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OLTRE LE CENERI
Beverley-Jane Stewart si definisce “una scrittrice visiva” e il suo processo creativo si basa su una ricerca meticolosa, attingendo da archivi museali e bibliotecari, visite in loco, interviste e osservazione diretta. Armata di taccuino e macchina fotografica, Stewart cattura impressioni visive ….
Comunicato stampa
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Beverley-Jane Stewart è spesso considerata un’artista narrativa, la cui opera svela le difficoltà spesso
trascurate della migrazione, inserendole all’interno di più ampi contesti storici. Al centro della sua
pratica risiede una domanda costante: in che modo il passato influenza la nostra comprensione della
società contemporanea? Questo interrogativo attraversa tutta la sua produzione, in particolare nei
dipinti e nelle incisioni presentati in questa mostra, che si concentrano sull’eredità ebraica,
abbracciando al contempo temi come la diversità e l’inclusione in contesti multiculturali. L’arte di
Stewart rende omaggio al contributo degli immigrati alle società in cui si sono insediati.
Definendosi una “scrittrice visiva”, un termine da lei stessa coniato, Stewart utilizza la sua arte per
raccontare storie radicate nella storia sociale ebraica. Ebrea praticante, restituisce la grandiosità
architettonica e l’intimità comunitaria degli interni delle sinagoghe, spesso osservati dall’alto, dalla
sezione femminile. Accanto a queste potenti rappresentazioni visive, conduce una rigorosa ricerca sulle realtà storiche e sociali delle comunità ebraiche e sulla loro integrazione nella sfera pubblica europea e, più recentemente, mediorientale, nel corso dei secoli.
Il suo processo creativo si basa su una ricerca meticolosa, attingendo da archivi museali e bibliotecari, visite in loco, interviste e osservazione diretta. Armata di taccuino e macchina fotografica, Stewart cattura impressioni visive ed emotive. Le sue composizioni finali, tuttavia, vanno oltre la semplice documentazione: intrecciano fatti storici con interpretazioni immaginative, stratificando risonanze emotive nella memoria architettonica. Sperimenta con prospettiva, punti focali e scala, guidata dalla convinzione che “gli esseri umani sono in costante movimento – questi elementi non dovrebbero mai essere statici.”
Elemento centrale della mostra è una serie di incisioni presentate per la prima volta a Torino due anni fa. Queste opere offrono scorci intimi di sinagoghe e sale di preghiera, rappresentando tanto i dettagli architettonici quanto la memoria spirituale stratificata di questi spazi. Per Stewart, l’abbandono e il degrado non sono solo segni di perdita, ma anche fonti di forza. Le sue incisioni mostrano volte a botte, intonaci sgretolati, mattoni spezzati e vegetazione rampicante, come parte di una narrazione poetica, quasi mitica, di resilienza.
trascurate della migrazione, inserendole all’interno di più ampi contesti storici. Al centro della sua
pratica risiede una domanda costante: in che modo il passato influenza la nostra comprensione della
società contemporanea? Questo interrogativo attraversa tutta la sua produzione, in particolare nei
dipinti e nelle incisioni presentati in questa mostra, che si concentrano sull’eredità ebraica,
abbracciando al contempo temi come la diversità e l’inclusione in contesti multiculturali. L’arte di
Stewart rende omaggio al contributo degli immigrati alle società in cui si sono insediati.
Definendosi una “scrittrice visiva”, un termine da lei stessa coniato, Stewart utilizza la sua arte per
raccontare storie radicate nella storia sociale ebraica. Ebrea praticante, restituisce la grandiosità
architettonica e l’intimità comunitaria degli interni delle sinagoghe, spesso osservati dall’alto, dalla
sezione femminile. Accanto a queste potenti rappresentazioni visive, conduce una rigorosa ricerca sulle realtà storiche e sociali delle comunità ebraiche e sulla loro integrazione nella sfera pubblica europea e, più recentemente, mediorientale, nel corso dei secoli.
Il suo processo creativo si basa su una ricerca meticolosa, attingendo da archivi museali e bibliotecari, visite in loco, interviste e osservazione diretta. Armata di taccuino e macchina fotografica, Stewart cattura impressioni visive ed emotive. Le sue composizioni finali, tuttavia, vanno oltre la semplice documentazione: intrecciano fatti storici con interpretazioni immaginative, stratificando risonanze emotive nella memoria architettonica. Sperimenta con prospettiva, punti focali e scala, guidata dalla convinzione che “gli esseri umani sono in costante movimento – questi elementi non dovrebbero mai essere statici.”
Elemento centrale della mostra è una serie di incisioni presentate per la prima volta a Torino due anni fa. Queste opere offrono scorci intimi di sinagoghe e sale di preghiera, rappresentando tanto i dettagli architettonici quanto la memoria spirituale stratificata di questi spazi. Per Stewart, l’abbandono e il degrado non sono solo segni di perdita, ma anche fonti di forza. Le sue incisioni mostrano volte a botte, intonaci sgretolati, mattoni spezzati e vegetazione rampicante, come parte di una narrazione poetica, quasi mitica, di resilienza.
17
maggio 2025
OLTRE LE CENERI
Dal 17 al 30 maggio 2025
arte contemporanea
Location
Pocket Art Studio
Roma, Via della Reginella, 11, (RM)
Roma, Via della Reginella, 11, (RM)
Orario di apertura
Lunedì 16-19
Da martedì a sabato 11-13 16-19
Vernissage
18 Maggio 2025, Dalle 12,00 alle 18,00
Sito web
Autore
Curatore




