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Sculture in Campo 2025
SABATO 2O SETTEMBRE 2025 ALLE ORE 11,30 APRIRÀ LA IX EDIZIONE DI SCULTURE IN CAMPO, CON L’INSTALLAZIONE DI UN’OPERA DELL’ARTISTA COREANO PETER KIM, COLLOCATA NELLA NUOVA AREA DE “IL BOSCO” INSIEME A TRE OPERE DI IMMACOLATA DATTI DONATE DALL’ARTISTA
Comunicato stampa
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Comunicato stampa
DUE MOSTRE D’ARTE A SETTEMBRE PER LA NONA EDIZIONE DI SCULTURE IN CAMPO 2025 A BASSANO IN TEVERINA (VT)
• SABATO 2O SETTEMBRE 2025 ALLE ORE 11,30 APRIRÀ LA IX EDIZIONE DI SCULTURE IN CAMPO, CON L’INSTALLAZIONE DI UN’OPERA DELL’ARTISTA COREANO PETER KIM, COLLOCATA NELLA NUOVA AREA DE “IL BOSCO” INSIEME A TRE OPERE DI IMMACOLATA DATTI DONATE DALL’ARTISTA
• PROSEGUE CON SUCCESSO LA MOSTRA-OMAGGIO A FRANCESCA TULLI DAL TITOLO “GUARDARSI AL BUIO”, A CURA DI CESARE BIASINI SELVAGGI, OSPITATA NEI NUOVI SPAZI DE “IL RUDERE” E PRESSO SPAZIO PROGETTI SITO NEL BORGO ANTICO DI BASSANO IN TEVERINA
Bassano in Teverina, 1° settembre 2025 - Si inaugura sabato 20 settembre 2025, alle ore 11.30, a Bassano in Teverina (VT) la nona edizione di Sculture in campo.
Sculture in campo è un work in progress: ogni anno alla collezione permanente del Parco internazionale di scultura si aggiungono opere di artisti selezionati dal Comitato scientifico composto da Lucilla Catania, Cesare Biasini Selvaggi, Cecilia Canziani, Laura Iamurri, Roberto Lambarelli, Anna Maria Panzera e Maria Giovanna Musso. In questa occasione, sarà presentato al pubblico il nuovo lavoro site-specific di Peter Kim e le tre sculture in terracotta di Immacolata Datti.
LE NUOVE OPERE DEL PARCO
Nido per l’umanità (2025) è il titolo dell’opera realizzata da Peter Kim (Sud Corea, 1967). Come scrive Maria Giovanna Musso nel testo di presentazione: «Si tratta di un’opera al tempo stesso leggera e imponente, apparentemente fragile ma potente nella struttura e nel portato evocativo, realizzata in ferro. Il senso e il titolo stesso dell’opera, “Nido per l’umanità̀”, sono coerenti con gli ultimi sviluppi della poetica di Kim, sempre più attraversata da interrogativi e inquietudini per i fenomeni sociali del nostro tempo, come le migrazioni di massa e il cambiamento climatico, con i loro possibili esiti sospesi tra catastrofi annunciate e rimedi auspicabili».
L’opera è collocata nei nuovi spazi de Il Bosco che ampliano il perimetro espositivo del parco di Sculture in campo.
Colonna (1992-93), Sezione di Pilastro (1991) e Porta del Monaco (2009) sono le tre grandi opere di Immacolata Datti (Roma, 1935) donate al Parco, collocate nell’area de Il Bosco, in uno spazio dedicato interamente all’artista romana. Le sculture sono realizzate in terracotta refrattaria, nel caso di Colonna si aggiungono degli inserimenti in pietra. «Ogni opera per l‘artista implica, quindi, innanzitutto un “fare”: non si opera se non compiendo, eseguendo, producendo, realizzando l’armonia segreta dell’essere. Questo rapporto immediato con la materia si manifesta, per prima cosa, attraverso una chiarezza evocativa in cui l’immagine ambisce alla poesia: una sostanza, unica, risponde a una realtà interattiva che tende alla relazione dell’“infinito” creativo con l’Universo», racconta Roberta Perfetti in un suo testo in catalogo.
LA MOSTRA-OMAGGIO A FRANCESCA TULLI
Prosegue la mostra-omaggio a Francesca Tulli dal titolo “Guardarsi al buio”, per la cura di Cesare Biasini Selvaggi. «Le sue sculture assumono le fattezze di ideali osservatori delle sue prospettive strane: sono figure prevalentemente a testa in giù o, comunque, dall’equilibrio instabile ma mai compromesso, sono addirittura autoportanti. La scultura che è tridimensionalità, è forza, è potenza, è corpo vero, è per Francesca Tulli l’identificazione di sé stessa mentre osserva quelle sue prospettive insolite indagate nella produzione pittorica precedente. Le sue figure guardano pertanto la realtà con occhi diversi, quelli del sentimento, non della vista. Pertanto, sono sculture senza occhi. È un invito potente a guardarsi al buio, a guardarsi dentro, in sé, a non avere paura di affrontare le paure, i timori, le incertezze della vita interiore. La realtà esteriore certamente c’è, esiste, l’artista è consapevole che occorre farne parte e prendersene cura, come della natura. Però guardarsi dentro al buio, rimane la prova necessaria, ineludibile per sopravvivere, anche se spaventosa» scrive Cesare Biasini Selvaggi nel testo di presentazione. La mostra sarà visitabile fino al 31 ottobre 2025.
GLI ARTISTI IN MOSTRA
Peter Kim (Sud Corea, 1967) è un artista coreano, formatosi tra l’Asia e l’Europa, che attualmente vive e lavora a New York. “Si tratta di un artista che da sempre predilige la linea curva come segno e come medium di accesso alle pieghe più̀ profonde del reale. La linea, usata da Kim come un mantra visivo, è frutto di un’ossessione gestuale attraverso cui l’artista dà forma alla realtà̀, tracciando al tempo stesso un confine e un’apertura tra soggetto e mondo, un punto di congiunzione fra ordine e caos” (M. G. Musso, Visual Mantra, Silvana Editoriale, 2016). Peter Kim ha esposto in numerosi spazi privati e pubblici, negli USA, in Centro America, in Europa e in Asia. Le sue opere sono già̀ state presentate in Italia con due mostre. La prima si è svolta a Parma, nella suggestiva Chiesa sconsacrata di San Ludovico dal titolo Visual Mantra. Presentava opere dedicate alla figura archetipica del vaso, insieme ad alcuni lavori più̀ materici costituiti da matasse informi di fili colorati e da alcuni disegni che testimoniavano il processo creativo dell’artista. L’altra esposizione, realizzata a Roma al Museo Bilotti, nel 2018, intitolata Sull’orlo della forma, comprendeva disegni e grandi tele in cui l’artista sembrava “attardarsi ai bordi del reale, insistendo sui limiti della figura e sul vuoto che essa delinea, su quell’orlo dove si decide il destino delle cose” (M.G. Musso, Sull’orlo della forma, Roma, Gangemi, 2018).
Immacolata Datti (Roma, 1935) trascorre la prima giovinezza tra Roma e Spoleto. Il suo lavoro si indirizza fin dall'inizio verso la sperimentazione di materiali naturali: argilla, legno, fibre vegetali. A partire dal 1971 assume la terracotta, materia carica di antiche suggestioni, come medium privilegiato della sua ricerca plastica, come magico trait-d'union con una dimensione remota arcaica di cui indaga il simbolismo primario, la dimensione segreta e sacrale. Sculture in terracotta sono quindi protagoniste delle sue prime personali (Spoleto, Festival dei due Mondi, 1975; Roma, Palazzo Braschi e Museo del Folklore, 1976; Ancona, 1980). Parallelamente i suoi interessi e il suo impegno nel mondo delle donne si traducono nel libro “La Casalinga di Cristo”, indagine sulle suore in Italia (Edizioni della Donna, 1976, AA.v,) e nella collaborazione a “Donna, cultura e tradizione” (Edizione Mazzotta, 1976). Negli anni Ottanta comincia una ricerca sulla simbologia del suono nel suo rapporto con la forma e la materia che la conduce a ripercorrere in senso antropologico e simbolico antiche culture e a viaggiare in Europa, America Latina e Paesi Islamici alla scoperta di miti e leggende, all'approfondimento delle religioni arcaiche. Frutto di questo lavoro, in cui seguendo la metamorfosi dal suono alla materia l'artista elabora nuove forme che alludono ad arcane simbologie, sono numerose mostre personali (Savona, Galleria Il Brandale; Roma, Galleria dell'Arco; Padova, Oratorio delle Maddalene; Ascoli Piceno, Galleria Rosati) e collettive in Italia, Francia e Grecia.
L'attività espositiva si fa intensa poi a partire dagli anni Novanta, in cui Immacolata Datti prosegue il suo lavoro con sculture che, come rivisitazioni di antiche civiltà, indagano la natura simbolica delle forme restituendone attraverso un minimalismo ermetico la memoria archetipica: partecipa a diverse edizioni dell'Arte Fiera di Bologna (1992, 1993, 1994), all'Art Là di Los Angeles (1991), a molte collettive e allestisce numerose personali, tra le quali si ricordano quelle alla Galleria Arti Visive di Sylvia Franchi (1991, 1993, 1995), alla Galleria Cavalieri di Bologna (1992) alla Galleria SpaziOltre di Roma e ancora ad Arte in Scena (1998) e alla Galleria La Borgognona (2001, 2005). Partecipa inoltre nel 1997 alla rassegna “Arte a Roma” del Comune di Roma e nel 2006 tredici sue sculture sonore vengono esposte nel Parco della Casa del Jazz in Roma.
Nel 2010 a Roma mostra personale alla Galleria Cortese Lisanti “Il giardino in-cantato”, dove, in un percorso di quadrati magici, fasce di Moebius, enneagrammi e suoni misteriosi, l’arte sembra sposarsi con l’esoterismo. Poi partecipazione al Premio Michetti di Francavilla al mare. Nel 2012, nel Palazzo Vecchiarelli di Rieti, viene allestita una mostra permanente “All’inizio fu un suono. Opere di Immacolata Datti 1980-2007” mostra visitabile nell’ambito della Rieti sotterranea. Nel 2013, infine, il legno diventa il materiale protagonista nelle opere della Datti che, alla Galleria Arte Fuori Centro di Roma, presenta una serie di sculture ispirate alle Metamorfosi di Ovidio oggi installate nel Giardino sonoro di Ghizzano (Pisa). Altre sculture il cui legno proveniva dal Parco del Circeo, sono tornate nel luogo di provenienza e sono state installate nel bosco.
Francesca Tulli (Roma, 1956-Milano, 2024) si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma; ha esposto in spazi pubblici e privati oltre che in Italia a Boston, Buenos Aires, Ginevra, Helsinki, Pechino, Ubud, Sidney e regolarmente, in mostre personali nelle gallerie: Maniero a Roma, Binz&Kraemer a Colonia, UUsitalo a Helsinki e Lipanj&Puntin Artecontemporanea a Trieste. La sua ultima mostra personale nel 2023 allo Hyunnart Studio a Roma è stata curata da Mario de Candia. Altre recenti mostre personali sono state: Sculture nei giardini del Palazzo Comunale di Latina e Mutanti alla Kou Gallery di Roma (2020). Nel 2018 la sua opera “Umana Natura” è stata collocata nel Parco di Sculture in Campo a Bassano in Teverina (VT). Per una selezione di esposizioni in spazi istituzionali ricordiamo: Dal buio alla luce, Castello Savelli, Palombara Sabina (2022); Whit Heghel in the XXI Century, Università degli Studi Roma Tre (2021); Le altre opere – Artisti che collezionano artisti, Museo Napoleonico, Roma (2020); Il Labirinto dello sguardo, Palazzo Nicolaci, Noto (2019); 54° Biennale di Venezia (2011); Progetto Scultura, Castel Sismondo, Rimini (2011); Il Circuito dell’Arte, Museo Canonica, Roma (2010); Premio Fabbri Villa delle Rose (MAMBO), Bologna (2009); L’energia della materia Casa Italia Pechino (2008); Arte italiana per il XXI secolo, Sede del Ministero degli Esteri, Roma (2004); Sguardo Trasversale, Museo Civico di Colonia (2002); Cantieri Romani , Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, (2001); 53° Premio Michetti, Museo Michetti, Francavilla a Mare (2001); Una stanza tutta per sé, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo (1999); La Pittura Ritrovata, Museo del Risorgimento, Roma (1999); Quadriennale di Roma (1996). Numerose le mostre collettive in gallerie private.
INFORMAZIONI
Sculture in Campo. Parco Internazionale di Scultura Contemporanea
Inaugurazione: sabato 20 settembre 2025, ore 11,30, Il Bosco, Località Poggio Zucco. Dalle 15,30 in poi Presso spazio. Progetti, via delle Fonti Alte nel Borgo antico di Bassano in Teverina (VT)
Per informazioni: infoline +39 338 4197029 | +39 06 6786766 | scultureincampo.it | info@scultureincampo.it
DUE MOSTRE D’ARTE A SETTEMBRE PER LA NONA EDIZIONE DI SCULTURE IN CAMPO 2025 A BASSANO IN TEVERINA (VT)
• SABATO 2O SETTEMBRE 2025 ALLE ORE 11,30 APRIRÀ LA IX EDIZIONE DI SCULTURE IN CAMPO, CON L’INSTALLAZIONE DI UN’OPERA DELL’ARTISTA COREANO PETER KIM, COLLOCATA NELLA NUOVA AREA DE “IL BOSCO” INSIEME A TRE OPERE DI IMMACOLATA DATTI DONATE DALL’ARTISTA
• PROSEGUE CON SUCCESSO LA MOSTRA-OMAGGIO A FRANCESCA TULLI DAL TITOLO “GUARDARSI AL BUIO”, A CURA DI CESARE BIASINI SELVAGGI, OSPITATA NEI NUOVI SPAZI DE “IL RUDERE” E PRESSO SPAZIO PROGETTI SITO NEL BORGO ANTICO DI BASSANO IN TEVERINA
Bassano in Teverina, 1° settembre 2025 - Si inaugura sabato 20 settembre 2025, alle ore 11.30, a Bassano in Teverina (VT) la nona edizione di Sculture in campo.
Sculture in campo è un work in progress: ogni anno alla collezione permanente del Parco internazionale di scultura si aggiungono opere di artisti selezionati dal Comitato scientifico composto da Lucilla Catania, Cesare Biasini Selvaggi, Cecilia Canziani, Laura Iamurri, Roberto Lambarelli, Anna Maria Panzera e Maria Giovanna Musso. In questa occasione, sarà presentato al pubblico il nuovo lavoro site-specific di Peter Kim e le tre sculture in terracotta di Immacolata Datti.
LE NUOVE OPERE DEL PARCO
Nido per l’umanità (2025) è il titolo dell’opera realizzata da Peter Kim (Sud Corea, 1967). Come scrive Maria Giovanna Musso nel testo di presentazione: «Si tratta di un’opera al tempo stesso leggera e imponente, apparentemente fragile ma potente nella struttura e nel portato evocativo, realizzata in ferro. Il senso e il titolo stesso dell’opera, “Nido per l’umanità̀”, sono coerenti con gli ultimi sviluppi della poetica di Kim, sempre più attraversata da interrogativi e inquietudini per i fenomeni sociali del nostro tempo, come le migrazioni di massa e il cambiamento climatico, con i loro possibili esiti sospesi tra catastrofi annunciate e rimedi auspicabili».
L’opera è collocata nei nuovi spazi de Il Bosco che ampliano il perimetro espositivo del parco di Sculture in campo.
Colonna (1992-93), Sezione di Pilastro (1991) e Porta del Monaco (2009) sono le tre grandi opere di Immacolata Datti (Roma, 1935) donate al Parco, collocate nell’area de Il Bosco, in uno spazio dedicato interamente all’artista romana. Le sculture sono realizzate in terracotta refrattaria, nel caso di Colonna si aggiungono degli inserimenti in pietra. «Ogni opera per l‘artista implica, quindi, innanzitutto un “fare”: non si opera se non compiendo, eseguendo, producendo, realizzando l’armonia segreta dell’essere. Questo rapporto immediato con la materia si manifesta, per prima cosa, attraverso una chiarezza evocativa in cui l’immagine ambisce alla poesia: una sostanza, unica, risponde a una realtà interattiva che tende alla relazione dell’“infinito” creativo con l’Universo», racconta Roberta Perfetti in un suo testo in catalogo.
LA MOSTRA-OMAGGIO A FRANCESCA TULLI
Prosegue la mostra-omaggio a Francesca Tulli dal titolo “Guardarsi al buio”, per la cura di Cesare Biasini Selvaggi. «Le sue sculture assumono le fattezze di ideali osservatori delle sue prospettive strane: sono figure prevalentemente a testa in giù o, comunque, dall’equilibrio instabile ma mai compromesso, sono addirittura autoportanti. La scultura che è tridimensionalità, è forza, è potenza, è corpo vero, è per Francesca Tulli l’identificazione di sé stessa mentre osserva quelle sue prospettive insolite indagate nella produzione pittorica precedente. Le sue figure guardano pertanto la realtà con occhi diversi, quelli del sentimento, non della vista. Pertanto, sono sculture senza occhi. È un invito potente a guardarsi al buio, a guardarsi dentro, in sé, a non avere paura di affrontare le paure, i timori, le incertezze della vita interiore. La realtà esteriore certamente c’è, esiste, l’artista è consapevole che occorre farne parte e prendersene cura, come della natura. Però guardarsi dentro al buio, rimane la prova necessaria, ineludibile per sopravvivere, anche se spaventosa» scrive Cesare Biasini Selvaggi nel testo di presentazione. La mostra sarà visitabile fino al 31 ottobre 2025.
GLI ARTISTI IN MOSTRA
Peter Kim (Sud Corea, 1967) è un artista coreano, formatosi tra l’Asia e l’Europa, che attualmente vive e lavora a New York. “Si tratta di un artista che da sempre predilige la linea curva come segno e come medium di accesso alle pieghe più̀ profonde del reale. La linea, usata da Kim come un mantra visivo, è frutto di un’ossessione gestuale attraverso cui l’artista dà forma alla realtà̀, tracciando al tempo stesso un confine e un’apertura tra soggetto e mondo, un punto di congiunzione fra ordine e caos” (M. G. Musso, Visual Mantra, Silvana Editoriale, 2016). Peter Kim ha esposto in numerosi spazi privati e pubblici, negli USA, in Centro America, in Europa e in Asia. Le sue opere sono già̀ state presentate in Italia con due mostre. La prima si è svolta a Parma, nella suggestiva Chiesa sconsacrata di San Ludovico dal titolo Visual Mantra. Presentava opere dedicate alla figura archetipica del vaso, insieme ad alcuni lavori più̀ materici costituiti da matasse informi di fili colorati e da alcuni disegni che testimoniavano il processo creativo dell’artista. L’altra esposizione, realizzata a Roma al Museo Bilotti, nel 2018, intitolata Sull’orlo della forma, comprendeva disegni e grandi tele in cui l’artista sembrava “attardarsi ai bordi del reale, insistendo sui limiti della figura e sul vuoto che essa delinea, su quell’orlo dove si decide il destino delle cose” (M.G. Musso, Sull’orlo della forma, Roma, Gangemi, 2018).
Immacolata Datti (Roma, 1935) trascorre la prima giovinezza tra Roma e Spoleto. Il suo lavoro si indirizza fin dall'inizio verso la sperimentazione di materiali naturali: argilla, legno, fibre vegetali. A partire dal 1971 assume la terracotta, materia carica di antiche suggestioni, come medium privilegiato della sua ricerca plastica, come magico trait-d'union con una dimensione remota arcaica di cui indaga il simbolismo primario, la dimensione segreta e sacrale. Sculture in terracotta sono quindi protagoniste delle sue prime personali (Spoleto, Festival dei due Mondi, 1975; Roma, Palazzo Braschi e Museo del Folklore, 1976; Ancona, 1980). Parallelamente i suoi interessi e il suo impegno nel mondo delle donne si traducono nel libro “La Casalinga di Cristo”, indagine sulle suore in Italia (Edizioni della Donna, 1976, AA.v,) e nella collaborazione a “Donna, cultura e tradizione” (Edizione Mazzotta, 1976). Negli anni Ottanta comincia una ricerca sulla simbologia del suono nel suo rapporto con la forma e la materia che la conduce a ripercorrere in senso antropologico e simbolico antiche culture e a viaggiare in Europa, America Latina e Paesi Islamici alla scoperta di miti e leggende, all'approfondimento delle religioni arcaiche. Frutto di questo lavoro, in cui seguendo la metamorfosi dal suono alla materia l'artista elabora nuove forme che alludono ad arcane simbologie, sono numerose mostre personali (Savona, Galleria Il Brandale; Roma, Galleria dell'Arco; Padova, Oratorio delle Maddalene; Ascoli Piceno, Galleria Rosati) e collettive in Italia, Francia e Grecia.
L'attività espositiva si fa intensa poi a partire dagli anni Novanta, in cui Immacolata Datti prosegue il suo lavoro con sculture che, come rivisitazioni di antiche civiltà, indagano la natura simbolica delle forme restituendone attraverso un minimalismo ermetico la memoria archetipica: partecipa a diverse edizioni dell'Arte Fiera di Bologna (1992, 1993, 1994), all'Art Là di Los Angeles (1991), a molte collettive e allestisce numerose personali, tra le quali si ricordano quelle alla Galleria Arti Visive di Sylvia Franchi (1991, 1993, 1995), alla Galleria Cavalieri di Bologna (1992) alla Galleria SpaziOltre di Roma e ancora ad Arte in Scena (1998) e alla Galleria La Borgognona (2001, 2005). Partecipa inoltre nel 1997 alla rassegna “Arte a Roma” del Comune di Roma e nel 2006 tredici sue sculture sonore vengono esposte nel Parco della Casa del Jazz in Roma.
Nel 2010 a Roma mostra personale alla Galleria Cortese Lisanti “Il giardino in-cantato”, dove, in un percorso di quadrati magici, fasce di Moebius, enneagrammi e suoni misteriosi, l’arte sembra sposarsi con l’esoterismo. Poi partecipazione al Premio Michetti di Francavilla al mare. Nel 2012, nel Palazzo Vecchiarelli di Rieti, viene allestita una mostra permanente “All’inizio fu un suono. Opere di Immacolata Datti 1980-2007” mostra visitabile nell’ambito della Rieti sotterranea. Nel 2013, infine, il legno diventa il materiale protagonista nelle opere della Datti che, alla Galleria Arte Fuori Centro di Roma, presenta una serie di sculture ispirate alle Metamorfosi di Ovidio oggi installate nel Giardino sonoro di Ghizzano (Pisa). Altre sculture il cui legno proveniva dal Parco del Circeo, sono tornate nel luogo di provenienza e sono state installate nel bosco.
Francesca Tulli (Roma, 1956-Milano, 2024) si è diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma; ha esposto in spazi pubblici e privati oltre che in Italia a Boston, Buenos Aires, Ginevra, Helsinki, Pechino, Ubud, Sidney e regolarmente, in mostre personali nelle gallerie: Maniero a Roma, Binz&Kraemer a Colonia, UUsitalo a Helsinki e Lipanj&Puntin Artecontemporanea a Trieste. La sua ultima mostra personale nel 2023 allo Hyunnart Studio a Roma è stata curata da Mario de Candia. Altre recenti mostre personali sono state: Sculture nei giardini del Palazzo Comunale di Latina e Mutanti alla Kou Gallery di Roma (2020). Nel 2018 la sua opera “Umana Natura” è stata collocata nel Parco di Sculture in Campo a Bassano in Teverina (VT). Per una selezione di esposizioni in spazi istituzionali ricordiamo: Dal buio alla luce, Castello Savelli, Palombara Sabina (2022); Whit Heghel in the XXI Century, Università degli Studi Roma Tre (2021); Le altre opere – Artisti che collezionano artisti, Museo Napoleonico, Roma (2020); Il Labirinto dello sguardo, Palazzo Nicolaci, Noto (2019); 54° Biennale di Venezia (2011); Progetto Scultura, Castel Sismondo, Rimini (2011); Il Circuito dell’Arte, Museo Canonica, Roma (2010); Premio Fabbri Villa delle Rose (MAMBO), Bologna (2009); L’energia della materia Casa Italia Pechino (2008); Arte italiana per il XXI secolo, Sede del Ministero degli Esteri, Roma (2004); Sguardo Trasversale, Museo Civico di Colonia (2002); Cantieri Romani , Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, (2001); 53° Premio Michetti, Museo Michetti, Francavilla a Mare (2001); Una stanza tutta per sé, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo (1999); La Pittura Ritrovata, Museo del Risorgimento, Roma (1999); Quadriennale di Roma (1996). Numerose le mostre collettive in gallerie private.
INFORMAZIONI
Sculture in Campo. Parco Internazionale di Scultura Contemporanea
Inaugurazione: sabato 20 settembre 2025, ore 11,30, Il Bosco, Località Poggio Zucco. Dalle 15,30 in poi Presso spazio. Progetti, via delle Fonti Alte nel Borgo antico di Bassano in Teverina (VT)
Per informazioni: infoline +39 338 4197029 | +39 06 6786766 | scultureincampo.it | info@scultureincampo.it
20
settembre 2025
Sculture in Campo 2025
Dal 20 settembre al 31 ottobre 2025
arte contemporanea
Location
SCULTURE IN CAMPO – PARCO DI SCULTURA CONTEMPORANEA
Bassano in Teverina , Località Poggio Zucco, (Viterbo)
Bassano in Teverina , Località Poggio Zucco, (Viterbo)
Orario di apertura
11,30
Autore




