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Sabrina Mezzaqui – La realtà non è forte
L’installazione di Sabrina Mezzaqui dal titolo La realtà non è forte, nasce come dialogo con una delle più importanti collezioni di tessuti d’Europa, la raccolta Gandini del Museo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Inaugurerà sabato 27 novembre alle ore 18.00 al Museo Civico d'Arte di Modena, l'installazione di Sabrina Mezzaqui dal titolo La realtà non è forte, nata come dialogo con una delle più importanti collezioni di tessuti d'Europa, la raccolta Gandini del Museo.
Un dialogo che ha rivelato fin dalle sue premesse un’intesa tra i valori e le pratiche artigianali del tessile e la poetica dell’artista bolognese che materializza pensieri desunti dalle tradizioni filosofiche, religiose e letterarie ricorrendo alla gestualità lenta e delicata del ricamo, del cucito e del ritaglio. Un percorso che riannoda il passato al presente suggerendo nuove chiavi di lettura e rinnovati percorsi mentali.
La mostra, curata dal Museo Civico d'Arte e dalla Galleria Civica di Modena, si colloca tra le iniziative organizzate nell'ambito del convegno internazionale “Antiche trame, nuovi intrecci. Conoscere e comunicare le collezioni tessili” (26-27 novembre 2010, www.convegnotessili.it), dedicato alla valorizzazione delle raccolte tessili in ambito museale, promosso dal Museo Civico d'Arte di Modena in collaborazione con l'IBC e l'Università di Pisa.
L'intervento di Sabrina Mezzaqui all'interno della raccolta rimarca quanto il cucito, il ricamo e le tecniche affini connesse a quest'arte antica costituiscano gli archetipi di un linguaggio che trova ampio e consapevole spazio di espressione nell'arte contemporanea.
Il dialogo con la collezione pone l'accento su alcuni nodi centrali legati ad una pratica spesso giudicata marginale per le sue implicazioni con l'artigianato artistico e la sfera domestica. Il ricamo, tra il novero dei contemporanei mezzi espressivi, pone in evidenza il recupero di una dimensione che vede nel lavoro manuale, lento e paziente, una modalità espressiva che fa da controcampo alla velocità vorticosa del mondo moderno; modalità che evidenzia non solo una tendenza dell’arte contemporanea, ma anche la trasformazione di una pratica decorativa e artigianale, confinata per secoli “nell’oscurità della maestria femminile”, in un linguaggio autonomo che evoca un bisogno estetico, simbolo di una necessità quotidiana.
Il titolo dell'installazione è ripreso da una frase di Hannah Arendt tratta da Le origini del totalitarismo (1948): “La realtà non è tenace, non è forte, ha bisogno della nostra protezione”.
Tra rari tessuti, sontuosi velluti, raffinati damaschi, splendide sete e merletti, galloni, nastri, frange e ricami antichi, conservati negli arredi originali, l'artista dispone le sue opere che si confrontano con la raccolta in modo silenzioso, esaltando il piacere inaspettato della scoperta.
Si dispiegano così alcuni significativi oggetti, frutto della produzione artistica più recente della Mezzaqui, dove la pratica del ricamo è intimamente permeata dall'elemento della scrittura: l'installazione raccoglie infatti opere come Sentinella, un libro in pagine di stoffa ricamate con fiori e appunti autografi dell'artista, Mettere a dimora, motivi floreali ricavati dal paziente ritaglio dei soli profili tracciati su cartoncino che dialogano con il lemma “pianta-piantare” del vocabolario; frasi ricamate che ricordano effimere architetture; alcuni libri realizzati interamente a mano con la trascrizione meticolosa dei testi e dell’impostazione tipografica dei Quaderni di Simone Weil, work in progress, attraverso il quale l’artista ne assimila il senso e il ritmo, divenendo un condotto tra la parola letta e quella scritta.
L’interesse della Mezzaqui per le continue correlazioni fra letteratura ed esperienza quotidiana diventa parte di una filosofia artistica che unisce universalità e intimismo in un’eleganza formale di grande suggestione.
Note biografiche
Sabrina Mezzaqui è nata a Bologna nel 1964; vive e lavora a Marzabotto (BO). La sua formazione artistica si svolge dapprima all’Istituto Statale d’Arte di Bologna e poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove consegue il diploma nel 1993. Artista eclettica nella scelta delle tecniche e delle iconografie, ama operare sui materiali e sulle ritualità del quotidiano, evidenziando la tendenza a procedere secondo una gestualità reiterata, nel recupero di pratiche come il ricamo, l'intaglio, la tessitura. Nelle sue opere il fare traduce nella materia stessa un senso del tempo dilatato e legato ai ritmi del lavoro manuale dove appaiono una forte componente narrativa e raffinatezze e sensibilità liriche. I suoi esordi artistici risalgono alla metà degli anni Novanta, soprattutto nell'ambiente bolognese dove hanno luogo le prime mostre personali alla Galleria Graffio (1996, 1997, 1998). Oltre alla personale tenuta alla GAM di Torino nel 2006, presenta alcune importanti personali grazie alla collaborazione con la Galleria Massimo Minini di Brescia (Messaggi inviati, 1999; Il pomeriggio è troppo azzurro, 2001; Quando le parole atterrano, 2006; Giocatori di perle, 2010) e con la Galleria Continua di San Gimignano (Carezze, 2001; Ecco adesso, 2004; Sottolineature, 2005; Mettere a dimora, 2008). Ha esposto in occasione di numerose mostre collettive in spazi pubblici e no profit in Italia (tra cui Galleria d'Arte Moderna di Bologna; Palazzo delle Papesse a Siena; Museion, Bolzano; Viafarini e Careof, Milano, MAN, Nuoro) e all'estero (PS1, New York; Musée Art Modern, Saint Etienne). Il suo lavoro è orientato anche verso il mezzo del video con cui ha partecipato a numerosi eventi e rassegne.
Un dialogo che ha rivelato fin dalle sue premesse un’intesa tra i valori e le pratiche artigianali del tessile e la poetica dell’artista bolognese che materializza pensieri desunti dalle tradizioni filosofiche, religiose e letterarie ricorrendo alla gestualità lenta e delicata del ricamo, del cucito e del ritaglio. Un percorso che riannoda il passato al presente suggerendo nuove chiavi di lettura e rinnovati percorsi mentali.
La mostra, curata dal Museo Civico d'Arte e dalla Galleria Civica di Modena, si colloca tra le iniziative organizzate nell'ambito del convegno internazionale “Antiche trame, nuovi intrecci. Conoscere e comunicare le collezioni tessili” (26-27 novembre 2010, www.convegnotessili.it), dedicato alla valorizzazione delle raccolte tessili in ambito museale, promosso dal Museo Civico d'Arte di Modena in collaborazione con l'IBC e l'Università di Pisa.
L'intervento di Sabrina Mezzaqui all'interno della raccolta rimarca quanto il cucito, il ricamo e le tecniche affini connesse a quest'arte antica costituiscano gli archetipi di un linguaggio che trova ampio e consapevole spazio di espressione nell'arte contemporanea.
Il dialogo con la collezione pone l'accento su alcuni nodi centrali legati ad una pratica spesso giudicata marginale per le sue implicazioni con l'artigianato artistico e la sfera domestica. Il ricamo, tra il novero dei contemporanei mezzi espressivi, pone in evidenza il recupero di una dimensione che vede nel lavoro manuale, lento e paziente, una modalità espressiva che fa da controcampo alla velocità vorticosa del mondo moderno; modalità che evidenzia non solo una tendenza dell’arte contemporanea, ma anche la trasformazione di una pratica decorativa e artigianale, confinata per secoli “nell’oscurità della maestria femminile”, in un linguaggio autonomo che evoca un bisogno estetico, simbolo di una necessità quotidiana.
Il titolo dell'installazione è ripreso da una frase di Hannah Arendt tratta da Le origini del totalitarismo (1948): “La realtà non è tenace, non è forte, ha bisogno della nostra protezione”.
Tra rari tessuti, sontuosi velluti, raffinati damaschi, splendide sete e merletti, galloni, nastri, frange e ricami antichi, conservati negli arredi originali, l'artista dispone le sue opere che si confrontano con la raccolta in modo silenzioso, esaltando il piacere inaspettato della scoperta.
Si dispiegano così alcuni significativi oggetti, frutto della produzione artistica più recente della Mezzaqui, dove la pratica del ricamo è intimamente permeata dall'elemento della scrittura: l'installazione raccoglie infatti opere come Sentinella, un libro in pagine di stoffa ricamate con fiori e appunti autografi dell'artista, Mettere a dimora, motivi floreali ricavati dal paziente ritaglio dei soli profili tracciati su cartoncino che dialogano con il lemma “pianta-piantare” del vocabolario; frasi ricamate che ricordano effimere architetture; alcuni libri realizzati interamente a mano con la trascrizione meticolosa dei testi e dell’impostazione tipografica dei Quaderni di Simone Weil, work in progress, attraverso il quale l’artista ne assimila il senso e il ritmo, divenendo un condotto tra la parola letta e quella scritta.
L’interesse della Mezzaqui per le continue correlazioni fra letteratura ed esperienza quotidiana diventa parte di una filosofia artistica che unisce universalità e intimismo in un’eleganza formale di grande suggestione.
Note biografiche
Sabrina Mezzaqui è nata a Bologna nel 1964; vive e lavora a Marzabotto (BO). La sua formazione artistica si svolge dapprima all’Istituto Statale d’Arte di Bologna e poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove consegue il diploma nel 1993. Artista eclettica nella scelta delle tecniche e delle iconografie, ama operare sui materiali e sulle ritualità del quotidiano, evidenziando la tendenza a procedere secondo una gestualità reiterata, nel recupero di pratiche come il ricamo, l'intaglio, la tessitura. Nelle sue opere il fare traduce nella materia stessa un senso del tempo dilatato e legato ai ritmi del lavoro manuale dove appaiono una forte componente narrativa e raffinatezze e sensibilità liriche. I suoi esordi artistici risalgono alla metà degli anni Novanta, soprattutto nell'ambiente bolognese dove hanno luogo le prime mostre personali alla Galleria Graffio (1996, 1997, 1998). Oltre alla personale tenuta alla GAM di Torino nel 2006, presenta alcune importanti personali grazie alla collaborazione con la Galleria Massimo Minini di Brescia (Messaggi inviati, 1999; Il pomeriggio è troppo azzurro, 2001; Quando le parole atterrano, 2006; Giocatori di perle, 2010) e con la Galleria Continua di San Gimignano (Carezze, 2001; Ecco adesso, 2004; Sottolineature, 2005; Mettere a dimora, 2008). Ha esposto in occasione di numerose mostre collettive in spazi pubblici e no profit in Italia (tra cui Galleria d'Arte Moderna di Bologna; Palazzo delle Papesse a Siena; Museion, Bolzano; Viafarini e Careof, Milano, MAN, Nuoro) e all'estero (PS1, New York; Musée Art Modern, Saint Etienne). Il suo lavoro è orientato anche verso il mezzo del video con cui ha partecipato a numerosi eventi e rassegne.
27
novembre 2010
Sabrina Mezzaqui – La realtà non è forte
Dal 27 novembre 2010 al 13 febbraio 2011
arte contemporanea
Location
MUSEO CIVICO D’ARTE – PALAZZO DEI MUSEI
Modena, Piazzale Largo Sant'agostino, 337, (Modena)
Modena, Piazzale Largo Sant'agostino, 337, (Modena)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 9.00 – 12.00
sabato, domenica e festivi 10.00 – 13.00; 15.00 – 18.00
lunedì non festivo chiuso
Festività 25 dicembre, 1 gennaio 15.00 – 18.00
Vernissage
27 Novembre 2010, ore 18
Sito web
www.convegnotessili.it
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore