Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Damien Hirst – For the Love of God
In mostra For the Love of God, il teschio tempestato di diamanti opera dell’artista inglese Damien Hirst diventato leggendario da quando venne esposto per la prima volta nel 2007
Comunicato stampa
Segnala l'evento
«Come artista cerco di fare cose in cui la gente può credere, con le quali possa
relazionarsi, che possa sperimentare. Occorre dunque esporle nel miglior modo possibile».
Damien Hirst nel 2008
«[...] ciò che è bello, sia un animale sia ogni altra cosa costituita di parti, deve avere non
soltanto queste parti ordinate al loro posto, ma anche una grandezza che non sia casuale;
il bello infatti sta nella grandezza e nell’ordinata disposizione delle parti [...]».
Aristotele, Poetica
For the Love of God, il teschio tempestato di diamanti opera dell’artista inglese Damien
Hirst diventato leggendario da quando venne esposto per la prima volta nel 2007, verrà
esposto a Palazzo Vecchio, a Firenze, dal 26 novembre 2010 al 1 maggio 2011.
Promosso dal Comune di Firenze, Assessorato alla Cultura e alla Contemporaneità e
dai Musei Civici Fiorentini, l’evento è stato ideato da Memoria srl, curato da Francesco
Bonami e prodotto e organizzato da Arthemisia Group.
For the Love of God è un calco di platino di un teschio umano in scala reale tempestato di
8.601 diamanti al massimo grado di purezza o con pochissime imperfezioni, per un totale di
1.106,18 carati. Sulla fronte è incastonato un grande diamante rosa a forma di goccia
anche noto come “la stella del teschio”. I denti sono stati ricavati da un cranio vero del
Settecento acquistato da Hirst a Londra.
Il teschio di diamanti non ha precedenti nella storia dell’arte. Sotto un certo aspetto, l’opera
rappresenta un tradizionale “memento mori”, un oggetto che parla della transitorietà
dell’esistenza umana. Come scrive lo storico dell’arte olandese Rudi Fuchs: «Il teschio è
sovrannaturale, quasi celestiale. Proclama la vittoria sulla decadenza. Al tempo stesso
rappresenta la morte come qualcosa di infinitamente più implacabile. Rispetto alla
lacrimosa tristezza di una scena di vanitas, il Teschio di Diamanti è gloria pura».
Palazzo Vecchio è la storica sede del governo fiorentino e uno dei grandi capolavori
dell’arte e dell’architettura italiana. I sontuosi ambienti decorati su progetto di Vasari
ospitarono la corte del duca Cosimo I de’ Medici. Il pubblico potrà ammirare For the Love of
God esposto nella Camera del Duca Cosimo passando attraverso lo Studiolo di Francesco
I de’ Medici, solitamente visitabile solo su prenotazione, in un confronto irripetibile fra la
wunderkammer di Palazzo Vecchio – capolavoro del Manierismo fiorentino realizzato fra il
1570 e il 1575 – e For the Love of God, il tour de force dell’artista contemporaneo Damien
Hirst.
Da quando è stato creato, For the Love of God è stato esposto solo due volte prima
dell’evento fiorentino. Dopo la presentazione inaugurale al White Cube di Londra (la
galleria di Damien Hirst) nel 2007, l’opera è stata al Rijksmuseum di Amsterdam nel 2008
attirando più di 250.000 presenze.
Il Comune di Firenze, i Musei Civici Fiorentini e Arthemisia Group ringraziano Pitti
Immagine per la collaborazione.
www.hirst.it
www.comune.fi.it
Palazzo Vecchio e lo Studiolo di Francesco I
Edificato fra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento per ospitare gli organi di governo
della città, nel corso del Cinquecento diventa la residenza del duca Cosimo I de' Medici e
della sua corte. Prese l’appellativo di “Palazzo Vecchio” dopo il 1565, quando la corte
medicea si spostò nella nuova reggia di Palazzo Pitti.
Il figlio di Cosimo, Francesco I commissionò la costruzione e la decorazione dello Studiolo
al pittore e architetto di corte Giorgio Vasari e all’erudito don Vicenzo Borghini. La stanza è
uno scrittoio segreto all’interno degli appartamenti privati del granduca e destinato a
ospitare piccoli oggetti, rari e preziosi, appartenenti alla sua collezione. Gli oggetti erano
custoditi negli armadi a muro che corrono lungo le pareti e le raffinate decorazioni di
soggetto mitologico e religioso che ricoprono interamente le superfici dell’ambiente
alludono alle loro specifiche qualità naturali e artistiche. Le decorazioni comprendono le
scene dipinte sugli sportelli in legno e sulle lavagne del registro superiore, gli affreschi della
volta e i bronzi ubicati nelle nicchie di marmo mischio. Concepito come una sorta di
microcosmo, secondo la tradizione Francesco I amava ritirarsi qui per coltivare in solitudine
i suoi interessi scientifici e alchemici.
Il granduca volle che alla sua decorazione partecipassero tutti i principali pittori attivi a
Firenze in quegli anni, più di trenta artisti che vi lavorarono tra il 1570 e il 1575. Fra gli
scultori spiccano i nomi di Giambologna, Bartolomeo Ammannati, Vincenzo Danti, mentre
tra i pittori si ricordano il fiammingo Giovanni Stradano, Alessandro Allori, allievo del
Bronzino, Giovan Battista Naldini, Santi di Tito.
Lo Studiolo era stato completato da poco quando Francesco I cominciò a trasferire il
contenuto degli armadi e le statue di bronzo nella Tribuna degli Uffizi realizzata nel 1584.
Dopo la sua morte avvenuta nel 1587 anche gli altri apparati ornamentali vennero
progressivamente smantellati.
L’attuale ricostruzione dello Studiolo fu promossa nel 1910 all’interno di un più generale
riallestimento degli ambienti medicei di Palazzo Vecchio. In quella fase, sulla base del
carteggio tra il Borghini e il Vasari, fu possibile rintracciare la decorazione dispersa tra vari
musei fiorentini e ricollocarla nel suo luogo d’origine.
relazionarsi, che possa sperimentare. Occorre dunque esporle nel miglior modo possibile».
Damien Hirst nel 2008
«[...] ciò che è bello, sia un animale sia ogni altra cosa costituita di parti, deve avere non
soltanto queste parti ordinate al loro posto, ma anche una grandezza che non sia casuale;
il bello infatti sta nella grandezza e nell’ordinata disposizione delle parti [...]».
Aristotele, Poetica
For the Love of God, il teschio tempestato di diamanti opera dell’artista inglese Damien
Hirst diventato leggendario da quando venne esposto per la prima volta nel 2007, verrà
esposto a Palazzo Vecchio, a Firenze, dal 26 novembre 2010 al 1 maggio 2011.
Promosso dal Comune di Firenze, Assessorato alla Cultura e alla Contemporaneità e
dai Musei Civici Fiorentini, l’evento è stato ideato da Memoria srl, curato da Francesco
Bonami e prodotto e organizzato da Arthemisia Group.
For the Love of God è un calco di platino di un teschio umano in scala reale tempestato di
8.601 diamanti al massimo grado di purezza o con pochissime imperfezioni, per un totale di
1.106,18 carati. Sulla fronte è incastonato un grande diamante rosa a forma di goccia
anche noto come “la stella del teschio”. I denti sono stati ricavati da un cranio vero del
Settecento acquistato da Hirst a Londra.
Il teschio di diamanti non ha precedenti nella storia dell’arte. Sotto un certo aspetto, l’opera
rappresenta un tradizionale “memento mori”, un oggetto che parla della transitorietà
dell’esistenza umana. Come scrive lo storico dell’arte olandese Rudi Fuchs: «Il teschio è
sovrannaturale, quasi celestiale. Proclama la vittoria sulla decadenza. Al tempo stesso
rappresenta la morte come qualcosa di infinitamente più implacabile. Rispetto alla
lacrimosa tristezza di una scena di vanitas, il Teschio di Diamanti è gloria pura».
Palazzo Vecchio è la storica sede del governo fiorentino e uno dei grandi capolavori
dell’arte e dell’architettura italiana. I sontuosi ambienti decorati su progetto di Vasari
ospitarono la corte del duca Cosimo I de’ Medici. Il pubblico potrà ammirare For the Love of
God esposto nella Camera del Duca Cosimo passando attraverso lo Studiolo di Francesco
I de’ Medici, solitamente visitabile solo su prenotazione, in un confronto irripetibile fra la
wunderkammer di Palazzo Vecchio – capolavoro del Manierismo fiorentino realizzato fra il
1570 e il 1575 – e For the Love of God, il tour de force dell’artista contemporaneo Damien
Hirst.
Da quando è stato creato, For the Love of God è stato esposto solo due volte prima
dell’evento fiorentino. Dopo la presentazione inaugurale al White Cube di Londra (la
galleria di Damien Hirst) nel 2007, l’opera è stata al Rijksmuseum di Amsterdam nel 2008
attirando più di 250.000 presenze.
Il Comune di Firenze, i Musei Civici Fiorentini e Arthemisia Group ringraziano Pitti
Immagine per la collaborazione.
www.hirst.it
www.comune.fi.it
Palazzo Vecchio e lo Studiolo di Francesco I
Edificato fra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento per ospitare gli organi di governo
della città, nel corso del Cinquecento diventa la residenza del duca Cosimo I de' Medici e
della sua corte. Prese l’appellativo di “Palazzo Vecchio” dopo il 1565, quando la corte
medicea si spostò nella nuova reggia di Palazzo Pitti.
Il figlio di Cosimo, Francesco I commissionò la costruzione e la decorazione dello Studiolo
al pittore e architetto di corte Giorgio Vasari e all’erudito don Vicenzo Borghini. La stanza è
uno scrittoio segreto all’interno degli appartamenti privati del granduca e destinato a
ospitare piccoli oggetti, rari e preziosi, appartenenti alla sua collezione. Gli oggetti erano
custoditi negli armadi a muro che corrono lungo le pareti e le raffinate decorazioni di
soggetto mitologico e religioso che ricoprono interamente le superfici dell’ambiente
alludono alle loro specifiche qualità naturali e artistiche. Le decorazioni comprendono le
scene dipinte sugli sportelli in legno e sulle lavagne del registro superiore, gli affreschi della
volta e i bronzi ubicati nelle nicchie di marmo mischio. Concepito come una sorta di
microcosmo, secondo la tradizione Francesco I amava ritirarsi qui per coltivare in solitudine
i suoi interessi scientifici e alchemici.
Il granduca volle che alla sua decorazione partecipassero tutti i principali pittori attivi a
Firenze in quegli anni, più di trenta artisti che vi lavorarono tra il 1570 e il 1575. Fra gli
scultori spiccano i nomi di Giambologna, Bartolomeo Ammannati, Vincenzo Danti, mentre
tra i pittori si ricordano il fiammingo Giovanni Stradano, Alessandro Allori, allievo del
Bronzino, Giovan Battista Naldini, Santi di Tito.
Lo Studiolo era stato completato da poco quando Francesco I cominciò a trasferire il
contenuto degli armadi e le statue di bronzo nella Tribuna degli Uffizi realizzata nel 1584.
Dopo la sua morte avvenuta nel 1587 anche gli altri apparati ornamentali vennero
progressivamente smantellati.
L’attuale ricostruzione dello Studiolo fu promossa nel 1910 all’interno di un più generale
riallestimento degli ambienti medicei di Palazzo Vecchio. In quella fase, sulla base del
carteggio tra il Borghini e il Vasari, fu possibile rintracciare la decorazione dispersa tra vari
musei fiorentini e ricollocarla nel suo luogo d’origine.
25
novembre 2010
Damien Hirst – For the Love of God
Dal 25 novembre 2010 al 12 giugno 2011
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
PALAZZO VECCHIO
Firenze, Piazza Della Signoria, (Firenze)
Firenze, Piazza Della Signoria, (Firenze)
Biglietti
Intero € 10,00
Ridotto € 8,00
Scuole € 3,00
Orario di apertura
Tutti i giorni ore 9.00 - 24.00
Giovedì ore 9.00 - 14.00
La biglietteria chiude un’ora prima 8 Dicembre 2010 ore 9.00 - 24.00
24 dicembre 2010 ore 9.00 -19.00
25 dicembre 2010 chiuso
26 dicembre 2010 ore 9.00 - 24.00
31 dicembre 2010 ore 9.00 - 19.00
1 gennaio 2011 ore 13.00 - 19.00
6 gennaio 2011 ore 9.00 - 19.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Vernissage
25 Novembre 2010, su invito
Sito web
www.hirst.it
Ufficio stampa
ARTHEMISIA
Autore
Curatore