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Elisa Alberti. Risonanze
L’opera di Elisa Alberti possiede metodo. Metodo, così come vuole l’etimologia della parola, significa per l’artista perseguire una ricerca che fa dell’arte una forma di esperienza e di traduzione della realtà.
Comunicato stampa
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L’opera di Elisa Alberti possiede metodo. Metodo, così come vuole l’etimologia della parola, significa per l’artista perseguire una ricerca che fa dell’arte una forma di esperienza e di traduzione della realtà. Quello messo in pratica da Elisa Alberti è dunque un percorso di filtraggio e di riduzione dei fenomeni, della complessità della natura, così come della vita psichica ed emozionale che le appartiene, secondo un metodo, appunto, che non porta la pittura verso un asettico ed impersonale grado zero della forma, ma al contrario crea un vero e proprio piano simbolico, concreto, modulare e a suo modo persino ludico, che tutto include e tutto fa vivere in un gioco continuo di echi, di rimandi, di dialoghi e di relazioni.
L’essenzialità e il rigore formale del suo lavoro si basano quindi sulla ripetizione ritmico-modulare e sull’enfatizzazione pittorica della superfice, in un gioco di relazioni e contrappunti formali, cromatici e luminosi che animano l’opera, rendendola reattiva e materialmente concreta.
In questo modo le singole sequenze, i rapporti tra concavo e convesso, le rispondenze tra linearità e curvature, i pieni ed i vuoti cromatici, i giochi di stratificazioni e il dialogo tra lucido ed opaco, sono tutti elementi che portano lo spazio pittorico a risuonare e a pulsare, perché le oscillazioni ritmiche non creano soltanto i rapporti spaziali, ma vi aggiungono anche l’affondo della dimensione temporale.
La pittura qui si scopre una forma fondamentale di vita che distilla dati ed esperienze e che sussume le loro infinite forme in moduli astratti legati da un’energia aggregativa, in un campo pittorico che non va inteso come luogo d’ordine della forma, ma come campo di apparizioni fluide, multidirezionali, talvolta inattese, disposte in un’architettura perennemente "in fieri".
Pittura quindi come natura naturata, forma, struttura e colore uniti in una relazione fondamentalmente organica in cui l’artista modula, fa crescere e relaziona un giardino di forme che sintetizzano diverse provenienze, diverse radici che germinano in rigogli che si aprono gli uni sugli altri, non solo all’interno della stessa opera, ma di quadro in quadro e di serie in serie.
La pittura di Elisa Alberti, nell’annottarsi dei suoi blu, nell’apparenza cristallina dei beige che a volte si sfumano di un rosa lontano ed antico, nel nero tuonante che in alcuni casi sembra accennare a dei pittogrammi di scrittura, è un medium fluido, lontano da ogni idealismo astratto, che fa giocare insieme la vista e il tatto, il disincanto e l’emozione, l’armonia e la dissonanza, il programma e la sua deviazione. Sono opere che mettono in scena il ritmo della superficie e l’affondo in profondità del colore, la sorpresa e la conferma, l’accelerazione e il rallentamento, la sosta e la ripresa.
Fluidità della vita e complementarietà delle relazioni sono quindi le mete raggiunte dal lavoro pittorico di Elisa Alberti. Il rapporto che l’artista sa impostare tra colore, forma e spazio garantisce circolarità all’opera, nel senso che la anima di corrispondenze, di integrazioni e di scambi.
Quello di Elisa Alberti è quindi un lavoro che vibra dell’incontro tra il mondo, il sé dell’artista e il pubblico, dove ogni opera si fa coesistenza delle differenze in cui convergono spazio e tempo. La pittura si scopre sia atto mentale che superficie concreta fatta di rapporti tra forma, colore e luce. Come si diceva all’inizio, il rigore compositivo cela in realtà una manualità concreta ed avvolgente, la felicità della mano che si nasconde sotto gli strati velati delle stesure del colore. La serialità di questo lavoro non può pertanto mai dar luogo ad esiti ripetitivi in quanto si fonda di volta in volta su un nuovo atto mentale, legato alla concentrazione e dunque all’irripetibilità del momento in cui l’idea si rende concreta, nel vincolo tra forma, tempo e spazio.
È in questo modo, o meglio, attraverso tale metodo, che l’opera diviene così un campo agile ed aperto, un sistema relazionale e connesso in cui figura e sfondo, pieno e vuoto si scambiano i ruoli di continuo, rivelando uno slancio vitale che chiede all’osservatore di entrare in risonanza e di assumere una felice mobilità di pensiero. Quella di Elisa Alberti in definitiva è una pittura generosa, che ha scoperto la bellezza della variazione continua della forma, ma rimane estranea a qualsiasi forma di chiusura.
L’essenzialità e il rigore formale del suo lavoro si basano quindi sulla ripetizione ritmico-modulare e sull’enfatizzazione pittorica della superfice, in un gioco di relazioni e contrappunti formali, cromatici e luminosi che animano l’opera, rendendola reattiva e materialmente concreta.
In questo modo le singole sequenze, i rapporti tra concavo e convesso, le rispondenze tra linearità e curvature, i pieni ed i vuoti cromatici, i giochi di stratificazioni e il dialogo tra lucido ed opaco, sono tutti elementi che portano lo spazio pittorico a risuonare e a pulsare, perché le oscillazioni ritmiche non creano soltanto i rapporti spaziali, ma vi aggiungono anche l’affondo della dimensione temporale.
La pittura qui si scopre una forma fondamentale di vita che distilla dati ed esperienze e che sussume le loro infinite forme in moduli astratti legati da un’energia aggregativa, in un campo pittorico che non va inteso come luogo d’ordine della forma, ma come campo di apparizioni fluide, multidirezionali, talvolta inattese, disposte in un’architettura perennemente "in fieri".
Pittura quindi come natura naturata, forma, struttura e colore uniti in una relazione fondamentalmente organica in cui l’artista modula, fa crescere e relaziona un giardino di forme che sintetizzano diverse provenienze, diverse radici che germinano in rigogli che si aprono gli uni sugli altri, non solo all’interno della stessa opera, ma di quadro in quadro e di serie in serie.
La pittura di Elisa Alberti, nell’annottarsi dei suoi blu, nell’apparenza cristallina dei beige che a volte si sfumano di un rosa lontano ed antico, nel nero tuonante che in alcuni casi sembra accennare a dei pittogrammi di scrittura, è un medium fluido, lontano da ogni idealismo astratto, che fa giocare insieme la vista e il tatto, il disincanto e l’emozione, l’armonia e la dissonanza, il programma e la sua deviazione. Sono opere che mettono in scena il ritmo della superficie e l’affondo in profondità del colore, la sorpresa e la conferma, l’accelerazione e il rallentamento, la sosta e la ripresa.
Fluidità della vita e complementarietà delle relazioni sono quindi le mete raggiunte dal lavoro pittorico di Elisa Alberti. Il rapporto che l’artista sa impostare tra colore, forma e spazio garantisce circolarità all’opera, nel senso che la anima di corrispondenze, di integrazioni e di scambi.
Quello di Elisa Alberti è quindi un lavoro che vibra dell’incontro tra il mondo, il sé dell’artista e il pubblico, dove ogni opera si fa coesistenza delle differenze in cui convergono spazio e tempo. La pittura si scopre sia atto mentale che superficie concreta fatta di rapporti tra forma, colore e luce. Come si diceva all’inizio, il rigore compositivo cela in realtà una manualità concreta ed avvolgente, la felicità della mano che si nasconde sotto gli strati velati delle stesure del colore. La serialità di questo lavoro non può pertanto mai dar luogo ad esiti ripetitivi in quanto si fonda di volta in volta su un nuovo atto mentale, legato alla concentrazione e dunque all’irripetibilità del momento in cui l’idea si rende concreta, nel vincolo tra forma, tempo e spazio.
È in questo modo, o meglio, attraverso tale metodo, che l’opera diviene così un campo agile ed aperto, un sistema relazionale e connesso in cui figura e sfondo, pieno e vuoto si scambiano i ruoli di continuo, rivelando uno slancio vitale che chiede all’osservatore di entrare in risonanza e di assumere una felice mobilità di pensiero. Quella di Elisa Alberti in definitiva è una pittura generosa, che ha scoperto la bellezza della variazione continua della forma, ma rimane estranea a qualsiasi forma di chiusura.
25
settembre 2025
Elisa Alberti. Risonanze
Dal 25 settembre al 21 novembre 2025
architettura
arte contemporanea
design
moda
personale
arte contemporanea
design
moda
personale
Location
10 A.M. ART
Milano, Corso San Gottardo, 5
Milano, Corso San Gottardo, 5
Orario di apertura
Dal Martedì al Venerdì dalle 10.00 - 12.30 e 14.30 - 18.00. Altri giorni solo su appuntamento
Vernissage
25 Settembre 2025, ore 17.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Trasporti




