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Scomparsa/Disparition
Mucho Mas! è lieto di presentare Scomparsa /Disparition, mostra personale di Sibylle Duboc, artista multimediale francese che vive e lavora a Marsiglia.
Comunicato stampa
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SCOMPARSA/DISPARITION
Sibylle Duboc
13 febbraio - 5 aprile 2025
a cura di Luca Vianello e Silvia Mangosio
in collaborazione con Museo Nazionale della Montagna, Musee des Merveilles e con il supporto di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.
–––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Mucho Mas! è lieto di presentare Scomparsa /Disparition, mostra personale di Sibylle Duboc, artista multimediale francese che vive e lavora a Marsiglia.
Sibylle Duboc è stata invitata a Torino da Mucho Mas! per proseguire la sua ricerca nell’ambito del cambiamento climatico e dell’antropizzazione del paesaggio alpino nell’archivio del Museo Nazionale della Montagna, durante un periodo di residenza ad Ottobre 2024.
Il progetto di ricerca è ideato da Mucho Mas! in collaborazione con Museo Nazionale della Montagna (TO) e Musee des Merveilles (Tende) e supportato da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.
Sybille presenterà anche la performance “La marcia dei ghiacciai” sabato 5 Aprile 2025 nel programma “Walking Mountains social walks”.
La mostra sarà attivata da una talk il 4 Aprile in occasione del finissage, con l’intervento di Andrea Lerda, curatore del Museo Nazionale della Montagna di Torino e Silvia Sandrone, direttrice del Musee des Merveilles (Tende), oltre alla presenza dell’artista Sibylle Duboc e dei fondatori di Mucho Mas! Luca Vianello e Silvia Mangosio.
Scomparsa/Disparition comprende una serie di lavori creati nel corso dell’ultimo anno in una serie di residenze durante le quali l’artista si è focalizzata sulla ricerca dei cambiamenti e dell’antropizzazione del paesaggio alpino.
Come riflessi di paesaggi trasformati dall’uomo, le opere che Duboc crea fanno eco al danno inflitto all’ambiente. Evocano quindi le conseguenze della nostra era, l’Antropocene, in cui le risorse naturali utilizzate quotidianamente inevitabilmente scompariranno. Le creazioni di Sibylle Duboc cercano di mettere in discussione i nostri gesti, i nostri consumi, i nostri stili di vita e il nostro rapporto con il visibile. Costituendo una sorta di gioco formale tra l’industrializzazione dell’uomo e i disegni della natura, i suoi lavori evidenziano un’importante trasformazione del paesaggio, attraverso lo sfruttamento delle risorse naturali.
Queste opere prendono la forma di scultura, sperimentazioni fotografiche, video e performance: mettono in discussione il nostro legame con la natura mostrandoci un ambiente fragile e una terra minacciata dall’azione umana.
Collegando i fenomeni geologici con i nostri sistemi produttivistici industriali per evidenziare le prospettive di una natura antropizzata, le sue opere raccontano rovine che contengono temporalità invertite, sono frammentazioni del presente che ci conducono verso storie alternative, verso vestigia del mondo attuale. Sono il conto alla rovescia di un’archeologia chimerica, finzioni che ci portano oltre l’oggetto, verso paesaggi dissolti, dove l’orlo dell’abisso sembra sgretolarsi lentamente per condurci verso uno stato di caos.
La mostra Scomparsa/Disparition inverte la narrazione del dominio dell’umanità sulla storia geologica della Terra: qui regna il mondo minerale. Mentre rivela la propria antropizzazione, la roccia annuncia la fine dell’era della domesticazione delle sue montagne. Da qui emergono opere che attraversano lo scioglimento dei ghiacciai delle Alpi, la dissoluzione dell’Artico, il flusso delle
incisioni rupestri millenarie che proliferano nella Valle delle Meraviglie. Ognuna di queste pietrificazioni rimanda al nostro inevitabile scivolamento verso una terra inabitabile. Rivelano il futuro della nostra civilizzazione: cioè il suo assorbimento nella storia geologica della Terra. Ci ricordano che quando l’era dell’antropizzazione del mondo giungerà al termine, resterà solo la roccia a incidere nei suoi sedimenti la traccia del nostro passaggio.
Sculture in cemento, sulle quali l’artista stampa in camera oscura con emulsione fotosensibile delle immagini relative allo scioglimento dei ghiacciai prese da Google Earth, mimano la forma di geodi vuoti.
Ad essi fa da contrapposto un grande masso in gesso sul quale sono scavati i segni delle incisioni rupestri, indizi del passaggio dell’uomo fin dai primordi della civiltà.
Le aree su cui si è concentrata Duboc per la sua ricerca sono state antropizzate fin dall’antichità: sulle montagne, si trovano segni del passaggio dell’uomo e del suo cammino, che continua fino ad oggi in maniera sempre più evidente.
Insieme alle sculture, troviamo in mostra le fotografie delle incisioni rupestri trovate nella Valle delle Meraviglie, petroglifi che risalgono fino al 3500 a.C., presentate come moderne tracce digitai della nostra presenza nel mondo montano.
Per estrarci dal nostro mondo visivo fatto di schermi e dati virtuali, la pietra materializza la fotografia dello smartphone attraverso la reazione fisico-chimica e scolpisce l’immagine satellitare in un volume solido, pesante e immutabile. Così il mondo minerale attinge alle nostre immagini per fossilizzare il vernacolare e renderne palpabili le forme.
Sibylle Duboc (Marseille, France, nata in 1995) è un’artista plastica francese laureata nel 2018 con un Master in pratica e teoria delle arti visive presso l’Università ALLSH di Aix-Marseille. Ha partecipato a numerose mostre a Marsiglia e nel sud della Francia : alla galleria Catherine Bastide, al museo d’arte contemporanea di Châteauneuf-le-Rouge (Mac Arteum), alla galleria Videochroniques, alla Vetrina della galleria Art cade, e ha collaborato a progetti internazionali: drooM (Francia-Belgio), The Nave (Londra), Trasloco (Torino). Ha realizzato residenze, conducendo diversi laboratori di creazione partecipativa, permettendole di scambiare e sviluppare pensieri critiche e spiriti creativi con un pubblico vario e attivo.
Sibylle Duboc
13 febbraio - 5 aprile 2025
a cura di Luca Vianello e Silvia Mangosio
in collaborazione con Museo Nazionale della Montagna, Musee des Merveilles e con il supporto di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.
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Mucho Mas! è lieto di presentare Scomparsa /Disparition, mostra personale di Sibylle Duboc, artista multimediale francese che vive e lavora a Marsiglia.
Sibylle Duboc è stata invitata a Torino da Mucho Mas! per proseguire la sua ricerca nell’ambito del cambiamento climatico e dell’antropizzazione del paesaggio alpino nell’archivio del Museo Nazionale della Montagna, durante un periodo di residenza ad Ottobre 2024.
Il progetto di ricerca è ideato da Mucho Mas! in collaborazione con Museo Nazionale della Montagna (TO) e Musee des Merveilles (Tende) e supportato da Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.
Sybille presenterà anche la performance “La marcia dei ghiacciai” sabato 5 Aprile 2025 nel programma “Walking Mountains social walks”.
La mostra sarà attivata da una talk il 4 Aprile in occasione del finissage, con l’intervento di Andrea Lerda, curatore del Museo Nazionale della Montagna di Torino e Silvia Sandrone, direttrice del Musee des Merveilles (Tende), oltre alla presenza dell’artista Sibylle Duboc e dei fondatori di Mucho Mas! Luca Vianello e Silvia Mangosio.
Scomparsa/Disparition comprende una serie di lavori creati nel corso dell’ultimo anno in una serie di residenze durante le quali l’artista si è focalizzata sulla ricerca dei cambiamenti e dell’antropizzazione del paesaggio alpino.
Come riflessi di paesaggi trasformati dall’uomo, le opere che Duboc crea fanno eco al danno inflitto all’ambiente. Evocano quindi le conseguenze della nostra era, l’Antropocene, in cui le risorse naturali utilizzate quotidianamente inevitabilmente scompariranno. Le creazioni di Sibylle Duboc cercano di mettere in discussione i nostri gesti, i nostri consumi, i nostri stili di vita e il nostro rapporto con il visibile. Costituendo una sorta di gioco formale tra l’industrializzazione dell’uomo e i disegni della natura, i suoi lavori evidenziano un’importante trasformazione del paesaggio, attraverso lo sfruttamento delle risorse naturali.
Queste opere prendono la forma di scultura, sperimentazioni fotografiche, video e performance: mettono in discussione il nostro legame con la natura mostrandoci un ambiente fragile e una terra minacciata dall’azione umana.
Collegando i fenomeni geologici con i nostri sistemi produttivistici industriali per evidenziare le prospettive di una natura antropizzata, le sue opere raccontano rovine che contengono temporalità invertite, sono frammentazioni del presente che ci conducono verso storie alternative, verso vestigia del mondo attuale. Sono il conto alla rovescia di un’archeologia chimerica, finzioni che ci portano oltre l’oggetto, verso paesaggi dissolti, dove l’orlo dell’abisso sembra sgretolarsi lentamente per condurci verso uno stato di caos.
La mostra Scomparsa/Disparition inverte la narrazione del dominio dell’umanità sulla storia geologica della Terra: qui regna il mondo minerale. Mentre rivela la propria antropizzazione, la roccia annuncia la fine dell’era della domesticazione delle sue montagne. Da qui emergono opere che attraversano lo scioglimento dei ghiacciai delle Alpi, la dissoluzione dell’Artico, il flusso delle
incisioni rupestri millenarie che proliferano nella Valle delle Meraviglie. Ognuna di queste pietrificazioni rimanda al nostro inevitabile scivolamento verso una terra inabitabile. Rivelano il futuro della nostra civilizzazione: cioè il suo assorbimento nella storia geologica della Terra. Ci ricordano che quando l’era dell’antropizzazione del mondo giungerà al termine, resterà solo la roccia a incidere nei suoi sedimenti la traccia del nostro passaggio.
Sculture in cemento, sulle quali l’artista stampa in camera oscura con emulsione fotosensibile delle immagini relative allo scioglimento dei ghiacciai prese da Google Earth, mimano la forma di geodi vuoti.
Ad essi fa da contrapposto un grande masso in gesso sul quale sono scavati i segni delle incisioni rupestri, indizi del passaggio dell’uomo fin dai primordi della civiltà.
Le aree su cui si è concentrata Duboc per la sua ricerca sono state antropizzate fin dall’antichità: sulle montagne, si trovano segni del passaggio dell’uomo e del suo cammino, che continua fino ad oggi in maniera sempre più evidente.
Insieme alle sculture, troviamo in mostra le fotografie delle incisioni rupestri trovate nella Valle delle Meraviglie, petroglifi che risalgono fino al 3500 a.C., presentate come moderne tracce digitai della nostra presenza nel mondo montano.
Per estrarci dal nostro mondo visivo fatto di schermi e dati virtuali, la pietra materializza la fotografia dello smartphone attraverso la reazione fisico-chimica e scolpisce l’immagine satellitare in un volume solido, pesante e immutabile. Così il mondo minerale attinge alle nostre immagini per fossilizzare il vernacolare e renderne palpabili le forme.
Sibylle Duboc (Marseille, France, nata in 1995) è un’artista plastica francese laureata nel 2018 con un Master in pratica e teoria delle arti visive presso l’Università ALLSH di Aix-Marseille. Ha partecipato a numerose mostre a Marsiglia e nel sud della Francia : alla galleria Catherine Bastide, al museo d’arte contemporanea di Châteauneuf-le-Rouge (Mac Arteum), alla galleria Videochroniques, alla Vetrina della galleria Art cade, e ha collaborato a progetti internazionali: drooM (Francia-Belgio), The Nave (Londra), Trasloco (Torino). Ha realizzato residenze, conducendo diversi laboratori di creazione partecipativa, permettendole di scambiare e sviluppare pensieri critiche e spiriti creativi con un pubblico vario e attivo.
13
febbraio 2025
Scomparsa/Disparition
Dal 13 febbraio al 05 aprile 2025
arte contemporanea
fotografia
fotografia
Location
MUCHO MAS! ARTIST RUN SPACE
Torino, Corso Brescia, 89, (Torino)
Torino, Corso Brescia, 89, (Torino)
Orario di apertura
su appuntamento.
Vernissage
13 Febbraio 2025, 18-21
Sito web
Autore
Curatore




