01 dicembre 2004

fino al 29.I.2005 Tano Festa – da Mondrian a Michelangelo Roma, Cinecittadue Arte Contemporanea

 
Un progetto inedito in Italia: portare l’arte in un centro commerciale. Si inizia con un piatto forte, uno dei grandi della stagione Pop romana. Ma in una chiave tutta da approfondire. Tano Festa, da Van Eyck a Michelangelo a Mondrian. Potere della citazione…

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Questo evento, nella scelta tematica che lo ispira, conferma come, oltre la gestualità informale condivisa in gioventù con gli artisti di Piazza del Popolo (Schifano, Angeli, Fioroni..) e al di là delle ricerche commerciali-oggettuali della pop nordamericana, Tano Festa riuscì ad aprirsi, sin dai primissimi anni ’60, la modernissima via di un ritorno alla figurazione, declinato su di una inedita visione ironica del classico.
Difatti le sue foto-pitture (ri-produzioni) di immagini simbolo dell’arte, reinventarono la classicità attraverso la citazione straniante, ch’egli pose da subito quale spazio aperto e fecondo entro cui vivere il confronto con i tempi della memoria. Che tale confronto abbia informato le esperienze successive dell’arte (Trans-Avanguardia, Citazionismo ..) e che sia stato il frutto di ricerche precedenti e parallele i n ambito epistemologico (Nietzsche, Deleuze, Derrida…) è cosa risaputa.
D’altro canto il popular del romano non poté che ricavarsi da un quotidiano incontro con le testimonianze del passato e scandito su di una dimensione dell’esserci, quella della memoria appunto, naturalmente invasiva a Roma. Infatti i suoi plot (le sue trame foto-pittoriche), che selezionano l’essenza dell’immagine citata e sceneggiata nella ri-costruzione dipinta, risultano essere, in un’ottica storicizzata, proprio come il campo base del contemporaneo neobarocchismo culturale registrato dal semiologo Calabrese e, più indietro, del neomanierismo teorizzato da Bonito Oliva.
Dunque un’arte attualissima la sua, costruita pre-disponendo affettivamente un blob di simboli e di miti d’arte riconvertiti in slogan slogati: capaci cioè di liberissimi colloqui nella casa di un tempo stretto da salti concettuali vertiginosi. Bisogna aggiungere in più che egli ruppe con il mito dell’artista demiurgo, apolide creatore astorico, per affermare un’idea eretica ed errante di artista-filologo detentore di una forte consapevolezza dell’ineliminabile peso della storicità di qualsiasi atto creativo.
E’ proprio in questa ottica che nacquero le serie in mostra ispirate alla classicità, sia essa quella naturalistica di Van Eyck, sia quella familiare, reiterata e attualizzata, del Michelangelo della Sistina. Così, nell’erotismo dei campi monocromi e negli sfondi informali con i quali lenticolarmente andava incorniciando il particolare significante, Festa creò la sua classicità attraverso un’attenzione selettiva che celebrava i suoi personali miti degli adamo dell’arte. Perché l’arte è plagio(Festa) e tutti gli artisti, se autenticamente tali, necessariamente si ritroveranno a colloquiare nella Casa dell’Arte (conferma Paolini in catalogo). Casa che è sempre specchio riflettente ombre affollate della memoria perché -concludendo in tema con una citazione della citazione- Festa è da considerare inequivocabilmente quale artista cattolico, apostolico, romano(Bonito Oliva).

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Tano Festa, Showroom Telemarket, Milano

Redazione Exibart
mostra visitata il 24 novembre 2004


Tano Festa-da Mondrian a Michelangelo
Cinecittadue Arte Contemporanea, Via Palmiro Togliatti, 2, Roma. A cura di Daniela Lancioni.
Orario: novembre, dal lunedì al sabato dalle 10,00 alle 20,00; dicembre e gennaio, dal lunedì alla domenica dalle 10,00 alle 20,00.
Biglietti: ingresso libero.
Info: 06 7220910
Organizzazione: Alberto Becchetto e Bruna Marchini
Servizi didattici: Valerio Giannetti
Catalogo: disponibile, bilingue con testi di Daniela Lancioni e Teresa Ruggeri e con una testimonianza di Giulio Paolini e di Marco Lodoli

[exibart]

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