09 settembre 2025

Invenzioni di corpi e voci: cosa abbiamo visto al festival B.Motion

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La drammaturgia e la coreografia contemporanee vanno in scena a Bassano del Grappa con la programmazione di B.Motion: una selezione degli spettacoli visti, tra picchi di intensità e momenti di riflessione

Bassano 29 agosto 2025 danza Production Xx- Gush is Great, operaestate ph. Ceccon

Ecco un racconto di alcuni spettacoli da noi visti durante la densissima programmazione di B.Motion di Bassano del Grappa – la sezione del festival Operaestate dedicata ai linguaggi del contemporaneo – diretta con passione e acuta visione e progettualità da Michele Mele. La danza e il teatro la fanno da padrone ma anche la musica contemporanea trova spazio con artisti come kNN, aka Renato Grieco, che fanno della ricerca della sound-art, di sorgenti sonore fisiche e virtuali, il loro campo di indagine. La sezione teatro ha avuto un bel Focus sulla drammaturgia contemporanea, progetto giunto alla terza edizione.

Crave, disperazione e desiderio d’amore

Abbiamo visto Crave della drammaturga inglese Sarah Kane, diretto e interpretato da Leda Kreider. Scritto in uno stile frammentario e ispirato a The Waste Land di T. S. Eliot, in Crave Kane non ha lasciato quasi nessuna didascalia che indichi genere, tempo o luogo dell’azione e proprio grazie a questa deliberata vaghezza, l’opera diventa terreno fertile per l’invenzione. Dentro una scena delimitata da una doppia tenda di filamenti dalla quale entrare e uscire, nascondersi e rivelarsi, Leda Kreider trasforma il testo in un esteso flusso di coscienza alternato a interventi frammentati con un ritmo “jazz”, squarciando cupe zone d’ombra interiori. Sono quelle che hanno lacerato la vita di Kane, morta suicida nel 1999 a soli 28 anni dopo aver scritto cinque testi che hanno segnato in modo irreversibile la scena europea.

Bassano 29 agosto 2025 teatro: Leda Kreider- Crave, operaestate ph. Ceccon

In questa versione di Crave l’attrice incarna, con intensità drammatica e tagliente ironia, mutando toni e suoni, quattro voci identificate solo come A, B, C e M in un dialogo intertestuale. Sono le voci, a turno, di quattro personaggi i quali trascorrono l’intera opera a contendersi tra disperazione nichilista e desiderio d’amore. Crave parla di stupro e violenza sessuale, di abusi infantili, di tossicodipendenza, sciorinando parole di rabbia, battute a ritmo, parole nel vuoto, ma anche momenti di lirismo.

Gli stati d’animo inquietanti di queste anime che cercano di trovare una via d’uscita dalla loro disperazione, riflettono i concetti di frammentazione dell’identità che percorrono l’intero testo dalla natura disorientante, ma reso avvincente – col sound di Gianluca Agostini -, dalla bella prova di Leda Kreider, che infine chiude gli occhi, quasi in uno stato beatifico, pronunciando, uscendo di scena, “I’am free”, e ritrovarla, con cappuccio e tunica rossa, posizionata a cantare in tedesco con foga e rabbia davanti ad un leggio.

Gli anni vuoti, la vita di Alberto Giacometti

Il secondo appuntamento del Focus è stato con Emilio Vacca e il suo adattamento de Gli anni vuoti ispirato alla vita dello scultore Alberto Giacometti rivelandoci così, ai più, aspetti inediti dell’artista, l’iconografia della melanconia. Il testo coglie un momento simbolico dell’evoluzione dell’artista, una crisi causata dalla morte del padre, nel 1934, e gli anni che seguirono segnati dalla guerra e dalla tragedia del quotidiano.

Bassano 31 agosto 2025 teatro: Emilio Vacca-Gli anni vuoti, operaestate ph. Ceccon

Il racconto, in forma di efficace mise en espace – e destinato a una interessante messinscena -, reso avvincente dalla intensa, febbrile interpretazione di Vacca e di Valerio Pietrovita, voce del fratello, verte sul travaglio della realizzazione della scultura più strana e atipica di Giacometti, il Cubo, considerato l’unico oggetto astratto dell’artista – fatto inesplicabile in una produzione votata, apparentemente, alla ricerca della realtà -, e sul rapporto con l’amato fratello.

To Be Schieve or a Romantic Attempt

La giovane belga Fanny Brouyaux, in To Be Schieve or a Romantic Attempt ritma nervosamente braccia e mani argentate, e poi tutto il corpo dai gesti anche incontrollati, sprigionando man mano stati emotivi dapprima nel silenzio, poi sulla musica dei Capricci di Niccolò Paganini, tra cambi di posture, di vesti, di luci, fino all’immobilità del tempo fermato. È un ipnotico elogio della lentezza – che ricorda le azioni slow motion dei video di Bill Viola -, Gush is Great dei francesi della compagnia Production Xx.

Su una musica techno e brevi sprazzi musicali, cinque figure dagli sguardi fissi, passo lentissimo e gesti delle braccia, catturano l’attenzione mentre avanzano compatti dal fondo della scena, e, in maniera impercettibile, tirare fuori oggetti vari dai loro vestiti senza che individuiamo precisamente da dove.

Bassano 29 agosto 2025 danza: Fanny Brouyaux, operaestate ph. Ceccon

È nella pratica della Compagnia far uso di elementi tipici del luogo dove si esibiscono, catturando situazioni e segni dalla realtà circostante. Qui mostrano e lasciano cadere a terra spaghetti, lattine, bicchieri, un ombrello, un quadretto con la foto di Giorgia Meloni, una bandiera della Palestina subito nascosta sotto il pastrano, giocattoli, bolle di sapone, fiori, nastri, e molto altro. Sono tracce del loro esserci, come se la risacca del mare, di cui udiamo lo sciabordio, le depositasse nella nostra e loro memoria.

Mentre procedono nella ripetitività rotta improvvisamente dal botto di una cassa precipitata dall’alto, contenente piume, c’è chi si stacca dal gruppo, subito riassorbito; chi cambia gesto e azioni, fino ad arrivare tutti sul bordo del proscenio e da lì, forse, precipitare nel vuoto. Il buio improvviso ci lascia il dubbio, ma anche l’aspettativa di un cambio di registro di movimento che poteva rompere l’insistita partitura gestuale.

BMotion, gli altri spettacoli

Moderno Sisifo, costretto a pedalare all’infinito tra una lezione di spinning, pause monologanti, video, oratoria spicciola e performativa, dialogo col pubblico per coinvolgerlo nei suoi deliri di vita quotidiana iperattiva, lo spagnolo Sergi Casero trasforma via via il suo ironico spettacolo No pares, sigue sigue – “…strategie di resistenza per rompere l’inerzia della iperproduttività e dei suoi meccanismi di seduzione” – in una performance caciarona che ingloba parte degli spettatori in una baldoria finale estenuante.

Bassano 31 agosto 2025 teatro: Sergi Casero-No Pares, Sigue Sigue, operaestate ph. Ceccon

Alquanto debole nella sua struttura coreografica e teatrale la performance dello spagnolo Eloy Cruz del Prado Good Job, Good Boy II, che indaga la memoria personale, l’identità e l’appartenenza sociale, attraverso un racconto di rappresentazione didascalica che ingloba parole, filmati video e una pedana per il corpo in movimento, nei vaghi e ripetitivi spostamenti del performer nello spazio.

Bassano 30 agosto 2025 danza: Eloy Cruz Del Prado, operaestate ph. Ceccon

La casualità delle forme, la “possibilità di un corpo di diventare paesaggio, superficie per l’iscrizione di diversi modi di esistere”, è quanto sperimentano e indagano di volta in volta Demestri+Lefeuvre in Troisième Nature, chiusi dentro due modellabili tute dorate e specchianti, poi dismesse nell’uscita come larve dall’involucro, osservati dal pubblico attorno nella loro lenta e trasformativa metamorfosi.

Bassano 31 agosto 2025 danza: Florencia Demestri e Samuel Lefeuvre- Troisième nature, operaestate ph. Ceccon

Esperienza, umana e artistica, di intima, toccante partecipazione, per uno spettatore e un performer anziano non professionista, è Écoute Pour Voir ideato dalla coreografa Chiara Frigo (progetto di Médiation Culturelle da un’idea originale di Emmanuel Jouthe/ Danse Carpe Diem), che ha visto disseminati nel grande spazio di una palestra, pubblico e performer muoversi apertamente in cerca di partner con cui interagire. Dentro un segno quadrato delimitato a terra, siamo coinvolti liberamente a interagire con chi si sceglie di condividere il tempo di una canzone o di un brano musicale, legati da un iPod e due paia di cuffie, creando così una connessione di sguardi, di movimenti, di dialogo intenso e raccolto con l’interprete che ci ha ricevuto con l’invito “Posso danzare per te?”.

Di due bellissimi spettacoli: Manifestus del coreografo Jacopo Jenna, con tre giovanissimi interpreti di pratica street dance, Simone De Giovanni, Petra Audrey Mangoua Youaleu, Phex; e di Good vibes only (the great effort), performativo dispositivo scenico evocante le logiche dell’algoritmo digitale, della danzatrice e coreografa Francesca Santamaria con la drammaturgia di Pietro Angelini e il live set sonoro di Ramingo (lo spettacolo, presentato in anteprima, debutterà al Romaeuropa Festival), seguirà una recensione a parte.

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