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Cinque alla Prima – Scultura
Progetto dedicato alla ricerca scultorea di giovani artisti under 30.
Comunicato stampa
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Questa edizione di Cinque alla Prima vuole tentare di proporre una piccola ricognizione – ovviamente ben lontana dall’essere esaustiva – sulla giovane scultura italiana, in continuità con quanto fatto nell’ultimo biennio per la fotografia e la pittura. Introducendo il testo della prima edizione, Valentina Bartalesi si interrogava sulla difficoltà, attuale e anche storica, di rintracciare una vera e propria forma di specificità del medium pittorico, alla luce di una sua oramai consolidata ed estesa riconfigurazione fisica e concettuale: ciò che resta e da cui occorre partire è il quadro inteso come una sorta di dispositivo, origine concreta ed elettiva di ogni possibile espansione di ciò che possa chiamarsi pittura.
Considerazioni simili possono valere anche per il linguaggio della scultura, affrontato sempre più spesso da giovani artiste e artisti in un senso tutt’altro che monolitico; emerge piuttosto una varietà di soluzioni e approcci, talvolta anche multidisciplinari, che paiono voler aprire i confini del mezzo a nuove integrazioni.
Non è certo una novità, quanto un processo oramai compiuto, quello dell’erosione dei limiti del medium: ciò da cui occorre partire è sempre l’opera come dispositivo, e nel caso della scultura la sua natura peculiare di oggetto nello spazio in grado di tracciare relazioni con lo spazio, e allo stesso tempo di porsi come sostanziale singolarità. I lavori presentati in mostra, al netto di evidenti differenze, rispecchiano questo carattere generale.
Ma ciò che in particolare li lega – lo dico a posteriori, dopo una selezione la cui prerogativa non era certo necessariamente questa – è un’allusione a una possibile (dis)funzionalità dell’oggetto scultoreo nel presentarsi davanti a noi; una suggestione in alcuni casi effettiva, in altri evocata in senso narrativo, ma che sempre e inevitabilmente allude all’interazione con lo spettatore.
Enrico Camprini
Considerazioni simili possono valere anche per il linguaggio della scultura, affrontato sempre più spesso da giovani artiste e artisti in un senso tutt’altro che monolitico; emerge piuttosto una varietà di soluzioni e approcci, talvolta anche multidisciplinari, che paiono voler aprire i confini del mezzo a nuove integrazioni.
Non è certo una novità, quanto un processo oramai compiuto, quello dell’erosione dei limiti del medium: ciò da cui occorre partire è sempre l’opera come dispositivo, e nel caso della scultura la sua natura peculiare di oggetto nello spazio in grado di tracciare relazioni con lo spazio, e allo stesso tempo di porsi come sostanziale singolarità. I lavori presentati in mostra, al netto di evidenti differenze, rispecchiano questo carattere generale.
Ma ciò che in particolare li lega – lo dico a posteriori, dopo una selezione la cui prerogativa non era certo necessariamente questa – è un’allusione a una possibile (dis)funzionalità dell’oggetto scultoreo nel presentarsi davanti a noi; una suggestione in alcuni casi effettiva, in altri evocata in senso narrativo, ma che sempre e inevitabilmente allude all’interazione con lo spettatore.
Enrico Camprini
09
giugno 2025
Cinque alla Prima – Scultura
Dal 09 giugno al 25 luglio 2025
arte contemporanea
collettiva
collettiva
Location
Area Treviglio
Treviglio, Via Felice Cavallotti, 31, (BG)
Treviglio, Via Felice Cavallotti, 31, (BG)
Orario di apertura
Lunedì - venerdì ore 9 - 12.30 / 15 - 17.30
Sabato e domenica su appuntamento
Autore
Curatore
Autore testo critico









