20 luglio 2025

Per Franco Raggi, il superfluo è l’unica cosa che conta: la mostra diffusa a Savona

di

Franco Raggi ha sempre lavorato sulle opposizioni, per suggerire nuovi equilibri formali e di pensiero: una mostra diffusa in tre sedi nella provincia di Savona racconta la ricerca dell'architetto e designer

Nell’ipotesi di definire il lavoro di Franco Raggi come un classico della cultura italiana a cavallo tra i due millenni, e selezionando – tra gli infiniti tentativi di chiarirci cosa sia un classico – quello che lo vuole come qualcosa di trasponibile e inesauribile, il conto mi sembra che torni. A conforto di ciò, arriva – a due mesi dalla chiusura di Franco Raggi. Pensieri instabili, la personale curata da Marco Sammicheli e Francesca Pellicciari per la Triennale di Milano – la mostra Franco Raggi. Superfluo necessario, diffusa su tre sedi nella provincia di Savona e inaugurata il 28 giugno.

Organizzata dall’Associazione Culturale Angelo Ruga con il supporto dei Comuni di Celle Ligure e Savona, in collaborazione con Museo dell’Arte Vetraria Altarese e l’Ordine degli Architetti della Provincia di Savona e con il patrocinio di ADI Liguria e dei comuni di Clavesana e di Albisola Superiore, curata da Federica Delprino, Davide Servente e Omar Tonella, l’esposizione offre oltre cinquanta opere, organizzate in modo da generare connessioni tra i luoghi che la ospitano – la Pinacoteca Civica di Savona, la galleria Lavanderia ad Albissola Marittima, la sala espositiva della Biblioteca Comunale Pietro Costa a Celle Ligure – e da proporre sguardi su temi colti nelle diverse possibili fasi del processo progettuale, dallo schizzo iniziale al prototipo, e oltre, fino alla produzione di multipli e alla serializzazione industriale.

A testimoniare il legame tra l’autore e il territorio savonese, esiste l’installazione permanente Scarpe vincolanti (2003), collocata sul lungomare di Albisola Superiore, che si ritrova presso il Museo della Ceramica di Savona in una versione realizzata nel 2006, insieme alle opere Architettura Divisa e Ponte da Tavolo.

Sul proprio lavoro, e a partire dal titolo ossimorico della mostra, Franco Raggi ci dice: «Ho spesso considerato intriganti e vitali le opposizioni di termini come opposizioni di senso per suggerire nuovi equilibri. Pe questo Superfluo Necessario mi sembra un bel titolo e un buon punto di Incontro-Scontro. I due termini sembrano opposti e suggeriscono una contraddizione non sanabile. Ciò che è necessario “non può” esser superfluo e viceversa ciò che è superfluo “non può” essere necessario. Questa antinomia è apparente e al di là degli schemi banalmente razionali mi ricorda come spesso nelle mie escursioni da progettista mi sono trovato a galleggiare nell’area intermedia di confine tra il fare e il dis-fare nella quale il senso delle cose è più sfumato, il significato si libera all’improvviso e la verità come la bellezza è un concetto instabile e indefinibile. Tanto indefinibile che non ci appare insensato pensare positivamente alla Utilità dell’Inutile. Inutile inteso come territorio di proposizioni, forme e segni che non hanno per forza un compito pratico ma che tuttavia ci mettono di fronte a procedimenti creativi inattesi e anche sconvenienti».

Laureato al Politecnico di Milano nel 1969, Franco Raggi attraversa il tempo della crisi del Moderno e la stagione dell’Architettura Radicale dal molteplice punto di vista di critico, designer e progettista. È redattore di Casabella, direttore di Modo, collabora con Aldo Rossi all’organizzazione della Sezione Internazionale di Architettura della Triennale di Milano del 1973, per l’IDZ di Berlino cura la prima mostra critica sul design radicale italiano, nel 1978 allestisce la mostra Roma interrotta ai Mercati Traianei, progetta architetture, allestimenti, mostre, libri, riviste, scenografie, ambienti e oggetti lavorando per Fontana Arte, Cappellini, Kartell, Poltronova, Luceplan, Artemide, Danese.

Nello spazio della Lavanderia, in via Stefano Grosso ad Albissola Marina, sono esposti chine e acquerelli su carta, ceramiche e studi preparatori in tecniche miste per gli arazzi (gli Interni morbidi realizzati a mano dall’autore) esposti, insieme ad altre ceramiche, nella sede di Celle Ligure. Al piano terra della Pinacoteca Civica di Savona trovano spazio, nella ricostruzione di un interno domestico visibile dalla vetrina su piazza Chabrol, la panca Canton per Poltronova (1988), la lampada da tavolo Classica Nera (1977-2021), la sedia Metamorfosi (1988), la caraffa e i bicchieri per Kartel (1974) e altri oggetti. Nobrocca – la brocca a tre manici e quattro beccucci – è presente in tutte e tre le sedi espositive. Nella Lavanderia se ne racconta l’intero processo di sviluppo: da schizzi iniziali e primi prototipi realizzati dalla fabbrica di ceramiche Ernan di Albisola Superiore, fino al modello 3D in resina che ha consentito lo stampo in gesso e alla versione definitiva, auto-produzione dello stesso autore.

La mostra resterà aperta fino al 28 settembre, in un periodo che prevede eventi come la visita guidata dall’autore e dai curatori alle tre sedi espositive (il 23 settembre), il workshop organizzato dalla Scuola di Ceramica di Albisola Superiore con Franco Raggi (dal 23 al 26 settembre) e una conferenza di chiusura presso la Pinacoteca Civica di Savona.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui