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SILENZIO SOGNATO
In occasione dei suoi 18 anni, Traffic Gallery presenta Silenzio Sognato, mostra collettiva con Axel Crettenand, Daniele Di Girolamo, Lorenzo Lunghi a cura di SONRO. Non è mai davvero muto, il silenzio. A volte è pieno di rumori lontani, o di quelli che la memoria trattiene come tracce sospese …
Comunicato stampa
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In occasione dei suoi 18 anni, Traffic Gallery presenta Silenzio Sognato, mostra collettiva con Axel Crettenand, Daniele Di Girolamo, Lorenzo Lunghi a cura di SONRO. Non è mai davvero muto, il silenzio. A volte è pieno di rumori lontani, o di quelli che la memoria trattiene come tracce sospese; a volte è la soglia dell’ascolto, quando smettiamo di parlare e iniziamo a sentire. La mostra Silenzio sognato si muove lungo questo spazio indefinito, dove il suono sfuma fino a diventare un’assenza carica di immagini, visioni, risonanze intime. Una dimensione dove il silenzio non è solo mancanza, ma materia onirica: un luogo in cui ciò che non si sente si immagina, si sogna. In latino, il silenzio è indicato da due verbi: silēo, che denota l’assenza del suono, e tăcĕo la sua negazione. Silĕre è il verbo che denomina il silenzio della natura e del cosmo, impossibile eppure inseguito nell’isolamento tecnologico delle camere anecoiche. Tacēre, invece, è la scelta del silenzio, la pausa dalla produzione di suono, in primis dalla parola: il suono mentale della lettura solitaria, del pensiero e della riflessione, o il punto di inizio dell’ascolto dell’altro.
In Silenzio sognato questa distinzione si manifesta in tutta la sua contraddittorietà. Daniele Di Girolamo ci chiede di tacere per ascoltare la presenza sottile di una distanza malinconica. In A Measure of Distance 2, una serie di sculture dalle forme plastiche biomorfe e colme di sabbia marina ruota lentamente riproducendo il ritmo ipnotico della risacca del mare: un’eco sussurrata che restituisce il ricordo di un paesaggio lontano. In Grattacielo, invece, sottili steli di fiori in ottone si slanciano verso l’alto, tesi in un moto incessante verso la luce irraggiungibile del sole, in un gesto di fragile aspirazione.
Lorenzo Lunghi presenta l’ambiguità del rapporto fra silenzio e rumore. Nella performance L’Antennista, si muove nello spazio captando i suoni intorno a sé, udibili e inudibili: segnali, ultrasuoni, voci, alte frequenze, campi elettromagnetici, informazioni e sentimenti, che rimbalza e restituisce in una cacofonia saturata; poi, negli spazi della galleria, lascia l’utopia di un nulla assoluto, un silenzio igienizzato dalla scultura Ultraviolette: una lampada UVC germicida, accesa solo di notte, e impossibile da osservare a occhio nudo. L’aspirazione paranoica a un mondo silenzioso e disinfettato contrasta con la colata di peltro e stagno di Vomito, rigetto imprevedibile di un io frustrato, espressione magmatica di disagio emotivo.
Infine, Il faut imaginer Sisyphe heureux di Axel Crettenand è un video muto, ma ogni gesto dell’uomo che colpisce il masso sotto la tempesta sembra generare rumore. Anche nel silenzio, sentiamo il metallo contro la pietra, il vento, la fatica: il suono non c’è, ma diventa un riflesso acustico, e la nostra percezione lo ricostruisce, come un ricordo fisico che riaffiora. La citazione di Camus del titolo ci indirizza a una dimensione esistenziale, nella quale ricostruire, ogni giorno, il senso del nostro fare. Silenzio sognato si chiude come un respiro trattenuto: lasciando emergere, nel vuoto apparente, ciò che permane oltre l’udibile.
In Silenzio sognato questa distinzione si manifesta in tutta la sua contraddittorietà. Daniele Di Girolamo ci chiede di tacere per ascoltare la presenza sottile di una distanza malinconica. In A Measure of Distance 2, una serie di sculture dalle forme plastiche biomorfe e colme di sabbia marina ruota lentamente riproducendo il ritmo ipnotico della risacca del mare: un’eco sussurrata che restituisce il ricordo di un paesaggio lontano. In Grattacielo, invece, sottili steli di fiori in ottone si slanciano verso l’alto, tesi in un moto incessante verso la luce irraggiungibile del sole, in un gesto di fragile aspirazione.
Lorenzo Lunghi presenta l’ambiguità del rapporto fra silenzio e rumore. Nella performance L’Antennista, si muove nello spazio captando i suoni intorno a sé, udibili e inudibili: segnali, ultrasuoni, voci, alte frequenze, campi elettromagnetici, informazioni e sentimenti, che rimbalza e restituisce in una cacofonia saturata; poi, negli spazi della galleria, lascia l’utopia di un nulla assoluto, un silenzio igienizzato dalla scultura Ultraviolette: una lampada UVC germicida, accesa solo di notte, e impossibile da osservare a occhio nudo. L’aspirazione paranoica a un mondo silenzioso e disinfettato contrasta con la colata di peltro e stagno di Vomito, rigetto imprevedibile di un io frustrato, espressione magmatica di disagio emotivo.
Infine, Il faut imaginer Sisyphe heureux di Axel Crettenand è un video muto, ma ogni gesto dell’uomo che colpisce il masso sotto la tempesta sembra generare rumore. Anche nel silenzio, sentiamo il metallo contro la pietra, il vento, la fatica: il suono non c’è, ma diventa un riflesso acustico, e la nostra percezione lo ricostruisce, come un ricordo fisico che riaffiora. La citazione di Camus del titolo ci indirizza a una dimensione esistenziale, nella quale ricostruire, ogni giorno, il senso del nostro fare. Silenzio sognato si chiude come un respiro trattenuto: lasciando emergere, nel vuoto apparente, ciò che permane oltre l’udibile.
27
settembre 2025
SILENZIO SOGNATO
Dal 27 settembre al 27 novembre 2025
arte contemporanea
Location
TRAFFIC GALLERY
Bergamo, Via San Tomaso, 92, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 92, (Bergamo)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 e 16-19 (verificare telefonicamente)
Vernissage
27 Settembre 2025, 17:00 - 20:00
Sito web
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Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico







