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Dio Mio
Dio Mio è la prima mostra personale in Italia dell’artista svizzero Axel Crettenand. La mostra è costruita intorno alla ricerca che vede l’intersezione tra pratiche scientifiche e artistiche, e raccoglie opere mai esposte prima al pubblico.
Comunicato stampa
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Dio Mio è la prima mostra personale in Italia dell'artista svizzero Axel Crettenand presentata negli ambienti di Palazzo Monti. La mostra è costruita intorno alla ricerca che vede l’intersezione tra pratiche scientifiche e artistiche, e raccoglie opere mai esposte prima al pubblico. Insieme al video Il faut imaginer Sisyphe heureux, opere scultoree della serie First there was nothing ed elementi di ricerca, la mostra presenta l’installazione sonora Chaotic arrangements for 66 voices (3), un dispositivo sperimentale concepito per trasformare il fenomeno del caos in un coro di voci.
Utilizzando lo spazio come un luogo di ibridazione tra la temporalità di un laboratorio e quella di un tempio, l’artista invita a interrogare la nostra spiritualità dentro un percorso che sollecita sguardo e ascolto verso la materia invisibile che governa il cosmo.
Il faut imaginer Sisyphe heureux (Si deve immaginare Sisifo felice) è un video realizzato nel 2013 esposto in loop nello scalone di Palazzo. L’opera mostra un uomo nell’atto di colpire freneticamente un gigantesco masso con un piccone nel mezzo di una bufera nelle Alpi svizzere. Con un volontario riferimento alla “filosofia dell’assurdo” di A. Camus – che nel saggio Il mito di Sisifo (1942) offre un'opportunità di riflessione sull'esistenza umana, sulla fatica e sulla ricerca di significato in una realtà che può apparire senza senso –, quest’opera documenta un’esplorazione performativa in cui corpo umano e natura si misurano in un gesto simbolico di resistenza.
First there was nothing è il titolo di una serie di opere realizzate a partire dal 2017, costruita attraverso la pratica scientifica della microscopia. La metodologia al centro di questa sperimentazione consiste nella compressione di diverse soluzioni organiche e inorganiche tra due strati di vetro al fine di produrre sezioni bidimensionali che rendono visibili fenomeni complessi. Questa pratica, presa in prestito dalle discipline dall’anatomia e dalla matematica, esplora il potenziale creativo offerto dalla restituzione scientifica esponendo lo sguardo verso formazioni della materia che si manifestano fuori dal controllo umano. Il progetto si espande oltre i confini del microscopio assumendo differenti dimensioni: dai piccoli campioni, osservabili in mostra attraverso il microscopio, i vetrini esposti nel tavolo retroilluminato fino alle due opere monolitiche in vetro che raggiungono quasi i due metri di altezza.
Allestito nell’ultima sala, Chaotic arrangements for 66 voices (3) è un dispositivo progettato per tradurre un fenomeno caotico in un coro di voci. Il dispositivo è composto da un reattore contenente un fluido e una resistenza elettrica che genera un flusso stabile di calore, insieme a una rete di termometri e un sistema di hardware e software. I dati raccolti dai termometri vengono inviati in tempo reale a un programma appositamente progettato che trasforma le informazioni locali di temperatura in un flusso costante di segnali MIDI – note digitali – le quali vengono associati a voci umane registrate per questo progetto con cantanti professionisti. Articolando metodologie scientifiche con composizione musicale, il dispositivo genera un canto orchestrato dal comportamento aleatorio del fluido, manifestando la forza del caos sotto forma di una litania potenzialmente infinita e destinata a non ripetersi mai. Spingendosi oltre, l’uso delle voci evoca un’antica cultura del canto rituale e fa coabitare, all’interno dello stesso assetto materiale, tradizione del pensiero che tutto sembra separare, invitando a una riconciliazione tra diverse visioni dell'invisibile e dell’inconcepibile.
La mostra Dio Mio presso Palazzo Monti è stata resa possibile grazie al supporto di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura, Canton du Valais e OTO Sound Museum.
Axel Crettenand (1989, CH) è un artista che lavora attraverso molteplici media attivo tra la Svizzera e l’Italia. Inizialmente concentrato su sperimentazioni fotografiche e video, ha progressivamente integrato nella sua pratica linguaggi sonori ed elementi testuali all’interno di installazioni generative. Intrecciando costantemente la ricerca artistica e scientifica, è interessato alle manifestazioni delle spiritualità contemporanee. Tra le sue ultime ricerche vi è The Obsession Of The Form, un atlante commentato di immagini che esplora la relazione tra Dio e la matematica, e Library of the Apocalypse, la formazione di una libreria dedicata al collasso della civiltà in relazione alla questione ecologica. Laureato in Fotografia presso ECAL (Losanna), ha conseguito il master in Fine Arts presso la ZHdK – Zürcher Hochschule der Kunste (Zurigo). Crettenand ha esposto in musei, festival e spazi non istituzionali tra i quali: Art Explora, 2024, Rabat (MR); Biennale Son, 2023, Sion (CH); Klang Moor Schopfe, Biennales Festival für audiovisuelle Kunst, 2023, Gais (CH); Werkstipendium, Helmhaus, 2023, Zurigo (CH); Life Lines, Johann Jacobs Museum, 2020-21, Zurigo (CH); Turbulence in C minor I, 2021, OTO Sound Museum Zurigo (CH); Chaotic arrangements for 66 voices, 2021, La Rada, Locarno (CH); Small Project for Coming Communities, House of the Catholic Church, 2019, Stoccarda (DE); Tiny show, 2018, ZHdK, Zurigo (CH); Dix ans d’EnQuête photographique valaisanne, 2018, Médiathèque Valais (CH); Lab Photography Research, 2018, Ateliers de Bellevaux, Losanna (CH); Too Cool For School, 2012, Spazio Orso, Milano (IT). Nel 2024 ha ricevuto il premio Pro Helvetia Cairo Liaison per la ricerca collaborativa Eart_ض.
Utilizzando lo spazio come un luogo di ibridazione tra la temporalità di un laboratorio e quella di un tempio, l’artista invita a interrogare la nostra spiritualità dentro un percorso che sollecita sguardo e ascolto verso la materia invisibile che governa il cosmo.
Il faut imaginer Sisyphe heureux (Si deve immaginare Sisifo felice) è un video realizzato nel 2013 esposto in loop nello scalone di Palazzo. L’opera mostra un uomo nell’atto di colpire freneticamente un gigantesco masso con un piccone nel mezzo di una bufera nelle Alpi svizzere. Con un volontario riferimento alla “filosofia dell’assurdo” di A. Camus – che nel saggio Il mito di Sisifo (1942) offre un'opportunità di riflessione sull'esistenza umana, sulla fatica e sulla ricerca di significato in una realtà che può apparire senza senso –, quest’opera documenta un’esplorazione performativa in cui corpo umano e natura si misurano in un gesto simbolico di resistenza.
First there was nothing è il titolo di una serie di opere realizzate a partire dal 2017, costruita attraverso la pratica scientifica della microscopia. La metodologia al centro di questa sperimentazione consiste nella compressione di diverse soluzioni organiche e inorganiche tra due strati di vetro al fine di produrre sezioni bidimensionali che rendono visibili fenomeni complessi. Questa pratica, presa in prestito dalle discipline dall’anatomia e dalla matematica, esplora il potenziale creativo offerto dalla restituzione scientifica esponendo lo sguardo verso formazioni della materia che si manifestano fuori dal controllo umano. Il progetto si espande oltre i confini del microscopio assumendo differenti dimensioni: dai piccoli campioni, osservabili in mostra attraverso il microscopio, i vetrini esposti nel tavolo retroilluminato fino alle due opere monolitiche in vetro che raggiungono quasi i due metri di altezza.
Allestito nell’ultima sala, Chaotic arrangements for 66 voices (3) è un dispositivo progettato per tradurre un fenomeno caotico in un coro di voci. Il dispositivo è composto da un reattore contenente un fluido e una resistenza elettrica che genera un flusso stabile di calore, insieme a una rete di termometri e un sistema di hardware e software. I dati raccolti dai termometri vengono inviati in tempo reale a un programma appositamente progettato che trasforma le informazioni locali di temperatura in un flusso costante di segnali MIDI – note digitali – le quali vengono associati a voci umane registrate per questo progetto con cantanti professionisti. Articolando metodologie scientifiche con composizione musicale, il dispositivo genera un canto orchestrato dal comportamento aleatorio del fluido, manifestando la forza del caos sotto forma di una litania potenzialmente infinita e destinata a non ripetersi mai. Spingendosi oltre, l’uso delle voci evoca un’antica cultura del canto rituale e fa coabitare, all’interno dello stesso assetto materiale, tradizione del pensiero che tutto sembra separare, invitando a una riconciliazione tra diverse visioni dell'invisibile e dell’inconcepibile.
La mostra Dio Mio presso Palazzo Monti è stata resa possibile grazie al supporto di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura, Canton du Valais e OTO Sound Museum.
Axel Crettenand (1989, CH) è un artista che lavora attraverso molteplici media attivo tra la Svizzera e l’Italia. Inizialmente concentrato su sperimentazioni fotografiche e video, ha progressivamente integrato nella sua pratica linguaggi sonori ed elementi testuali all’interno di installazioni generative. Intrecciando costantemente la ricerca artistica e scientifica, è interessato alle manifestazioni delle spiritualità contemporanee. Tra le sue ultime ricerche vi è The Obsession Of The Form, un atlante commentato di immagini che esplora la relazione tra Dio e la matematica, e Library of the Apocalypse, la formazione di una libreria dedicata al collasso della civiltà in relazione alla questione ecologica. Laureato in Fotografia presso ECAL (Losanna), ha conseguito il master in Fine Arts presso la ZHdK – Zürcher Hochschule der Kunste (Zurigo). Crettenand ha esposto in musei, festival e spazi non istituzionali tra i quali: Art Explora, 2024, Rabat (MR); Biennale Son, 2023, Sion (CH); Klang Moor Schopfe, Biennales Festival für audiovisuelle Kunst, 2023, Gais (CH); Werkstipendium, Helmhaus, 2023, Zurigo (CH); Life Lines, Johann Jacobs Museum, 2020-21, Zurigo (CH); Turbulence in C minor I, 2021, OTO Sound Museum Zurigo (CH); Chaotic arrangements for 66 voices, 2021, La Rada, Locarno (CH); Small Project for Coming Communities, House of the Catholic Church, 2019, Stoccarda (DE); Tiny show, 2018, ZHdK, Zurigo (CH); Dix ans d’EnQuête photographique valaisanne, 2018, Médiathèque Valais (CH); Lab Photography Research, 2018, Ateliers de Bellevaux, Losanna (CH); Too Cool For School, 2012, Spazio Orso, Milano (IT). Nel 2024 ha ricevuto il premio Pro Helvetia Cairo Liaison per la ricerca collaborativa Eart_ض.
26
aprile 2025
Dio Mio
Dal 26 aprile al 22 maggio 2025
arte contemporanea
Location
PALAZZO MONTI
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato , 22, (Brescia)
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato , 22, (Brescia)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-13 e 14-18
Sito web
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