testa di Santo con aureola prospettica in foglia d’oro proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Paganica e databile alla seconda metà del XV secolo); insomma una selezione di opere che si pensavano irrimediabilmente perdute e che oggi, grazie anche al lavoro di selezione delle macerie effettuato da un team di esperti diretti da un funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologica per l’Abruzzo, coadiuvato da architetti e storici dell’arte, sono tornate alla luce. “Questi lavori – spiega il Vice Commissario Luciano Marchetti – sono stati diretti dall’archeologo Vincenzo Torrieri non certo per fare archeologia, non era e non è ancora questo il momento, ma per avvalersi di tecniche idonee per la comprensione dei fenomeni fisici e per la restituzione di tutti gli elementi componenti l’architettura e l’apparato decorativo di complessi monumentali ciclicamente distrutti dai terremoti che fin dalla fondazione hanno interessato la città dell’Aquila”.
I materiali esposti, infatti, sono presentati come una mera testimonianza archeologica, con una semplice descrizione della materia del manufatto e degli ambiti culturali di riferimento, senza entrare nel merito dei possibili risvolti storico – culturali. “Ci sembrava giusto – spiega il curatore della mostra Vincenzo Torrieri – riavviare il processo di storicizzazione degli inediti rinvenuti e dare la possibilità a storici, critici, professionisti e addetti ai lavori di esprimersi in merito e, nello stesso tempo, far conoscere a tutti le nostre scoperte, il nostro lavoro: il lavoro di recupero e di rimozione delle macerie post – sisma”.
30
luglio 2010
Le macerie rivelano
Dal 30 luglio al 30 agosto 2010
archeologia
Location
REGIONE ABRUZZO – PALAZZO IGNAZIO SILONE
L'aquila, Via Leonardo Da Vinci, 4, (L'aquila)
L'aquila, Via Leonardo Da Vinci, 4, (L'aquila)
Vernissage
30 Luglio 2010, ore 16