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Songs of Innocence and Experience
La mostra Songs of Innocence and Experience, a cura di Tatiana Yasinek, è il debutto italiano di Dannielle Hodson, Dina Jin Bae, Ana Monso, Imi Williams e Charlotte Worthington le cinque talentuose artiste internazionali diplomatesi in Pittura presso il Royal College of Art di Londra nel 2024.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Inaugura il 22 febbraio, negli spazi di Galleria Brescia, la mostra Songs of Innocence and Experience, a cura
di Tatiana Yasinek, debutto italiano di Dannielle Hodson, Dina Jin Bae, Ana Monso, Imi Williams e Charlotte
Worthington, le cinque talentuose artiste internazionali diplomatesi in Pittura presso il Royal College of Art
di Londra nel 2024.
Tra astrazione e figurazione
In un dialogo sospeso tra astrazione e figurazione, le cinque artiste affrontano il complesso tema della cura,
declinandolo con poetica incisiva e al tempo stesso delicata. Il colore si fa linguaggio lirico, vibrante e potente,
strumento espressivo capace di sondare in profondità l’animo umano.
La cura affiora come un viaggio introspettivo, che induce ad una costante e inquieta indagine della propria
intimità. Charlotte Worthington, attingendo alla solida esperienza nel mondo dell’animazione e della
televisione, esplora la dimensione spesso ambivalente di quegli spazi domestici che usiamo chiamare casa:
luoghi all’apparenza rassicuranti e familiari, ma sempre attraversati da un sottile elemento di dissonanza e
disturbo. Dannielle Hodson costruisce un immaginario onirico e sfuggente attraverso la rappresentazione
frammentata di mani, piedi, volti e anatomie. Le sue figure, sospese tra astrazione e figurazione, evocano
suggestioni infantili e circensi: incapaci di assumere una fisionomia definitiva, rendono la verità del dipinto
nient’altro che una ben congegnata bugia. Per Ana Monsó, il pennello assume invece il ruolo di strumento di
espressione esasperata di un dolore incompiuto e impronunciabile, incapace di avere un punto di inizio e di
fine. I suoi tratti, spesso abbozzati, mutili e frammentati, fanno riferimento a un tentativo di svelamento della
propria identità, guardando dritto negli abissi delle fragilità umane. Dina Jin Bae riflette sulla dicotomia tra il
vero sé e la propria maschera, attraverso l’uso di spugnette, soffietti di silicone e pennelli da trucco,
tamponando e colorando la tela con prodotti di make-up scaduti. L’artista, con un passato nell’industria del
beauty coreano, è solita accostare i cosmetici alla cera, materiale usato per rappresentare e svelare il corpo
umano nell’antica tradizione delle cere anatomiche. Imi Williams evidenzia, infine, le cicatrici della tela
attraverso progressive cancellazioni e sovrapposizioni di colore e materia, creando veli di opacità differenti e
dando ogni volta vita a uno spazio immaginario altro e lontano.
di Tatiana Yasinek, debutto italiano di Dannielle Hodson, Dina Jin Bae, Ana Monso, Imi Williams e Charlotte
Worthington, le cinque talentuose artiste internazionali diplomatesi in Pittura presso il Royal College of Art
di Londra nel 2024.
Tra astrazione e figurazione
In un dialogo sospeso tra astrazione e figurazione, le cinque artiste affrontano il complesso tema della cura,
declinandolo con poetica incisiva e al tempo stesso delicata. Il colore si fa linguaggio lirico, vibrante e potente,
strumento espressivo capace di sondare in profondità l’animo umano.
La cura affiora come un viaggio introspettivo, che induce ad una costante e inquieta indagine della propria
intimità. Charlotte Worthington, attingendo alla solida esperienza nel mondo dell’animazione e della
televisione, esplora la dimensione spesso ambivalente di quegli spazi domestici che usiamo chiamare casa:
luoghi all’apparenza rassicuranti e familiari, ma sempre attraversati da un sottile elemento di dissonanza e
disturbo. Dannielle Hodson costruisce un immaginario onirico e sfuggente attraverso la rappresentazione
frammentata di mani, piedi, volti e anatomie. Le sue figure, sospese tra astrazione e figurazione, evocano
suggestioni infantili e circensi: incapaci di assumere una fisionomia definitiva, rendono la verità del dipinto
nient’altro che una ben congegnata bugia. Per Ana Monsó, il pennello assume invece il ruolo di strumento di
espressione esasperata di un dolore incompiuto e impronunciabile, incapace di avere un punto di inizio e di
fine. I suoi tratti, spesso abbozzati, mutili e frammentati, fanno riferimento a un tentativo di svelamento della
propria identità, guardando dritto negli abissi delle fragilità umane. Dina Jin Bae riflette sulla dicotomia tra il
vero sé e la propria maschera, attraverso l’uso di spugnette, soffietti di silicone e pennelli da trucco,
tamponando e colorando la tela con prodotti di make-up scaduti. L’artista, con un passato nell’industria del
beauty coreano, è solita accostare i cosmetici alla cera, materiale usato per rappresentare e svelare il corpo
umano nell’antica tradizione delle cere anatomiche. Imi Williams evidenzia, infine, le cicatrici della tela
attraverso progressive cancellazioni e sovrapposizioni di colore e materia, creando veli di opacità differenti e
dando ogni volta vita a uno spazio immaginario altro e lontano.
22
febbraio 2025
Songs of Innocence and Experience
Dal 22 febbraio al 22 aprile 2025
arte contemporanea
Location
Galleria Brescia
Brescia, Corso Giacomo Matteotti, 44, (BS)
Brescia, Corso Giacomo Matteotti, 44, (BS)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato, ore 15.00 – 19.00
Vernissage
22 Febbraio 2025, 18.30
Autore
Curatore









