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Lecce Art Week 2025 con Mario Schifano
“Luce Liquida: l’universo in una pennellata” del maestro Mario Schifano (Homs, 1934, Libia – Roma, 1998, Italia). All’interno della quarta edizione di Lecce Art Week che porterà nel centro storico artisti contemporanei (italiani e non) saranno esposte le opere del visionario del ‘900 Mario Schifano
Comunicato stampa
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LECCE ART WEEK 2025 - QUARTA EDIZIONE –
“Luce Liquida: l’universo in una pennellata” del maestro Mario Schifano (Homs, 1934, Libia – Roma, 1998, Italia).
All’interno della quarta edizione di Lecce Art Week sarà presente un tuffo nel mondo visionario del grande maestro del ‘900 Mario Schifano
Presso MUST MUSEO GALLERIA CIVICA (Primo piano), via degli Ammirati 11, sarà ospitata l’esposizione “Luce Liquida: l’universo in una pennellata” dedicata al maestro Mario Schifano (Homs, 1934, Libia – Roma, 1998, Italia). Inaugurazione il 20 giugno 2025 alle 19.
L’allestimento con sette opere originali del grande maestro del ‘900 si inserisce nell’ambito della rassegna di arte contemporanea, arricchendo il panorama artistico della città con un’esposizione di altissimo valore culturale. Il progetto propone un percorso che esplora l’opera di Schifano, uno dei maggiori protagonisti dell’arte moderna italiana, attraverso un corpus selezionatissimo di un gruppo di opere delle sue principali collezioni (tutte certificate dalla Fondazione Schifano).
Saranno esposte opere private della collezione Scaramuzza, con la curatela della giornalista Claudia Presicce e la direzione artistica del maestro Vittorio Tapparini, ambasciatore dell’Arte nel Mondo.
Come spiega Andrea Tapparini, direttore artistico dell’intera manifestazione e presidente del GRUPPO DARTE: “Con questo titolo abbiamo voluto enfatizzare il legame tra l’intensità dell’arte di Schifano e la sua capacità di condensare in un atto creativo tutto un mondo di significato e visione. La parola liquida, infatti, richiama l’essenza della sua pittura, fluida e immediata come un’onda di luce, anche se evoca un aspetto più intimo e oscuro della sua vita: quella liquidità dell’essere che lo ha caratterizzato tra estasi creativa e dissoluzione personale. Questo stato di scioglimento dell’identità si è riflesso nella sua arte, dove i confini tra il reale e l’immaginato, tra il tangibile e l’onirico sono diventati indistinti”.
(sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 21)
NOTA del COLLEZIONISTA, ENZO SCARAMUZZA - su MARIO SCHIFANO:
Alla fine degli anni Ottanta - racconta Enzo Scaramuzza, collezionista e testimone diretto del lavoro di Mario Schifano - mi recavo spesso nello studio in via delle Mantellate, a Roma, per acquistare direttamente le opere dal maestro. Erano anni in cui Schifano non aveva ancora ottenuto il pieno riconoscimento critico che meritava, ma io già intuivo la forza innovativa e visionaria della sua pittura. Ricordo bene il mio primo incontro con lui, nel 1987. Andai al suo studio al mattino per scegliere alcune opere, le pagai, e dovevo tornare la sera stessa per ritirarle. Al mio ritorno però i quadri non c’erano più: li aveva venduti ad altri. Rimasi stupito, ovviamente, ma lui mi rassicurò che stava preparando nuovi lavori per il giorno successivo, e che sarebbero stati persino migliori. Così passai una notte incerta, ma carica di emozione. E mantenne la promessa: la mattina dopo trovai davvero opere straordinarie, e ne aggiunse una in omaggio, un quadro che avevo notato con discrezione in un angolo. Quel gesto fu il primo di una lunga serie di incontri con un artista autentico, generoso, capace di accogliere l’entusiasmo sincero di chi credeva nella sua arte. Alcune delle opere della mia collezione - che coprono stagioni diverse della sua produzione - sono oggi in mostra per LECCE ART WEEK 2025.
Testo critico
“Luce Liquida: l’universo in una pennellata del maestro Mario Schifano (Homs 1934 Libia – Roma 1998 Italia)”
Introduzione a cura di Claudia Presicce.
Se c’è qualcosa che difficilmente assume una forma materica, concreta e fisicamente definibile questa è la luce. Nella pittura la luce rivela, la sua assenza cancella, la sua sfumatura inquieta, adombra o al contrario rassicura, taglia o accarezza: gioca senza ricorrere alla finitezza di una forma, rigida o liquida che sia. Per questo parlare di “luce liquida” nelle opere di Mario Schifano significa sbaragliare tutte le carte dei parametri precostituiti. Fare come lui stesso ha sempre fatto: con l’arte e i suoi smalti scolati sugli acrilici, con le onde della sua stessa vita. Chi l’ha detto in sostanza che la luce sia solo il chiarore ottico immateriale legato ad una sorgente luminosa? Certamente è anche questo, ma non solo. LUCE è qui colore brillante, ma anche pulsare d’anima impalpabile, aura creatrice, tinta appianante o graffiante, oppure un semplice “bianco amare” denso e corporeo come un oggetto volante. Una bianca casa volante, magari col tetto rosso…
Lecce Art Week 2025 ha la fortuna di presentare al Museo Must del centro storico alcuni prepotenti capolavori dell’arte del maestro del secondo ‘900. Sono opere abitate dal mondo intero di Schifano, con i suoi venti e la sua capacità fondente di disegnare esperienze, visioni, inquietudini.
Ci riparlano di un ragazzo spettinato degli anni Sessanta che tanto ha amato l’arte e il brivido, di un protagonista della Roma dei Settanta, di un uomo degli Ottanta vissuto tra sete di vita, malinconia e scompostezza, di un artista che ha chiuso la sua corsa in questo mondo a soli 63 anni, poco prima di vedere aprirsi il nuovo millennio che aveva tanto vagheggiato da visionario eretico quale era.
Raccontano stagioni pittoriche caratterizzanti della sua poetica, diventate le collezioni più amate, e aprono anche nuove consapevolezze da approfondire su quell’anima insofferente e larghissima d’artista. Si legge nel tratto plasticità, densità, energia chimica, armonia arruffata e il suo battito, dove vigoroso e dove diluito. C’è in queste sette opere lo smisurato respiro di Schifano: la pittura come materia viva, gesto che fluisce e scorre con la morbidezza di un sogno, vibra e pulsa come un’emozione che si rivela.
Nella consistenza del colore si vede Schifano che non sta lì fermo a dipingere, ma lascia che il colore respiri, scoli via, danzi, si espanda e si raddensi, scriva paesaggi interiori di luce e di buio. La luce non è effetto luminoso, ma è presenza, evocazione intrisa di colori misti di ombre. Si percepisce una tensione incessante, ossessiva, una ricerca sontuosa che sfida i confini delle forme e della pittura tradizionali.
Schifano, maestro indiscusso della sperimentazione nel suo tempo, non si limita a stendere il colore: lo lascia scorrere, lo incastra, lo stratifica fino a renderlo materia. Poi lo guarda espandersi, trasformarsi e respirare, costruendo paesaggi interiori, territori di pura evocazione: la casa, la palma, i gigli d’acqua. La sua ricerca si muove ben oltre la forma, toccando la dimensione sensoriale dell’immagine, dove il gesto pittorico si fonde con la luminosità intrinseca dei materiali.
Ecco perché qui, davanti a queste tele, ci scopriamo rapiti, affascinati, trascinati dentro la vibrante ricerca di Mario Schifano.
I capolavori di Mario Schifano in mostra al Museo Must:
Questa esposizione rappresenta un percorso visivo attraverso opere evocative della poetica di Mario Schifano. Ogni tela è una finestra aperta su un cosmo a sé in cui il gesto pittorico diventa esperienza contestualizzata, dove la materia si scioglie e crea, rivelando un universo oscillante tra allucinazione, ebbrezza e incanto. C’è il suo rapporto con le avanguardie, il Pop, la sua attrazione per il paesaggio naturale riletto attraverso una dimensione metafisica o cinetica, mai mera rappresentazione, ma piuttosto soggettiva sensibilità, poetica e cinematografica. Sono opere di diverse stagioni dove però sempre trionfa la sua ibridazione tra astratto e figurativo degli anni Ottanta e Novanta. Ci fanno incontrare l’artista ai livelli più alti della sua espressività, quando è già Schifano, un nome dell’arte internazionale, conosciuto e apprezzato negli Stati Uniti e in Francia, oltre che in Italia. È qui lo sperimentatore che supera il dibattito provinciale italiano e si fa strada nel panorama internazionale, recuperando anche suoi vecchi temi compositivi che sembravano superati.
Attraverso questi, come con tanti suoi capolavori, Schifano continua a dialogare con il presente, mantenendo intatta la forza della sua contemporaneità.
“Luce Liquida: l’universo in una pennellata” del maestro Mario Schifano (Homs, 1934, Libia – Roma, 1998, Italia).
All’interno della quarta edizione di Lecce Art Week sarà presente un tuffo nel mondo visionario del grande maestro del ‘900 Mario Schifano
Presso MUST MUSEO GALLERIA CIVICA (Primo piano), via degli Ammirati 11, sarà ospitata l’esposizione “Luce Liquida: l’universo in una pennellata” dedicata al maestro Mario Schifano (Homs, 1934, Libia – Roma, 1998, Italia). Inaugurazione il 20 giugno 2025 alle 19.
L’allestimento con sette opere originali del grande maestro del ‘900 si inserisce nell’ambito della rassegna di arte contemporanea, arricchendo il panorama artistico della città con un’esposizione di altissimo valore culturale. Il progetto propone un percorso che esplora l’opera di Schifano, uno dei maggiori protagonisti dell’arte moderna italiana, attraverso un corpus selezionatissimo di un gruppo di opere delle sue principali collezioni (tutte certificate dalla Fondazione Schifano).
Saranno esposte opere private della collezione Scaramuzza, con la curatela della giornalista Claudia Presicce e la direzione artistica del maestro Vittorio Tapparini, ambasciatore dell’Arte nel Mondo.
Come spiega Andrea Tapparini, direttore artistico dell’intera manifestazione e presidente del GRUPPO DARTE: “Con questo titolo abbiamo voluto enfatizzare il legame tra l’intensità dell’arte di Schifano e la sua capacità di condensare in un atto creativo tutto un mondo di significato e visione. La parola liquida, infatti, richiama l’essenza della sua pittura, fluida e immediata come un’onda di luce, anche se evoca un aspetto più intimo e oscuro della sua vita: quella liquidità dell’essere che lo ha caratterizzato tra estasi creativa e dissoluzione personale. Questo stato di scioglimento dell’identità si è riflesso nella sua arte, dove i confini tra il reale e l’immaginato, tra il tangibile e l’onirico sono diventati indistinti”.
(sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 21)
NOTA del COLLEZIONISTA, ENZO SCARAMUZZA - su MARIO SCHIFANO:
Alla fine degli anni Ottanta - racconta Enzo Scaramuzza, collezionista e testimone diretto del lavoro di Mario Schifano - mi recavo spesso nello studio in via delle Mantellate, a Roma, per acquistare direttamente le opere dal maestro. Erano anni in cui Schifano non aveva ancora ottenuto il pieno riconoscimento critico che meritava, ma io già intuivo la forza innovativa e visionaria della sua pittura. Ricordo bene il mio primo incontro con lui, nel 1987. Andai al suo studio al mattino per scegliere alcune opere, le pagai, e dovevo tornare la sera stessa per ritirarle. Al mio ritorno però i quadri non c’erano più: li aveva venduti ad altri. Rimasi stupito, ovviamente, ma lui mi rassicurò che stava preparando nuovi lavori per il giorno successivo, e che sarebbero stati persino migliori. Così passai una notte incerta, ma carica di emozione. E mantenne la promessa: la mattina dopo trovai davvero opere straordinarie, e ne aggiunse una in omaggio, un quadro che avevo notato con discrezione in un angolo. Quel gesto fu il primo di una lunga serie di incontri con un artista autentico, generoso, capace di accogliere l’entusiasmo sincero di chi credeva nella sua arte. Alcune delle opere della mia collezione - che coprono stagioni diverse della sua produzione - sono oggi in mostra per LECCE ART WEEK 2025.
Testo critico
“Luce Liquida: l’universo in una pennellata del maestro Mario Schifano (Homs 1934 Libia – Roma 1998 Italia)”
Introduzione a cura di Claudia Presicce.
Se c’è qualcosa che difficilmente assume una forma materica, concreta e fisicamente definibile questa è la luce. Nella pittura la luce rivela, la sua assenza cancella, la sua sfumatura inquieta, adombra o al contrario rassicura, taglia o accarezza: gioca senza ricorrere alla finitezza di una forma, rigida o liquida che sia. Per questo parlare di “luce liquida” nelle opere di Mario Schifano significa sbaragliare tutte le carte dei parametri precostituiti. Fare come lui stesso ha sempre fatto: con l’arte e i suoi smalti scolati sugli acrilici, con le onde della sua stessa vita. Chi l’ha detto in sostanza che la luce sia solo il chiarore ottico immateriale legato ad una sorgente luminosa? Certamente è anche questo, ma non solo. LUCE è qui colore brillante, ma anche pulsare d’anima impalpabile, aura creatrice, tinta appianante o graffiante, oppure un semplice “bianco amare” denso e corporeo come un oggetto volante. Una bianca casa volante, magari col tetto rosso…
Lecce Art Week 2025 ha la fortuna di presentare al Museo Must del centro storico alcuni prepotenti capolavori dell’arte del maestro del secondo ‘900. Sono opere abitate dal mondo intero di Schifano, con i suoi venti e la sua capacità fondente di disegnare esperienze, visioni, inquietudini.
Ci riparlano di un ragazzo spettinato degli anni Sessanta che tanto ha amato l’arte e il brivido, di un protagonista della Roma dei Settanta, di un uomo degli Ottanta vissuto tra sete di vita, malinconia e scompostezza, di un artista che ha chiuso la sua corsa in questo mondo a soli 63 anni, poco prima di vedere aprirsi il nuovo millennio che aveva tanto vagheggiato da visionario eretico quale era.
Raccontano stagioni pittoriche caratterizzanti della sua poetica, diventate le collezioni più amate, e aprono anche nuove consapevolezze da approfondire su quell’anima insofferente e larghissima d’artista. Si legge nel tratto plasticità, densità, energia chimica, armonia arruffata e il suo battito, dove vigoroso e dove diluito. C’è in queste sette opere lo smisurato respiro di Schifano: la pittura come materia viva, gesto che fluisce e scorre con la morbidezza di un sogno, vibra e pulsa come un’emozione che si rivela.
Nella consistenza del colore si vede Schifano che non sta lì fermo a dipingere, ma lascia che il colore respiri, scoli via, danzi, si espanda e si raddensi, scriva paesaggi interiori di luce e di buio. La luce non è effetto luminoso, ma è presenza, evocazione intrisa di colori misti di ombre. Si percepisce una tensione incessante, ossessiva, una ricerca sontuosa che sfida i confini delle forme e della pittura tradizionali.
Schifano, maestro indiscusso della sperimentazione nel suo tempo, non si limita a stendere il colore: lo lascia scorrere, lo incastra, lo stratifica fino a renderlo materia. Poi lo guarda espandersi, trasformarsi e respirare, costruendo paesaggi interiori, territori di pura evocazione: la casa, la palma, i gigli d’acqua. La sua ricerca si muove ben oltre la forma, toccando la dimensione sensoriale dell’immagine, dove il gesto pittorico si fonde con la luminosità intrinseca dei materiali.
Ecco perché qui, davanti a queste tele, ci scopriamo rapiti, affascinati, trascinati dentro la vibrante ricerca di Mario Schifano.
I capolavori di Mario Schifano in mostra al Museo Must:
Questa esposizione rappresenta un percorso visivo attraverso opere evocative della poetica di Mario Schifano. Ogni tela è una finestra aperta su un cosmo a sé in cui il gesto pittorico diventa esperienza contestualizzata, dove la materia si scioglie e crea, rivelando un universo oscillante tra allucinazione, ebbrezza e incanto. C’è il suo rapporto con le avanguardie, il Pop, la sua attrazione per il paesaggio naturale riletto attraverso una dimensione metafisica o cinetica, mai mera rappresentazione, ma piuttosto soggettiva sensibilità, poetica e cinematografica. Sono opere di diverse stagioni dove però sempre trionfa la sua ibridazione tra astratto e figurativo degli anni Ottanta e Novanta. Ci fanno incontrare l’artista ai livelli più alti della sua espressività, quando è già Schifano, un nome dell’arte internazionale, conosciuto e apprezzato negli Stati Uniti e in Francia, oltre che in Italia. È qui lo sperimentatore che supera il dibattito provinciale italiano e si fa strada nel panorama internazionale, recuperando anche suoi vecchi temi compositivi che sembravano superati.
Attraverso questi, come con tanti suoi capolavori, Schifano continua a dialogare con il presente, mantenendo intatta la forza della sua contemporaneità.
20
giugno 2025
Lecce Art Week 2025 con Mario Schifano
Dal 20 al 30 giugno 2025
arte contemporanea
Location
MUST – MUSEO STORICO CITTA’ DI LECCE
Lecce, Via Degli Ammirati, 11, (Lecce)
Lecce, Via Degli Ammirati, 11, (Lecce)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 21
Vernissage
20 Giugno 2025, ore 19
Sito web
Editore
Darte Studio
Ufficio stampa
Darte studio
Autore
Allestimento
Produzione organizzazione
Patrocini





