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Contrappunto – Italo Bolano
“CONTRAPPUNTO” è la prima mostra 2025 al Museo Italo Bolano dedicata alla produzione del maestro (Portoferraio, 1936 – Prato, 2020) a cura della direttrice artistica Erica Romano. Una selezione inedita di opere su carta realizzate nel 2018 dal segno fresco ed energico e dai toni intensi
Comunicato stampa
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Apre l’anno espositivo dell’Open Air Museum una mostra dedicata alla produzione di Italo Bolano (Portoferraio, 1936 – Prato, 2020) che raccoglie una selezione inedita di 10 carte realizzate nel 2018 dal segno fresco e dai toni intensi. L’energia creativa di Bolano sembra non aver mai cessato di attraversare il luogo che ha visto nascere molte delle sue opere, tra cui queste, e che non smette di stupire quando dall’archivio della Fondazione affiorano antiche visioni dall’impasto ancora agile e vitale. Ed è così che anche stavolta Italo si conferma un maestro del colore, abile in quel sapiente esercizio di dare forma agli echi dell’animo con vive pennellate che si dispongono nello spazio pittorico come note orchestrate da un valente direttore. Non casualmente, infatti, Contrappunto è un titolo che trae spunto dal linguaggio musicale, facendo riferimento alla pratica di combinare linee melodiche indipendenti per ottenere dalla loro interazione nuove armonie, volendo con questo omaggiare l’arte espressiva che ha reso Bolano un interprete straordinario della combinazione armonica dei moti vari e imprevedibili dell’animo, così come delle divergenze della mente umana.
Il gesto pittorico, che di ogni artista rivela inequivocabilmente la cifra autentica e riconoscibile, porta sulle carte esposte una teoria di colori che Bolano ha scomposto e messo in accordo con segni ritmici e cadenzati che dialogano tra loro come fossero un’unica partitura che l’osservatore è invitato a ricomporre. Dove la mente dirige carta e pennello, altrove la mano racconta di quel gesto pieno di vigore e libero da convenzioni che non è mai svincolato da chi lo incarna. Bolano dipinge senza mediazioni direttamente sul supporto e senza assumere tratti compositivi dettati da canoni, facendo sì che talvolta le forme sembrino incontenibili, fuggendo fuori dai margini del foglio. Linee e tracce grafiche, infine, si manifestano come impulsi guidati dall’intuito, dall’agire di un “pensare-in-movimento” (cit. R. Laban) che crea ritmo, flusso, vibrazione. La cifra poetica essenziale e magmatica di Bolano si spezza e si riannoda in queste opere come fossero galassie interdipendenti, parti di un unico interminabile discorso, strumenti diversi di una sola sinfonia, concepite come una musica “da vedere” che non vuole finire, intercettando inesplorati interrogativi dal sintonizzarsi di nuove variabili melodiche e visioni lasciate da chi guarda.
Sebbene Italo non amasse attribuire alle sue creazioni significati troppo definiti o chiusi come etichette, gli stessi titoli delle opere fanno riferimento in molti casi all’elevazione di un canto, soprattutto quello del mare, sentito come uno strumento vocale capace di suscitare profonde mozioni interiori sospese tra gioie liriche e turbamento. Pur attraverso la pittura, che in questo caso è puro timbro cromatico di suoni ideali, percepiamo distintamente note incise dalla spuma marina, come in Musica del mare e Sospiro, o colme di languida vaghezza, come in Ritmo marino, che al contempo condividono lo spartito con i liquidi risuoni di Oblio o gli acuti vivaci di Voce del mare. È forse allora azzardato, ma plausibile, immaginare che ogni carta possa essere ad un tempo come un solfeggio, un respiro dispiegato lungo il corso di tutta una vita vissuta accanto, o in mezzo, ad un mare che è stato padre e maestro, e come una rappresentazione in forme mute di stecche stonate, arrangiamenti, guizzi felici e improvvisazioni che provano ad indovinare il segreto di quella ricercata e mai stanca armonia tra bassi e alti sempre a contrasto del coro a più voci del proprio Io frammentato e del mondo.
Il gesto pittorico, che di ogni artista rivela inequivocabilmente la cifra autentica e riconoscibile, porta sulle carte esposte una teoria di colori che Bolano ha scomposto e messo in accordo con segni ritmici e cadenzati che dialogano tra loro come fossero un’unica partitura che l’osservatore è invitato a ricomporre. Dove la mente dirige carta e pennello, altrove la mano racconta di quel gesto pieno di vigore e libero da convenzioni che non è mai svincolato da chi lo incarna. Bolano dipinge senza mediazioni direttamente sul supporto e senza assumere tratti compositivi dettati da canoni, facendo sì che talvolta le forme sembrino incontenibili, fuggendo fuori dai margini del foglio. Linee e tracce grafiche, infine, si manifestano come impulsi guidati dall’intuito, dall’agire di un “pensare-in-movimento” (cit. R. Laban) che crea ritmo, flusso, vibrazione. La cifra poetica essenziale e magmatica di Bolano si spezza e si riannoda in queste opere come fossero galassie interdipendenti, parti di un unico interminabile discorso, strumenti diversi di una sola sinfonia, concepite come una musica “da vedere” che non vuole finire, intercettando inesplorati interrogativi dal sintonizzarsi di nuove variabili melodiche e visioni lasciate da chi guarda.
Sebbene Italo non amasse attribuire alle sue creazioni significati troppo definiti o chiusi come etichette, gli stessi titoli delle opere fanno riferimento in molti casi all’elevazione di un canto, soprattutto quello del mare, sentito come uno strumento vocale capace di suscitare profonde mozioni interiori sospese tra gioie liriche e turbamento. Pur attraverso la pittura, che in questo caso è puro timbro cromatico di suoni ideali, percepiamo distintamente note incise dalla spuma marina, come in Musica del mare e Sospiro, o colme di languida vaghezza, come in Ritmo marino, che al contempo condividono lo spartito con i liquidi risuoni di Oblio o gli acuti vivaci di Voce del mare. È forse allora azzardato, ma plausibile, immaginare che ogni carta possa essere ad un tempo come un solfeggio, un respiro dispiegato lungo il corso di tutta una vita vissuta accanto, o in mezzo, ad un mare che è stato padre e maestro, e come una rappresentazione in forme mute di stecche stonate, arrangiamenti, guizzi felici e improvvisazioni che provano ad indovinare il segreto di quella ricercata e mai stanca armonia tra bassi e alti sempre a contrasto del coro a più voci del proprio Io frammentato e del mondo.
01
maggio 2025
Contrappunto – Italo Bolano
Dal primo maggio al 18 giugno 2025
arte contemporanea
Location
OPEN AIR MUSEUM ITALO BOLANO
Portoferraio, Via San Martino, (Livorno)
Portoferraio, Via San Martino, (Livorno)
Orario di apertura
da martedì a sabato - ore 10 -14 e 16 - 20
lunedì - ore 14 - 20
domenica ore 10 - 14
Sito web
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Autore testo critico
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