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È il Saadiyat Cultural District di Abu Dhabi ed è probabilmente il distretto culturale più ambizioso del pianeta: oltre alla sede satellite del Louvre, aperta già nel 2017 e progettata da Jean Nouvel, e al prossimo Guggenheim di Frank Gehry, aprirà a dicembre 2025 lo Zayed National Museum, il nuovo museo nazionale degli Emirati Arabi Uniti. L’istituzione nasce per onorare la memoria del defunto sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan, fondatore della nazione, e si inserisce in un più ampio progetto strategico che, negli ultimi 20 anni, ha visto i Paesi del Golfo ridefinire il proprio profilo identitario attraverso la cultura. Lo Zayed National Museum, progettato da Norman Foster e caratterizzato da cinque torri d’acciaio ispirate alle ali di un falco, è dunque il più recente tassello – e certamente non l’ultimo – di una visione di insieme che comprende architetture iconiche, collaborazioni internazionali e storytelling curato.

Ma cosa si racconterà dentro lo Zayed National Museum? Le sei gallerie permanenti copriranno 300mila anni di storia, con reperti dal Paleolitico all’età islamica, dalle antiche tecniche di irrigazione al commercio del rame. Tra gli oggetti notevoli, la Perla di Abu Dhabi, una delle più antiche mai ritrovate. In mostra anche il celebre Corano Blu, esempio della raffinatezza dell’arte islamica, e la ricostruzione di una Barca Magan, realizzata in collaborazione con la Zayed University e la New York University Abu Dhabi.

Il museo intende parlare – forse soprattutto – al pubblico internazionale, attraverso una formula ben collaudata: mostre immersive, programmazione pubblica e prestiti globali. Una grammatica espositiva mutuata dai grandi musei occidentali, che viene qui adattata a una narrazione nazionale centrata su valori come l’umanitarismo, la resilienza ambientale, la conservazione della memoria e il dialogo interculturale.

Il contesto è quello di una strategia culturale regionale che guarda a Occidente, non solo come modello tecnico e curatoriale ma come dispositivo di legittimazione. Le istituzioni del Golfo sempre più spesso parlano il linguaggio delle biennali, delle grandi mostre, delle residenze d’artista, e cercano un riconoscimento nei circuiti globali della cultura contemporanea. Allo stesso tempo, costruiscono musei identitari, capaci di raccontare storie nazionali fortemente simboliche, capaci di rafforzare appartenenze interne e proiettare al mondo una versione moderna e ambiziosa della propria civiltà.

Secondo Mohamed Khalifa Al Mubarak, presidente del Dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi, lo Zayed National Museum rappresenta «Il prossimo capitolo di questo viaggio nazionale, curando istituzioni di livello mondiale che onorano il passato e coinvolgono il futuro. Lo Zayed National Museum, il museo nazionale degli Emirati Arabi Uniti, è l’eredità del nostro padre fondatore, il defunto sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan. È un tributo alla sua sconfinata fiducia nelle persone, nella loro capacità di imparare, di sostenere i valori di unità, compassione e orgoglio nazionale. Questo museo è più di un luogo di conservazione; è una promessa alle generazioni future, un faro della nostra identità e uno spazio in cui la nostra storia viene raccontata non solo attraverso gli oggetti, ma attraverso le emozioni e la memoria».














