In occasione del Giorno della Memoria, LeoGalleries ospita il video prodotto dal Gruppo Koinè.

Il Gruppo Koinè, collettivo di artisti nato nel 1995, dopo aver partecipato alla terza edizione del M@D (Monza Arte Diffusa) proponendo una serie di installazioni in giro per la città, torna a collaborare con LeoGalleries per riflettere, questa volta in modo corale, sul significato di memoria percepito attraverso il concetto di limite.

Il video, visibile per tutta la settimana a ciclo continuo direttamente dalle vetrine che danno sulla strada, è una riflessione “incentrata sul tema del limite, simboleggiato da una linea dipanata in una vallata erbosa. Il limite può essere fisico, causa diretta di segregazione o di infingimento e deformazione della percezione del reale. Spesso è fatto interno, corazza, atto difensivo personale, i cui costi individuali e sociali sono imprevedibili. Sempre e comunque il limite può essere percorso, messo in discussione, sfidato nonostante la fragilità del singolo e dei suoi strumenti. Il limite diviene sfida, rispetto a cui l’unica vera sconfitta resta solo la resa”.

Alla realizzazione del video hanno partecipato gli artisti Enzo Biffi, Marco Gaviraghi Calloni, Mariangelo Cazzaniga, Valeria Codara, Chiara Colombo, Piero Macchini, Michele Salmi. Ai testi Francesca Cazzaniga.



Gruppo Koinè, in linea con la propria poetica tesa al confronto con la peculiarità degli spazi e al dialogo tra l’opera e il contesto storico-sociale che la accoglie, propone installazioni site-specific. Il collettivo nasce nel 1995 dall’unione di artisti operanti nell’area milanese. Ciascuno ha alle spalle esperienze e percorsi formativi eterogenei, ma tutti condividono l’intento narrativo, la disponibilità a schierarsi e a lasciarsi contaminare dalla densità complessa dei luoghi, il desiderio di spostare lo sguardo dal particolare all’universale. Koinè intende vivacizzare il dibattito artistico e la circolazione di idee: ogni intervento è occasione di confronto fra gli artisti del gruppo stesso e con il pubblico. Ne consegue la scelta di operare per lo più al di fuori dei circuiti “ufficiali”, che spesso sacrifi cano la qualità di ricerche visive autentiche a interessi meramente economico-commerciali (Francesca Cazzaniga).