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Prosegue la maratona delle fiere – e delle anteprime delle fiere – in giro per il globo. E così mentre Frieze Los Angeles chiude i battenti, l’avamposto di New York rivela i primissimi dettagli dell’edizione che si terrà per la quinta volta al The Shed dal 7 all’11 maggio. «Ogni anno, Frieze New York riunisce gallerie d’arte, artisti e collezionisti da tutto il mondo», dichiara Christine Messineo,Frieze’s director of Americas. «Voci dinamiche che danno forma al mondo dell’arte odierno interagiscono con i migliori e i più brillanti del ricco panorama culturale di New York City. Il risultato è un’esperienza che approfondisce la comprensione e il godimento dell’arte contemporanea».
I protagonisti dell’edizione 2025? Oltre 67 partecipanti (in linea con lo scorso anno, erano 68) da più di 25 Paesi. Presenti all’appello i giganti, da Pace Gallery a David Zwirner, da Goodman Gallery ad Hauser & Wirth, passando per Gagosian, Thaddaeus Ropac e White Cube. Poi ancora Mendes Wood DM, Miguel Abreu Gallery, Canada, Chapter NY, James Cohan, Tanya Bonakdar, Gagosian, Alexander Gray Associates, Casey Kaplan, Karma, Anton Kern, Andrew Kreps Gallery, Ortuzar, e ovviamente le gallerie statunitensi, vedi Gray, François Ghebaly, Night Gallery e Matthew Brown. E c’è anche un’italiana, Apalazzogallery di Brescia, mentre tra le gallerie internazionali con sede anche in Italia menzioniamo Gagosian (Roma) e Victoria Miro (Venezia). «Siamo entusiasti di dare il benvenuto anche a diversi nuovi partecipanti a Frieze New York», specifica Kristell Chadé, direttrice esecutiva di Frieze, «dai programmi consolidati alle nuove gallerie che si uniscono alla nostra sezione Focus. La loro inclusione sottolinea il ruolo della fiera nel mettere in mostra l’avanguardia del mondo dell’arte contemporanea, fornendo al contempo una piattaforma essenziale per le voci emergenti».

Photo by Casey Kelbaugh. Courtesy of Frieze and CKA
Un’attenzione speciale, come da tradizione, sarà dedicata alle giovani gallerie, grazie alla sezione Focus – che quest’anno conta 12 espositori, ognuno dei quali presenta presentazioni personali di artisti emergenti o «poco valorizzati». Si tratta di Champ Lacombe, G Gallery, King’s Leap, Management, Public, Voloshyn Gallery, Yeo Workshop, Central Galeria, Company Gallery, Gordon Robichaux, Madragoa e Mitre Galeria. «Sono particolarmente entusiasta che la sezione Focus di quest’anno sia in grado di supportare una maggiore presenza internazionale», commenta la curatrice Lumi Tan. «Le ambiziose presentazioni in tutta la sezione dimostrano il ruolo fondamentale degli artisti nel complicare narrazioni ordinatamente confezionate attorno all’individuo e alla società, affrontando argomenti come gli effetti delle industrie estrattive commerciali e militari, il riposizionamento femminista delle tradizioni narrative e i nuovi immaginari che derivano dalla traduzione di impegni digitali in incontri fisici».
Non si estingue entro i confini di The Shed la carica di Frieze, che attiva una serie di eventi in giro per tutta la metropoli. Da segnare in agenda: Rashid Johnson: A Poem for Deep Thinkers al Guggenheim, Amy Sherald: American Sublime al Whitney Museum of American Art, Torkwase Dyson: Akua al Public Art Fund, Hilma af Klint: What Stands Behind the Flowers al MoMA e Sandra Poulson al MoMA. Mentre il Frick riaprirà ad aprile 2025 con una grande mostra di Vermeer. ci emergenti. Appuntamento in primavera.














