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METE
L’Associazione Il Frantoio di Capalbio inaugura “METE”, la mostra di Andrea Mete,
doppiatore e fotografo, che presenta un ampio gruppo di lavori basati su scatti fotografici
realizzati durante i suoi viaggi in diversi paesi del mondo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra nasce da un lungo percorso volto alla ricerca di radici personali che si è
progressivamente trasformata in un’indagine più ampia e universale. Il titolo “METE”, che
gioca con il nome dell’artista, non allude al conseguimento di obiettivi o traguardi prefissati,
piuttosto alle tappe di un libero cammino interiore e metaforico dove le “mete” diventano
soglie di passaggio, momenti di trasformazione che aprono costantemente nuove possibilità
culturali ed espressive, rilanciando il viaggio come fine stesso di un'esperienza o un processo in continua evoluzione e senza un approdo definitivo, sempre orientato verso nuove domande. Ogni meta raggiunta è al tempo stesso una conquista e un nuovo inizio, perchè il viaggio interiore non si conclude, ma si rigenera continuamente.
Nei lavori di Mete sono ricorrenti le immagini di stormi di uccelli e corpi femminili che si
intrecciano coniugando esperienza personale e dimensione collettiva per esplorare il concetto di libertà. I corpi sono quelli di donne che sono state invitate a compiere azioni capaci di restituire un senso di libertà e di autodeterminazione, affermando la propria presenza nello spazio e nel tempo. Analogamente gli stormi migratori, quali emblemi del viaggio, sono animati da un moto spontaneo che, nell'imprevedibilità dei movimenti, nasce dall’incontro tra libertà individuale e armonia d'insieme. L’artista elabora questa tensione attraverso collage fotografici, nei quali i corpi femminili e gli stormi si fondono in configurazioni nuove e inattese. L’adozione del supporto in dibond conferisce alle opere una fisicità tridimensionale dove le immagini si aprono e si compongono per strati come le quinte di un teatrino producendo effetti di luce e ombra e generando così un peculiare dispositivo poetico e visivo che interagisce con lo sguardo dello spettatore.
Completa la mostra un video che documenta il “dietro le quinte” del processo creativo
restituendo la dimensione relazionale ed esistenziale che ne costituisce il nucleo generativo.
“METE” è dunque concepita come come un percorso aperto che si dispiega di opera in opera, in cui la vera conquista non risiede nel fornire risposte, bensì nella capacità di generare nuove domande.
La mostra è realizzata in collaborazione con SAID, Roma.
progressivamente trasformata in un’indagine più ampia e universale. Il titolo “METE”, che
gioca con il nome dell’artista, non allude al conseguimento di obiettivi o traguardi prefissati,
piuttosto alle tappe di un libero cammino interiore e metaforico dove le “mete” diventano
soglie di passaggio, momenti di trasformazione che aprono costantemente nuove possibilità
culturali ed espressive, rilanciando il viaggio come fine stesso di un'esperienza o un processo in continua evoluzione e senza un approdo definitivo, sempre orientato verso nuove domande. Ogni meta raggiunta è al tempo stesso una conquista e un nuovo inizio, perchè il viaggio interiore non si conclude, ma si rigenera continuamente.
Nei lavori di Mete sono ricorrenti le immagini di stormi di uccelli e corpi femminili che si
intrecciano coniugando esperienza personale e dimensione collettiva per esplorare il concetto di libertà. I corpi sono quelli di donne che sono state invitate a compiere azioni capaci di restituire un senso di libertà e di autodeterminazione, affermando la propria presenza nello spazio e nel tempo. Analogamente gli stormi migratori, quali emblemi del viaggio, sono animati da un moto spontaneo che, nell'imprevedibilità dei movimenti, nasce dall’incontro tra libertà individuale e armonia d'insieme. L’artista elabora questa tensione attraverso collage fotografici, nei quali i corpi femminili e gli stormi si fondono in configurazioni nuove e inattese. L’adozione del supporto in dibond conferisce alle opere una fisicità tridimensionale dove le immagini si aprono e si compongono per strati come le quinte di un teatrino producendo effetti di luce e ombra e generando così un peculiare dispositivo poetico e visivo che interagisce con lo sguardo dello spettatore.
Completa la mostra un video che documenta il “dietro le quinte” del processo creativo
restituendo la dimensione relazionale ed esistenziale che ne costituisce il nucleo generativo.
“METE” è dunque concepita come come un percorso aperto che si dispiega di opera in opera, in cui la vera conquista non risiede nel fornire risposte, bensì nella capacità di generare nuove domande.
La mostra è realizzata in collaborazione con SAID, Roma.
30
agosto 2025
METE
Dal 30 agosto al 10 settembre 2025
fotografia
Location
Galleria Il Frantoio
Capalbio, Piazza della Provvidenza, 10, (GR)
Capalbio, Piazza della Provvidenza, 10, (GR)
Orario di apertura
dalle 19 alle 22
Vernissage
30 Agosto 2025, 19:00
Ufficio stampa
TerraMedia_LaDI_Art
Autore
Curatore
Sponsor




