23 agosto 2025

Alberto Baraya trasforma la vela in dipinto alla Biennal B di Maiorca

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L'artista colombiano presenta "Llatina i Mestral", un'azione pittorica su vela che racconta il mare, il vento e la storia dell'isola. L'opera è esposta al Museu Marítim de Mallorca nell'ambito del programma "L'illa com a Escenari"

Nell’ambito della Biennal B, promossa da Es Baluard Museu e dal Consell de Mallorca, l’artista Alberto Baraya (Bogotà, 1968) presenta Llatina i Mestral, un progetto che coniuga vela, pittura e paesaggio attraverso un’azione performativa. La proposta si basa su un gesto singolare: la pittura in movimento, sulle vele di un llaüt tradizionale, che avviene durante la navigazione lungo la costa maiorchina. L’azione, documentata in video e concretizzata su vela, è in mostra fino al 28 settembre presso il Museu Marítim de Mallorca – Museu de la Mar, a Port de Sóller.

A bordo del Brandó, Baraya viaggia da Portitxol alle antiche cave di La Seu, da cui proviene la pietra arenaria utilizzata per costruire la cattedrale di Maiorca e le mura di Es Baluard. Le vele, appositamente realizzate dall’artigiano velaio Matheu, diventano supporti pittorici gonfiati dal vento: tele mobili su cui l’artista registra, in transito, un paesaggio nuovo, instabile e simbolico. La pittura non precede il viaggio, ma lo accompagna. Nelle parole dell’artista: «L’immagine diventa realtà (pittura) durante il viaggio. All’arrivo, probabilmente potremo confermare che quest’immagine era, in effetti, un’illusione necessaria».

 

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Il titolo Llatina i Mestral allude sia al tipo di vela utilizzata – di origine araba e tradizionalmente utilizzata nelle Isole Baleari – sia al vento che spinge l’imbarcazione. Il mestral, forte, freddo e secco, è stato descritto come uno spirito che purifica i cieli: una “fata buona” che soffia intensamente. Uniti da una congiunzione, vela e vento incarnano il meccanismo poetico del progetto: un’alleanza tra materia e forza, sostegno e impulso, paesaggio e tempo. Al rientro in porto, viene issata una seconda vela, parallela alla prima, catturando pittoricamente la memoria di ciò che è stato attraversato: le cave, i segreti della costa, le tracce del contrabbando. L’immagine risultante diventa così una cronaca galleggiante della trasformazione geologica, storica e culturale dell’isola.

La mostra include le candele dipinte e un video di 7 minuti di Carmen Verdú, che documenta il processo nelle sue dimensioni visive e simboliche. La mostra, prodotta dal Museo Es Baluard, fa parte del programma L’illa com a Escenari, curato da Iñaki Martínez Antelo e Alicia Ventura. Fa parte anche del progetto educativo Expedició Sóller, che coinvolge i bambini in un tour dell’ecosistema di Port de Sóller alla ricerca di flora e fauna marine artificiali, collegando così il lavoro di Baraya alla pedagogia ambientale.

Formatosi presso l’Università Nazionale della Colombia e l’Università Autonoma di Madrid, Alberto Baraya ha sviluppato una carriera incentrata sull’osservazione critica della natura e delle sue rappresentazioni. Il suo progetto Herbarium of Artificial Plants — una collezione parodistica di botanica d’imitazione — gli ha permesso di esplorare le relazioni tra scienza, estetica e colonialismo dal 2002. Ha partecipato a biennali come San Paolo (2006), Venezia (2009), Berlino (2014) e Shanghai (2014 e 2019), e le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private.

L’articolo Alberto Baraya transforma la navegación en pintura en la Biennal B de Mallorca è stato pubblicato originariamente su exibart.es. Clicca qui per accedere alla versione in spagnolo.

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