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DIVERSUS: identità contemporanee
Corte San Luigi Home Gallery presenta DIVERSUS_identità contemporanee: mostra collettiva allestita presso gli spazi di Villa Rinaldi-Platti in concomitanza della XVII ed. di POPOLI Pop Cult Festival in programma a Bagnara di Romagna dal 26 al 29 giugno.
Comunicato stampa
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Che cosa significa parlare di identità, oggi? Negli spazi di Corte San Luigi Home Gallery, la mostra collettiva DIVERSUS_identità contemporanee tenta di rispondere alla domanda.
Nella società contemporanea, con la complicità dei social e di un mormorio mediatico che segue tutte le direzioni possibili, definire l’identità personale diventa un processo notevolmente complesso, sfumato e poliedrico. Questo tema è al centro della mostra DIVERSUS, a cura di Paolo Platti.
In occasione della XVII edizione di POPOLI Pop Cult Fest, DIVERSUS presenta il lavoro di 3 artisti che, attraverso una varietà di linguaggi artistici, che spaziano dalla terracotta al ricamo, dalla ceramica alla scultura, offrono una personale prospettiva sul tema dell’identità. Le opere in mostra dialogano tra loro creando un dibattito, estremamente attuale, sulle molteplici sfaccettature dell’individuo e sul suo rapporto con il proprio corpo, l’ambiente e la società, nella quale, oggi più che mai, dilaga un desiderio di protagonismo disarmante. Attirare l’attenzione è l’urgenza. L’ eccessivo e l’inopportuno, diventano sintomo e malattia della società. A questo malessere corrispondono, al contrario, identità che tendono a dissolversi, a scomparire, come metafora della perdita della propria individualità.
Naidee Changmoh, scultore tailandese che vive a Bangkok, dimostra il suo amore per le proprie origini e per un materiale ancestrale legato alla sua infanzia, la terracotta.
Le sue sculture, disposte sotto al triportico, rappresentano personaggi rassicuranti, come il Grande Monaco Buddista vestito in autentico stile thailandese, che porta con sé la narrazione di un paese lontano, di una cultura diversa con cui creare armonia e fratellanza. Al contrario, le ultime opere prodotte lo scorso settembre raccontano una nuova storia. Un esercito di cuccioli umani ibridi ci invitano ad andare oltre il concetto di diverso, sia esso rappresentato dal colore della pelle, dalla lingua o da un credo diverso. Questi bambini ci chiedono di essere accettati così come sono, senza giudizio, senza minaccia a ciò che siamo.
Nel corridoio di ingresso della Villa sono esposti 5 arazzi, realizzati in tessuto naturale volutamente “vissuto”, e decorati con colori sgargianti. Figure umane si muovono come in una danza, seppur senza musica, per rappresentare la necessità di costruire nuovi legami in una società sempre più carente di rapporti umani autentici. Nel retro delle tele i fili si dispongono in modo disordinato, diventando emblema della complessità delle interazioni umane, che, inevitabilmente, definiscono l’identità individuale.
Elisabetta Caizzi Marini (Beth Caimar) nata ad Arezzo e di formazione bolognese, realizza appositamente per lo scalone che porta al piano nobile della Villa una vera e propria liturgia silenziosa che inizia con una figura distesa, in postura meditativa: un uomo in ascolto, una presenza arcaica, testimone di una nuova identità che può sorgere solo dove ogni aspirazione si dissolve.
Bisogna salire le scale per lasciarsi alle spalle l’orizzontalità della resa a favore della verticalità del potere: due sculture, figure di guerrieri o re decaduti, incarnano identità residuali. Alle loro spalle, un arazzo – un cielo bizantino frantumato, in cui l’oro liturgico si apre per lasciare intravedere il blu profondo – rappresenta l’eco di una trascendenza in rovina.
L’installazione è una meditazione visiva sull’inevitabilità della morte, dell’Io come passaggio necessario per accedere al sacro. Come insegna Jung, solo affrontando le tenebre della nostra interiorità – ciò che è rimosso, dimenticato, collettivo – possiamo attraversare la soglia dell’individuazione.
Mirta Morigi, artista-artigiana faentina che ha recentemente festeggiato i 50 anni del suo laboratorio artistico, si inserisce nel progetto espositivo con un omaggio speciale: DIVINIVERSI_DALL’ORIGINE AL MANUFATTO, con il quale esprime il suo essere “cittadina del mondo” sganciandosi da una definizione culturale specifica con cui identificarsi appieno.
L’installazione site specific è stata progettata all’interno della Chiesetta di San Luigi Gonzaga, per celebrare e valorizzare il recente restauro della pala d’altare opera del pittore settecentesco, di origini imolesi, Gian Andrea Fornioni.
DIVINIVERSI mette in relazione architettura, arte, cultura e spiritualità per sottolineare l’importanza del dialogo tra tracce dell’antico e segni contemporanei nella costruzione di una nuova identità, sempre più consapevole di ciò che è già stato.
Se per alcuni il concetto di identità è strettamente legato alla storia personale o a una tradizione da recuperare e preservare, per altri rimane un concetto più labile, spesso ricercato al di fuori della propria persona.
DIVERSUS ci ricorda che l’identità è un concetto dinamico e in costante evoluzione, difficilmente definibile, intimamente legato al passato, soggetto a sfide nel presente e già in embrione nel futuro.
La mostra sarà visitabile dal 26 al 29 giugno dalle 19.00 alle 23.00, Piazza della Repubblica 24, Bagnara di Romagna (RA).
Nella società contemporanea, con la complicità dei social e di un mormorio mediatico che segue tutte le direzioni possibili, definire l’identità personale diventa un processo notevolmente complesso, sfumato e poliedrico. Questo tema è al centro della mostra DIVERSUS, a cura di Paolo Platti.
In occasione della XVII edizione di POPOLI Pop Cult Fest, DIVERSUS presenta il lavoro di 3 artisti che, attraverso una varietà di linguaggi artistici, che spaziano dalla terracotta al ricamo, dalla ceramica alla scultura, offrono una personale prospettiva sul tema dell’identità. Le opere in mostra dialogano tra loro creando un dibattito, estremamente attuale, sulle molteplici sfaccettature dell’individuo e sul suo rapporto con il proprio corpo, l’ambiente e la società, nella quale, oggi più che mai, dilaga un desiderio di protagonismo disarmante. Attirare l’attenzione è l’urgenza. L’ eccessivo e l’inopportuno, diventano sintomo e malattia della società. A questo malessere corrispondono, al contrario, identità che tendono a dissolversi, a scomparire, come metafora della perdita della propria individualità.
Naidee Changmoh, scultore tailandese che vive a Bangkok, dimostra il suo amore per le proprie origini e per un materiale ancestrale legato alla sua infanzia, la terracotta.
Le sue sculture, disposte sotto al triportico, rappresentano personaggi rassicuranti, come il Grande Monaco Buddista vestito in autentico stile thailandese, che porta con sé la narrazione di un paese lontano, di una cultura diversa con cui creare armonia e fratellanza. Al contrario, le ultime opere prodotte lo scorso settembre raccontano una nuova storia. Un esercito di cuccioli umani ibridi ci invitano ad andare oltre il concetto di diverso, sia esso rappresentato dal colore della pelle, dalla lingua o da un credo diverso. Questi bambini ci chiedono di essere accettati così come sono, senza giudizio, senza minaccia a ciò che siamo.
Nel corridoio di ingresso della Villa sono esposti 5 arazzi, realizzati in tessuto naturale volutamente “vissuto”, e decorati con colori sgargianti. Figure umane si muovono come in una danza, seppur senza musica, per rappresentare la necessità di costruire nuovi legami in una società sempre più carente di rapporti umani autentici. Nel retro delle tele i fili si dispongono in modo disordinato, diventando emblema della complessità delle interazioni umane, che, inevitabilmente, definiscono l’identità individuale.
Elisabetta Caizzi Marini (Beth Caimar) nata ad Arezzo e di formazione bolognese, realizza appositamente per lo scalone che porta al piano nobile della Villa una vera e propria liturgia silenziosa che inizia con una figura distesa, in postura meditativa: un uomo in ascolto, una presenza arcaica, testimone di una nuova identità che può sorgere solo dove ogni aspirazione si dissolve.
Bisogna salire le scale per lasciarsi alle spalle l’orizzontalità della resa a favore della verticalità del potere: due sculture, figure di guerrieri o re decaduti, incarnano identità residuali. Alle loro spalle, un arazzo – un cielo bizantino frantumato, in cui l’oro liturgico si apre per lasciare intravedere il blu profondo – rappresenta l’eco di una trascendenza in rovina.
L’installazione è una meditazione visiva sull’inevitabilità della morte, dell’Io come passaggio necessario per accedere al sacro. Come insegna Jung, solo affrontando le tenebre della nostra interiorità – ciò che è rimosso, dimenticato, collettivo – possiamo attraversare la soglia dell’individuazione.
Mirta Morigi, artista-artigiana faentina che ha recentemente festeggiato i 50 anni del suo laboratorio artistico, si inserisce nel progetto espositivo con un omaggio speciale: DIVINIVERSI_DALL’ORIGINE AL MANUFATTO, con il quale esprime il suo essere “cittadina del mondo” sganciandosi da una definizione culturale specifica con cui identificarsi appieno.
L’installazione site specific è stata progettata all’interno della Chiesetta di San Luigi Gonzaga, per celebrare e valorizzare il recente restauro della pala d’altare opera del pittore settecentesco, di origini imolesi, Gian Andrea Fornioni.
DIVINIVERSI mette in relazione architettura, arte, cultura e spiritualità per sottolineare l’importanza del dialogo tra tracce dell’antico e segni contemporanei nella costruzione di una nuova identità, sempre più consapevole di ciò che è già stato.
Se per alcuni il concetto di identità è strettamente legato alla storia personale o a una tradizione da recuperare e preservare, per altri rimane un concetto più labile, spesso ricercato al di fuori della propria persona.
DIVERSUS ci ricorda che l’identità è un concetto dinamico e in costante evoluzione, difficilmente definibile, intimamente legato al passato, soggetto a sfide nel presente e già in embrione nel futuro.
La mostra sarà visitabile dal 26 al 29 giugno dalle 19.00 alle 23.00, Piazza della Repubblica 24, Bagnara di Romagna (RA).
26
giugno 2025
DIVERSUS: identità contemporanee
Dal 26 al 29 giugno 2025
collettiva
Location
Corte San Luigi Home Gallery
Bagnara di Romagna, Piazza della Repubblica, 24, (RA)
Bagnara di Romagna, Piazza della Repubblica, 24, (RA)
Orario di apertura
18-24
Vernissage
26 Giugno 2025, 19:00
Autore
Curatore
Patrocini




